I palpiti del cuore che si incrociano con le ansie e i sogni della coscienza collettiva in un intreccio di amori, sensazioni, luoghi che alla fine sublimano in versi e melodie in cui ciascuno si può riconoscere. Questo è «Unica», un disco completamente nuovo di Antonello Venditti e nello stesso tempo apparentato con le grandi canzoni del suo repertorio da «Notte prima degli Esami» a «Dimmelo tu cos' è». «E allora canta!», racconta Venditti, «nasce sul terrazzo della facoltà di architettura di Roma dove eccellenze di ogni campo difendevano il loro ruolo al servizio del progresso e della libertà». Che spesso consiste nell' esprimere tanti no, come fece Cecilia, (poi divenuta Santa), «figura di donna che disse no ad abiurare il suo Dio, no alla perdita della sua verginità». Poi c' è «La ragazza del lunedì». Chi è? Ma è l' Italia, a lungo innamorata di Silvio, che, venuta meno la passione, vede l' amante con tutti i suoi limiti. Resta comunque un vuoto («Silvio, che farò senza di te»). Le canzoni vivono di suggestioni. «Ti ricordi il cielo» scritta da Pacifico, «Oltre il confine», ove si ragiona sull' assurdità di guerre di religione che si scatenano in totale contraddizione con l' unicità di Dio. Il disco coglie l' inscindibilità del personale col politico, la socializzazione che fiorisce in rete e poi diventa piazza gremita. È un disco forte, figlio dell' afflato di Venditti verso i giovani, il nuovo, il mondo femminile («Vorrei essere governato da una ragazza»). Medita un ritiro come Fossati? «Ci si ritira da un mestiere o da una carriera. Non da un viaggio del quale non è facile identificare l' inizio e tanto meno la fine».

www.corriere.it

Antonello Venditti – Unica