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Roberto Vecchioni: 'Un'antologia per ripercorrere la mia vita con le canzoni'

Era il 1971 quando Roberto Vecchioni pubblicò il suo primo album da cantautore (autore, lo era già da prima) dal titolo "Parabola" e sono passati quarant'anni dalla nascita di una delle canzoni più rappresentative delle carriera del Professore e della città di Milano: "Luci a San Siro". Vecchioni regala una seconda giovinezza al brano realizzando una versione inedita che vede la collaborazione di Mina: "E' stata divina ad accettare il mio invito", ha raccontato il cantante a Rockol, "Le ho mandato quattro basi e lei ha scelto quella tratta da 'In cantus'. La sua entrata sul brano è perfetta, sembra che nella canzone mi stia rispondendo. Massimiliano Pani mi ha detto che ha rinunciato a molte collaborazioni quest'anno ma che per 'Luci a San Siro' non ha esitato un attimo. Ora dovrà vedersela Massimiliano con tutti quelli a cui Mina ha detto no…".
Il duetto è contenuto in un'antologia dal titolo "I colori del buio" in uscita domani, martedì 29 novembre: "Non voglio definirlo un 'best of' perché non contiene le hit che hanno caratterizzato la mia carriera, il criterio di selezione è stato molto diverso, personale", spiega Vecchioni, "Ho ripensato ai quarant'anni che sono passati dagli inizi ho ripercorso con piacere tutte le emozioni che hanno scandito la mia vita. L'unica canzone che manca forse è 'Pesci nelle orecchie', ma non potevo metterle tutte. Sono andato a pescare quelle che hanno rappresentato a meglio i punti più importanti, i momenti essenziali. Sono andato indietro con la memoria anche per capire in questi anni che forme musicali ho usato, solitamente cantautorali e pop, ma ultimamente mi sono dedicato molto anche al jazz e alla classica, per questo un ringraziamento totale va a tutti gli arrangiatori che mi hanno accompagnato, da Mauro Pagani che mi ha insegnato a cantare etnico a Fariselli che mi ha insegnato il jazz, per passare da Lucio Fabbri che mi ha insegnato la forma canzone e a Mauro Paoluzzi che mi ha insegnato il rock".
(...)
Il doppio album contiene inoltre due inediti e una cover di Rino Gaetano, "Io scriverò": "Gaetano penso sia uno dei cinque cantautore rivoluzionari che davvero hanno cambiato la canzone italiana", racconta Vecchioni, "Ci sono De Gregori, Guccini, Dalla e tanti altri che sono bravissimi, i migliori in quello che fanno, ma se devo pensare ad uno che ha veramente fatto qualcosa di diverso, penso a Battiato e a Rino Gaetano. La canzone che interpreto non è nemmeno tra le sue più famose, ma quando ho letto il testo ho pensato che avrei potuta scriverla anche io, mi è piaciuta moltissimo". "Gli inediti fanno parte di un progetto a cui sto lavorando da un anno con Claudio Guidetti e di cui fa parte anche 'Chiamami ancora amore'. 'I colori del buio', canzone che dà anche il titolo al disco, è tutta la mia vita in quattro minuti, è un particolare racconto di quello che mi è successo mischiano senza ordine cronologico amori perduti e trovati, gioai e dolore. 'Il lungo addio' invece è dedicato a mia figlia che si sposa a maggio. Mi è venuto di raccontare come si sente un padre quando la figlia se ne va, quel misto di malinconia interna, nostalgia per la vita che cambia. Ho deciso non di scriverla parlando a lei, ma al suo compagno, infatti ero un po' felice e un po' incazzato, cercando di raccontargli cos'è stata la vita insieme a mia figlia".
Roberto Vecchioni, infine, commenta le critiche che lo hanno investito nei giorni scorsi per aver accettato l'incarico di presidente del Forum delle Culture di Napoli (propostogli dal sindaco Luigi De Magistris) per i prossimi due anni per un compenso - sembrerebbe - pari a 220.000 euro lordi l'anno: "MI spiace solo che alcuni giornalisti che mi conosco molto bene anziché chiamarmi il giorno prima per sentire il mio parere, mi abbiano chiamato il giorno dopo a notizia già scritta. Il mio pubblico queste cose le subisce, alcuni perdono anche fiducia nei miei confronti, e questo purtroppo non si può recuperare facilmente. Per lavorare come lavoro io, cioè con presenza continua e uno staff serio, sicuramente andrò in perdita. Dovrò viaggiare molto, anche all'estero, e mi servirà un posto dove stare quando sarò a Napoli, cioè spesso. Io non ho mai chiesto quella cifra, di certo mi farò pagare, ritengo che sia giusto, ma è stata presa una voce infondata per notizia certa. Per mantenere questo impegno seriamente devo annullare tre quarti della mia vita artistica: forse io ci rimetto anche un po', che ne dite? Non voglio essere il capro espiatorio del problema politico di Napoli". Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito Internet dell'artista all'indirizzo www.vecchioni.org.

www.rockol.it

Roberto Vecchioni – La videointervista di Rockol

Roberto Vecchioni – La videointervista di Rockol



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Roberto Vecchioni - Pesci nelle orecchie





A parte che nel mare c'era gente insospettabile,
(persino gli idealisti ci nuotavano benissimo),
e poi cambiavo pelle e non sapevo e non capivo che
andarci dentro è facile, tornare no;
e quanti pesci nelle orecchie adesso ho,
la verità nel bosco è dare un senso a tutti gli alberi,
e per sentieri assurdi cercar posti delle fragole,
ma c'è un'uscita sempre, ed io d'uscire non l'ho chiesto mai
e quanti pesci nelle orecchie adesso ho.
Contarli forse sì, levarli più non so.
E forse invidio i giovani che sanno sempre tutto già;
il vero, il bello, il giusto, quel che ha un senso e quel che non ne ha,
si fanno addosso frasi che continuamente applaudono.
Le loro stanze non han muri questo no,
ma per entrarci paghi i loro "io lo so".
Amico amico mio di Spagna, amico uomo, amico libertà,
amico mio di Grecia, amico sangue, amico senza età
amico non ti ho visto né cercato, amico scusami,
ma per amare il mondo come l'ami tu
dovevo odiare troppo, odiare un po' di più.
Padroni grassi sempre in cerca di montagne magiche,
di religioni, filtri, assoluzioni per difendervi,
li vendo, vendo, vendo, vendo, vendo, vendo e sono io,
avere pesci nelle orecchie che vi fa?
Voi ve li nascondete, ma vi puzzan già,
amico mio di vino, di canzoni e grandi alibi,
amico sbronzo fatto e poi fumato sopra i tavoli,
tu che sei tanto bravo, che alzi il pugno e fai l'anarchico,
insegnami a cantare come canti tu
mezzo milione a sera o perdi la virtù.
E quante madri, madre, ho sovrapposto alla tua immagine,
per ritornarti in ventre con la voglia di essere piccolo,
per non sentirmi idiota quando canto e non capiscono,
e quanti pesci nelle orecchie adesso ho.
Contarli forse sì, levarli più non so.
Ragazza mia che invecchi, lentamente, come Dorian Gray,
ti ho disegnato barba e baffi per potermi dire che
le luci di S. Siro sono state solo fatti miei,
dicevo nelle mani quanti sogni ho,
li vuoi cantar con me? Da solo io non so.
Amore mio di oggi sei la gaffe di un altro uguale a me,
lui si era accorto che vendevo l'aria a prezzi altissimi
e quando mi ha sparato lo faceva per difendersi
sì ma la palla dalla testa non va via
e lui fa il grande adesso con la vita mia
amore mio che prendo come scusa molto abile,
amore mentalmente fatto a pezzi rimontabili,
amore non è vero, amore t'amo, amore ascoltami...
quante volte ti volevo dire, sai:
"se non ci fossi tu...", poi non l'ho detto mai.