Della Fondazione a nome del cantautore non si hanno più notizie. Intanto Morandi celebra l'amico (e se stesso) cantando in piazza




So bene che i sindaci hanno 7 miliardi di cavoli al giorno per la testa, e che non dormono la notte. Ma il sindaco di Bologna, Virginio Merola, in questi giorni alle prese con il lutto della città per la morte del Poeta Roberto Roversi, ha un cavolo in più. Passano le settimane, passano i mesi, e della famosa Fondazione Lucio Dalla non si ha uno straccio di notizia. Le ultime conferme di questa intenzione sono venute in luglio da Dea Melotti, una dei numerosi cugini-eredi di Lucio.
Da allora tutto tace, Marco Alemanno ha abbandonato intanto la casa di via D'Azeglio, ieri Gianni Morandi ha cantato in Piazza Maggiore per celebrare i propri 50 anni di carriera, sia "Piazza Grande" che "L'anno che verrà", suscitando una commozione generale.
Bene, ma la Fondazione? Certo sono i parenti che debbono decidersi, nessuno può farlo al posto loro. Ma mentre traccheggiano, il sindaco Merola dovrebbe fare un piccolo gesto: convocarli tutti, e pregarli a nome della Città di procedere speditamente. Nient'altro è in suo potere, i fondi non sono suoi, tutti i comuni italiani sono alla canna del gas. Però, un invito in Municipio è un atto simbolico importante.
Con qualche telefonata, con un incontro, fare sentire la voce dei bolognesi e dell'Italia intera sul tema è almeno doveroso, da parte del sindaco di Bologna.
Speriamo che qualcuno gli giri questo appello accorato.
E ciao Lucio. Love.

Marinella Venegoni

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