MUSICA




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" E se domani" è nata così - di Carlo Alberto Rossi

" E se domani" è nata così - di Carlo Alberto Rossi


E’ una storia strana quella di Mina e “E se domani”. Lei non voleva farla uscire. Non è vero che non le piacesse, però, per un qualche motivo che non ha mai saputo spiegarsi, né spiegarmi, per un misterioso senso di chissà cosa che poi, qualunque fosse, si è rivelato ingiustificato, non voleva farla uscire in disco. Non è mai esistito un motivo “dichiarato” per cui non volesse fare “E se domani”. “E se domani” uscì perché in quel bellissimo long-playing del 1964 col quale vinse un sacco di premi, le mancava una canzone... e alla fine decise di inserirci “E se domani”. Beh, non ebbe poi di sicuro da pentirsene...
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Mina, quando incise “E se domani” - io ero là, non presente in sala perché mi sarei sentito incombente, ma ero là perché era il mio stabilimento - ti posso assicurare che lei, E se domani, la cantò solo una volta... non ha ripetuto niente... incredibile... cantò solo esattamente quello che conosciamo tutti dal disco. E alla fine, incise con un coltello il titolo su un mio tavolo preziosissimo, e con una biro ripassò il cuore dell’incisione.

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Io non mi sono mai messo a scrivere dicendomi che dovevo scrivere un brano. Le canzoni sono sempre il frutto di qualcosa. E come tali si amano. Sono stati d’animo, legati a episodi, a storie, a momenti. Si vive... poi, a un certo punto, la vena si è riempita di cose vissute e comincia a pulsare. Anche per “E se domani” è andata così. Un giorno che evidentemente mi sentivo di mettermi lì a riflettere su qualcosa, chiamai proprio Mario Carulli e lo feci venire in Fonorama, nel salone grande; mi feci aprire l’organo - era un sabato pomeriggio, mi ricordo, alle due e mezzo - mi feci mettere un microfono per la voce, visto che l’organo incide in diretta, mi feci mettere su una pizza a bassissima velocità, prova di registrazione, mi feci lasciare solo e mi ritrovai lì, da solo... senza nemmeno avere bene idea perché... ma c’era il nastro che andava... e improvvisamente... mi venne fuori “E se domani... e se domani.... non la rivedrò....” ...e via, di filato, poi, tutto il motivo... E poi, chiamai subito Calabrese, e successe quel che successe...
Eh sì... “E se domani” è un caso a parte. Sai, la canzone, come ogni tipo di musica, ha una sua ortografia, una sua sintassi... la strofa, il ritornello.. che si chiama così perché le note del tema “ritornano”... E poi ci sono vari tipi di struttura di canzoni.. c’è “A-B-C-B” come “lasciamoci così senza rancore / il mio cuore / vuol così”, eccetera, con tanto di inciso e riprese, ritorni, dopo.... e altri schemi, come quelli in sedici e sedici.. e via e via... “E se domani” non ha niente, non ha schemi, non ha inciso, il tema non si ripete... nasce così... chissà perché? come?... meno male che io stavo incidendo, altrimenti, probabilmente, l’avrei persa... E nasce così...: “E se domani, e se domani, non la rivedrò”... è nata così...