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Tiziano Ferro: "L'obesità mi ha marchiato a fuoco"

Tiziano Ferro: "L'obesità mi ha marchiato a fuoco. Mara Maionchi non ha realizzato quanto sia stato traumatico"
Il cantante si confessa a cuore aperto a "Vanity Fair" tra vita privata, divorzio e figli, e nuovi progetti

Tiziano Ferro si racconta a cuore aperto in una intervista esclusiva a "Vanity Fair" che gli dedica la copertina. Il cantautore di Latina 44enne che da anni vive a Los Angeles parla della sua vita privata stravolta negli ultimi tempi, il divorzio dal marito Victor, i figli, e il "divorzio" di qualche anno fa con la manager Mara Maionchi, dopo la polemica delle ultime settimane. "L’obesità mi ha marchiato a fuoco. Mara non ha realizzato quanto sia stato traumatico", confessa.


Il divorzio Ferro torna a parla del divorzio: "Una cosa ho capito: non potevo e non dovevo abbandonarmi all’idea del divorzio come fallimento, trappola allettante che ti illude di restare fermo in quella zona di comfort che è il dolore. Ringrazio la complessità e la tridimensionalità del rapporto con Victor che mi hanno permesso di andare avanti".



I figli Tiziano racconta l'emozione che ha provato la prima volta che ha abbracciato i suoi figli Margherita e Andres: "Lo ricordo benissimo. Lei è arrivata per prima. Se è vero che ho cercato la paternità con una caparbietà che solo chi l’ha vissuta può conoscere, è anche vero che queste esperienze arrivano con un bagaglio enorme di dubbi e incertezze. Ma quando ho stretto tra le braccia questa bambina, è stato come capire che ero pronto a essere un papà. Uno dei problemi fondamentali della mia adolescenza è stato non sentirmi mai abbastanza, avere sempre il dubbio di non essere all’altezza. Quella bimba tra le braccia, invece, mi diceva che non c’erano dubbi. Infatti ho scoperto che per loro ho una faccia tosta che non ho per nessuno, che ho un forza fisica che non sapevo di avere. Lo so, sono cose che dicono tutti i genitori. Ma è la verità. Abbracciare Andres, invece, è stato come stringere al petto una pietra rovente che ti scalda fino al cuore. Mi sono detto: ma chi sei tu? Chi è questo bambino così potente, così speciale? Che cos’è questo amore che mi brucia fino al cuore?".




Il problema della doppia paternità in Italia Il cantautore ha più volte dichiarato che non può tornare in Italia perché il nostro Paese non riconosce ancora la doppia paternità ai suoi figli: "Mi ferisce che vengano negati i diritti ai miei figli, perché siamo tutti uguali e con diritti uguali: perché loro ne dovrebbero avere di meno? Perché Victor deve aver bisogno di una delega per accompagnarli a scuola o per portarli in ospedale quando non ci sono io? Io penso che i politici e le persone che fomentano l’odio e l’omofobia siano persone che non riescono a dare un volto umano all’amore. Preferiscono mettere un’etichetta dove invece ci sono volti, dove c’è amore, dove ci sono persone".



L'obesità e Mara Maionchi L'artista torna su argomenti a lui molto cari, come la depressione, la bulimia e l'obesità, tema che è tornato in voga dopo le dichiarazioni dell'ex manager Mara Maionchi a Francesca Fagnani in una intervista tv in cui lo "accusava" di essere irriconoscente: "Parlando di bulimia, oggi non faccio né voglio fare l’apologia dell’obesità, però fino a ieri si portava un bambino dal dietologo solo perché aveva cinque chili in più del previsto. Quello è un meccanismo crudele che mi ha marchiato a fuoco perché io mi sentirò grasso per sempre e nulla mi farà mai cambiare idea. Camminerò per strada sentendomi grasso anche se non lo sono. E mi sentirò perennemente inadeguato. I genitori sono fondamentali in questo. E lo sono anche gli educatori. E i manager. E qui sì, mi riferisco a Mara Maionchi. Le voglio bene e sono sicuro che vent’anni fa questi discorsi non erano così chiari. Però oggi va fatto un cambio di passo radicale, perché la salute mentale è una cosa pratica che va appunto praticata. È un obbligo morale raccontare alle persone, agli artisti, che il corpo non è un vincolo negativo per la loro arte. Io credo che Mara e molte altre persone non abbiano realizzato abbastanza quanto traumatico e doloroso sia quell’atteggiamento che si imprime per sempre nell’inconscio e nell’esistenza di ragazzini ancora fragili. Io oggi perdono la loro buona fede. Ma bisogna fare un mea culpa e non prendere più questo argomento alla leggera".