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Ecco il primo album di una “nuova” Annalisa

Ecco il primo album di una “nuova” Annalisa
“E poi siamo finiti nel vortice” è derivativo, ma estremamente divertente.
a cura di Claudio Cabona


VOTO 7/10

La recensione
Tra un “Ma che bella era la centrale elettrica sdraiati sopra il tetto della macchina”, con un riferimento al mostro della raffineria di Busalla che ci si trova davanti sull’autostrada Milano-Genova, e un “estati ultraviolette tra serate ultraviolente”, prende forma, ballando con le braccia al cielo, la “nuova” Annalisa. Non basta a percepire il cambiamento? “Lo facciamo bene prima di scappare”, “dovrei provare yoga e dovrei restare sobria”, “un giorno, non ti accorgi e ti avveleno” sono altri esempi del cambio di passo nella scrittura della cantautrice ligure. Testi ironici, divertenti, sessualmente liberi, facili, ma mai banali perché come dice lei “anche nella leggerezza c’è nobiltà”.


Dimenticatevi la cantante di Amici
Musicalmente il nuovo disco, il suo ottavo, è costruito su un sound principalmente elettronico e avvolgente, con tanti riferimenti agli anni ’80 e alcune spruzzate di anni ’60. È questo mix tra testi spudorati e una musica scalpitante ad averle fatto vivere un anno straordinario, rendendola a sorpresa una stella luminosa del pop italiano: la pioggia di certificazioni e record ottenuta da “Bellissima” e “Mon Amour” ne sono la dimostrazione. La trasformazione di Annalisa con “E poi siamo finiti nel vortice” raggiunge il suo completamento. Dimenticatevi per sempre la cantante di Amici, quella che partecipò al talent nel 2010, quella delle ballatone, con questo progetto la voce ligure ha capito quello che vuole. “Quando ha iniziato a prendere forma ‘Bellissima’, mi sono subito resa conto che stava per succedere qualcosa. Da lì ho lavorato tantissimo con i miei co-autori, non sono tanti (Paolo Antonacci e Davide Simonetta, ndr), volevo creare un team che fosse in sintonia con questa strada e che la sposasse appieno”, ci ha raccontato Annalisa nella nostra intervista.

L'essenza del pop
È certamente un album derivativo, l’artista non inventa nulla, si muove nel segno della musica da club e del ricordo di grandi icone come Nada, Raffaella Carrà e Rettore, ma il disco risulta estremamente divertente, autoironico e ballabile.


E soprattutto risulta vero, credibile. Non ci sono artifici, non c’è mai la sensazione che Annalisa voglia vendersi come “popstar”: è un disco diretto, che potenzialmente può arrivare a tutti. “Euforia” è da vivere in pista, un’altra potenziale hit, “Bollicine” scava più in profondità, “Gommapiuma” si muove sul filo dell’ironia, “Ti dico solo” è più oscura, “Stelle” è una delle canzoni meglio realizzate dal punto di vista dell’equilibrio tra testo e musica, “Indaco violento” è il pezzo simbolo del progetto: ogni brano è la fotografia di uno stato d’animo, come se il “vortice” della vita, trasformato in musica, restituisse a frammenti le sensazioni di un’esistenza in costante bilanciamento tra felicità e malinconia. “E poi siamo finiti nel vortice” è intelligente, spensierato e parla il linguaggio di questi tempi, sotto ogni punto di vista. Non ha pretese filosofiche, non ha picchi, non vuole insegnarci a vivere, ma al massimo ha l’obiettivo di rendere le giornate di chi lo ascolta meno amare. A volte lo si dimentica, ma questa dovrebbe proprio essere l’essenza del pop.

TRACKLIST
01. Bellissima
02. Ragazza sola
03. Euforia
04. Mon Amour
05. Rosso corallo
06. Bollicine
07. Gommapiuma
08. Aria
09. La crisi a Saint-Tropez
11. Ti dico solo
12. Stelle
13. Indaco violento


E Poi Siamo Finiti Nel Vortice