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Trieste: Crolla il palco del concerto di Jovanotti - un morto, dodici operai feriti

Al momento dell'incidente una cinquantina di persone stavano lavorando all'interno del Palatrieste. L'impalcatura si è "accartocciata" e le ha travolte con i tubi d'acciaio. Le condizioni di alcuni dei lavoratori destano preoccupazione. Annullata l'esibizione del cantante



Una persona ha perso la vita e dodici sono rimaste ferite (alcune gravemente) nel crollo di un'impalcatura all'interno del Palatrieste, dove stasera si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Jovanotti. L'incidente è avvenuto intorno alle 14.00, nel momento in cui una cinquantina di operai stavano montando il palco. Le generalità dell'operaio morto ancora non sono state rese note, si sa solo che si tratta di un ragazzo di vent'anni di Trieste. Secondo quanto appreso da fonti sanitarie, i feriti presentano lesioni da traumatismo, ma non sono in pericolo di vita; il più grave è stato valutato come "codice giallo".

Le maestranze stavano montando il palco con l'impianto luci e gli amplificatori quando è avvenuto il crollo. Stando alle prime testimonianze, l'impalcatura si è come "accartocciata" su se stessa. Gli operai che stavano ultimando gli ultimi lavori necessari per il corretto funzionamento della struttura, sono stati investiti dal crollo e alcuni di essi sono rimasti incastrati tra i tubi di acciaio.

Sul posto sono intervenuti i soccorsi che hanno trasportato all'ospedale gli operai feriti e la polizia che sta cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente. Da quello che si apprende sarebbe stata la caduta in avanti
dei due pilastri anteriori a causare il cedimento del palco.

La struttura sportiva, situata nel rione di San Sabba, adiacente allo stadio "Nereo Rocco", è stata transennata e posta sotto

sequestro. Le forze dell'ordine stanno tenendo a distanza giornalisti e operatori televisivi, in attesa dell'arrivo del magistrato di turno. Dagli ingressi del Palasport è visibile l'impalcatura, quasi completata e ripiegata in avanti. Ovviamente il concerto è stato annullato.


www.repubblica.it

Jovanotti, le polemiche dopo il dolore - "Guadagnava 5 euro". "E' impossibile"

Il cantante: «Sono senza fiato» - L'operaio morto aveva 20 anni, gravissimo uno dei dodici feriti

«Qualsiasi speculazione sull’accaduto è fuori luogo. Le compagnie o cooperative di servizi, a seconda della regione, pagano dai 13 ai 16 euro l’ora per il personale impiegato». Meno di dodici ore dopo la grande tragedia di Trieste, in cui ha perso la vita uno degli operai che stava montando il palco di Jovanotti, l’associazione Assomusica prova a disinnescare la polemica.

Sconvolto il cantante, che ha affidato a Twitter il suo cordoglio: «Questa tragedia mi toglie il fiato e mi colpisce profondamente», ha scritto l’artista: «il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente lavoratore, la cui vita si è fermata oggi nell’incidente che ha travolto la mia squadra. Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia. I ragazzi rimasti feriti sono lavoratori specializzati, che amano quello che fanno restando nell’ombra. Sono con la famiglia di Francesco e con i suoi amici. Il mio cuore è pieno di dolore».

Al lavoro, al momento del cedimento, c’erano una cinquantina di uomini ma la dinamica dell’incidente è ancora da accertare. A cedere, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato il “ground support”, una impalcatura che viene utilizzata in quei palazzetti in cui non è possibile appendere le luci e l’amplificazione direttamente al soffitto. Il ground support copre il palco e alloggia gli altoparlanti e i riflettori. «Come sempre - ha ricordato Maurizio Salvadori, manager della Trident, l’agenzia che segue Jovanotti - tutto era certificato da un ingegnere e la struttura era stata utilizzata durante tutta l’estate senza alcun problema». «Stiamo cercando di capire come sono andate le cose - ha assicurato il responsabile dell’ufficio stampa, Luigi Vignando - Sono state rispettate tutte le misure di sicurezza, questa è una cosa che esula dall’ordinario, è una tragedia che può accadere in qualunque cantiere. Facciamo oltre 80 concerti ogni anno e non era mai successo nulla di simile prima d’ora».

Puntuale quanto inevitabile la decisione di sospendere tutte le date dell’«Ora Tour»: «entro domani (oggi, ndr) - ha spiegato Salvadori - dovremo decidere cosa fare: in questo momento nessuno ha voglia di salire sul palco». «Ogni incidente sul lavoro ci costringe a riflettere sulle gravi responsabilità che tutti noi abbiamo e che dovrebbero diventare quasi un’ossessione», ha ammesso il ministro del Lavoro, Elsa Fornero: «è una battaglia di civiltà alla quale personalmente non solo non mi sottrarrò ma dedicherò ogni mia energia».

Numerosi i messaggi di solidarietà fatti arrivare al cantautore e rapper romano da colleghi del mondo dello spettacolo. «Saputo adesso, mi dispiace tantissimo. Ti abbraccio forte Lorenzo», ha postato tra gli altri Fiorello su Twitter. Salvo aggiungere dopo pochi minuti (a correzione di quella che molti avevano interpretato come una gaffe) «Non sapevo del ragazzo morto, mi unisco al dolore dei familiari.. noo, 20 anni..».


www.lastampa.it

Francesco Pinna morto per 5 euro all'ora

È morto per un lavoro di un paio di giorni, dieci ore al giorno, cinque euro a ora. Forse per mantenersi agli studi, o forse solo per avere qualche soldo in tasca Francesco Pinna accettava di volta in volta piccoli lavori «a chiamata». Studente e operaio, è rimasto schiacciato dall'impalcatura che sorregge lo show di Lorenzo Jovanotti. Stando a quanto dichiara a Corriere.it la famiglia del ragazzo e come conferma Loris Tramontin della Zenit, il promoter locale, guadagnava 5-6 euro a ora.

IL CROLLO - Il palco ipertecnologico che è uno dei pezzi forti del tour «Ora» ha retto a tutte le sollecitazioni di oltre 50 date in tutta Italia. A Trieste invece è crollato, travolto dalla struttura che regge l'impianto audio e luci. E sarebbero state proprio le imponenti casse da migliaia e migliaia di watt a precipitare su Francesco, uccidendolo. Gli altri sette feriti sarebbero invece fuori pericolo. Solo per uno di loro permane qualche preoccupazione, visto che resta ricoverato in rianimazione a Trieste. «Normalmente tutti gli apparati vengono appesi mediante motori ai tetti dei Palazzi dello Sport - si legge in un comunicato della Trident, il promoter nazionale -. Visto che la configurazione di quello di Trieste non permette quest'operazione, era stata noleggiata per questo concerto una struttura denominata "ground support" che ha improvvisamente ceduto. Nel crollo è stato coinvolto tutto il personale al momento al lavoro». Non si conoscono ancora le cause dell'incidente: «Il progetto era stato approvato da decine di ingegneri», aggiunge Tramontin. Così come il piano di lavoro era stato redatto da un ingegnere abilitato.

IL LAVORO FRANCESCO PINNA - «Facchinaggio». Così Assomusica inquadra la figura professionale di Pinna. «Era addetto a montare le casse a terra», aggiunge Tramontin. «Si trattava di un lavoro molto semplice, che non richiede particolari specializzazioni. Ha avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. L'impianto audio sospeso gli è caduto in testa, spaccandogli il caschetto». Pinna non dipendeva dalla Trident, ma dalla cooperativa triestina On Stage. «Per ogni unità lavorativa noi versiamo alla cooperativa 13,50, 14 euro a ora -aggiunge Tramontin -. Poi bisogna trattenere i contributi, le tasse, le spese e un piccolo margine. Penso che Francesco non prendesse più di 6 euro a ora, meno di otto sicuramente. Sono davvero sconvolto per quanto gli è accaduto. Era un operaio generico e per quanto ne so lavorava per mettersi qualche soldo in tasca e guardare il concerto la sera. Niente di più».

Antonio Castaldo
http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_13/pinna-cinque-ore_8d459f1c-256e-11e1-97ba-d937a4e61a87.shtml