MUSICA




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Addio al poeta Roberto Roversi - Con Dalla tre bellissimi album

Addio al poeta Roberto Roversi - Con Dalla tre bellissimi album

Un poeta e scrittore anomalissimo, grande sperimentatore della nostra lingua. Partigiano, uomo di teatro, libraio antiquario, Roberto Roversi se n’è andato ieri a 89 anni nell’amata Bologna, non prima di aver raccomandato alla moglie Elena di rispettare la sua volontà sui rituali che mestamente di solito ci confortano: niente cerimonie funebri, né private né pubbliche, né commemorazioni né camera ardente. Non è strano per uno come lui, così schivo che nei momenti di massima esposizione invece di pubblicare le sue opere le distribuiva in ciclostile. Il suo profilo non convenzionale fu calamita per gli inquieti di razza con i quali finì per lavorare: non solo Pasolini, e divenne celebre in tutta Italia soprattutto per le canzoni con Lucio Dalla nei Settanta. Impressiona che i due se ne siano andati a pochi mesi di distanza uno dall’altro, come a riprendere dopo 40 anni un filo sciolto allora, al termine di una trilogia di dischi definita «Il futuro dell’automobile», che segnò profondamente il profilo artistico di Dalla e l’intera canzone d’autore.

Si narrava, in tre puntate, la dissoluzione della vecchia Italia, l’emigrazione dal Sud e l’immersione nella civiltà industriale, attraverso l’immaginario e la cruda realtà legati all’automobile.

Tre dischi non popolarissimi ma fondamentali. Dalla era reduce da «Gesù Bambino» e «Piazza Grande». I due, così diversi, si annusarono su istigazione del manager di Dalla, Cremonini. Se il poeta definiva il musicista «Di grande vibralità mentale, con una rara sensibilità per fiutare e catturare le innovazioni», Lucio ricordava: «L’incontro con Roversi è stato una circostanza astrochimica, nel senso che l’amore per questa persona così insopportabile per il suo metodo di lavoro, mi ha insegnato delle cose ininsegnabili, tirandomi da lontano delle freccine».

Nel 1973 il primo capitolo, «Il giorno aveva cinque teste», il più ostico per la sperimentazione nel creare da parte di Dalla musiche dove i testi di Roversi emergessero in una dimensione non convenzionale. Due anni dopo, «Anidride Solforosa»: conteneva tra l’altro un brano, «Borsa Valori», da risentire oggi, che stigmatizzava «La follia di un mondo basato solo sul denaro/virtuale». Sul terzo album, «Automobili», il più noto, la scure della casa discografica RCA tagliò due pezzi, perché «troppo politicizzati». Roversi ritirò la firma, ma volarono l’ironica «Intervista con l’avvocato» dove già si guardava oltre affrontando la crisi dell’auto, e soprattutto «Il motore del Duemila» e «Nuvolari»: «Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale... Nuvolari ha un talismano contro i mali...».

La collaborazione fra i due terminò qui, ma rimasero un prezioso feeling e uno scambio di pensieri che si consumavano in auto, per chiacchierare in pace ascoltando canzoni. Sotto lo pseudonimo di Norisso, Roversi firmò nel 1985 anche il testo di «Chiedi chi erano i Beatles» degli Stadio, che era stata la band di Dalla.



Marinella Venegoni



www.lastampa.it



Lucio Dalla - Nuvolari (1976)

Lucio Dalla - Nuvolari (1976)




(1976 - Dalla, Norisso)

Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale
Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa Nuvolari ha un corpo eccezionale
Nuvolari ha le mani come artigli,
Nuvolari ha un talismano contro i mali
Il suo sguardo è di un falco per i figli,
i suoi muscoli sono muscoli eccezionali!
Gli uccelli nell'aria perdono l'ali quando passa Nuvolari!
Quando corre Nuvolari mette paura…
perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura
Gli alberi della strada
strisciano sulla piana,
sui muri cocci di bottiglia
si sciolgono come poltiglia,
tutta la polvere è spazzata via!
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
la gente arriva in mucchio e si stende sui prati,
quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore
e finalmente quando sente il rumore
salta in piedi e lo saluta con la mano,
gli grida parole d'amore,
e lo guarda scomparire
come guarda un soldato a cavallo,
a cavallo nel cielo di Aprile!
Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente
Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente…
Corre se piove, corre dentro al sole
Tre più tre per lui fa sempre sette
Con l' "alfa" rossa fa quello che vuole
dentro al fuoco di cento saette!
C'è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari…
Quando passa Nuvolari ognuno sente il suo cuore è vicino
In gara Verona è davanti a Corvino
con un tempo d'inferno,
acqua, grandine e vento
pericolo di uscire di strada,
ad ogni giro un inferno
ma sbanda striscia è schiacciato
lo raccolgono quasi spacciato!
Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
batte Varzi, Campari,
Borzacchini e Fagioli
Brilliperi
e Ascari...

“Anche con una sola canzone, oggi si può infilare un coltello nella schiena del mondo. Dunque non è vero che con la canzone non si può fare altro che cantare. Con una canzone oggi si può intanto discutere, sbagliare, ridere, avvertire, comunicare, lottare. Una cosa invece non si può più fare: ingannare”. Aveva senz’altro le idee chiare Roberto Roversi, il poeta bolognese che negli anni ‘70 scrisse i testi di tre album di Lucio Dalla, dando vita assieme a lui ad un corpus di opere compatto, rigoroso, unico, che tanta importanza avrà finanche nella storia futura del cantautore. “Il giorno aveva cinque teste” (1973), “Anidride solforosa” (1975) ed “Automobili” (1976) contengono alcune delle cose più belle ed intense di Dalla (“Il coyote”, “Ferrante Aporti”, “Tu parlavi una lingua meravigliosa” sia sotto il profilo musicale che contenutistico: è, comunque, l’ultimo dei tre lavori quello più ricco di intuizioni e di canzoni memorabili, quello destinato a restare una sorta di pietra miliare. Ridotto nel numero dei pezzi dalla RCA, ampiamente rimaneggiato nei testi (in primis nella pungente “Intervista con l’avvocato”, mutilata in vari punti), il disco durerà nella propria versione definitiva 32 minuti: tanto basta a Roversi per decider di firmare con uno pseudonimo (Norisso) e per provocare lo scontento di Dalla, deciso ad ottenere un risultato diverso. Sia come sia, quel che resta del progetto è un grande disco, con almeno due brani fuori dal comune: “Il motore del 2000”, che si concentra su quello che sarà l’uomo del futuro, di cui assai poco si sa a differenza del motore; e l’epica “Nuvolari”, ritratto entusiasta del “mantovano volante” già celebrato in un’antica canzone di diversissimo tenore (“Arriva Tazio”, delle sorelle Lescano), che combina la fragile struttura fisica del pilota alle leggende che lo dipingono un superuomo. L’arrangiamento di Dalla, subentrato in questo pannello conclusivo del trittico a Ruggero Cini, rende giustizia al testo e crea di concerto con le musiche un’atmosfera immaginifica, tesa a rendere palpabile l’atmosfera febbrile delle competizioni dell’epoca.

http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=canzone_italiana&scheda=canzone_dalla_nuvolari