MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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"La versione di Vasco" è in pillole - La vera storia di vita (e pensiero)

Il Barney di Mordecai Richler non poteva immaginare che un giorno una rockstar italiana avrebbe mutuato il titolo della sua «Versione», per dare di sé, in un libretto svelto e diretto come un vangelo (i cui incassi andranno in beneficenza) un’idea non mediata dal fuoco traverso di un biografo. «La versione di Vasco», editore Chiarelettere, in uscita oggi, è un compendio di frasi spesso brevi e piene di puntini di sospensione com’è nello stile spezzato del Vasco Rossi parlante&ragionante. Pronunciate o scritte in vari anni e occasioni, le frasi si compongono a formare un puzzle di autenticità personale, a sostituzione delle tante autobiografie che escono in questo periodo di personaggi del musicbusiness. Ne esce un autoritratto spartano e diretto, semplice e complicatissimo, di un uomo che ha appena svoltato rispetto a una felicissima vita di successo, pagando la propria decisione con una lunga e complessa malattia (che qualcosa di psicosomatico avrà pur avuto). Una rockstar dimissionaria ma per nulla intenzionata al ritiro, anzi più che mai decisa a "tormentare" ancora a lungo chi vorrà seguirlo ed ascoltarlo. Un florilegio indispensabile per capire davvero chi sia Vasco Rossi: uno che ha letto tutta la «Recherche» di Proust, uno che cita Dostoevskij e Nietzsche con la naturalezza del consumatore di filosofia.

LA SUA FAVOLA.

«La mia sembra la favola di Cenerentola. Al posto della strega, la chitarra. La strega sono stati gli eccessi degli Anni Ottanta e il mio principe la musica rock. Ma io sono un’anima in pena, mai contento, mai felice, mai sereno. Mai soddisfatto... Il mio male di vivere lo combatto con la musica e le canzoni».

IL PADRE

«Lavorava come un mulo, tornava a casa dopo aver guidato il camion tutta la notte e trovava suo figlio ancora a letto alle 11 del mattino... facevo il fighetto. Non dev’esser stato facile accettare un figlio che non aveva ancora le idee chiare su cosa voleva fare da grande... era morto da soli quattro giorni. Avevo un concerto ma mi sentivo perso...Lo dissi a mia madre e fu lei a rispondermi che non dovevo mollare... Così andai. Trovai il coraggio. E la forza di non piangere. Avevo detto a me stesso che, se avessi pianto, sarei diventato anch’io camionista come mio padre».

LAURA, LE DONNE E LE FIGLIE FEMMINE.

«Una volta Pino Daniele mi ha detto: "In questo mestiere le donne ti possono schiacciare". Per questo ho scelto una compagna fuori dal giro: temevo la sindrome Yoko Ono». «Non ho avuto figlie femmine. Questa è stata la mia punizione divina perché l’avrei voluta veramente una femmina, avrei voluto una donna che mi amasse davvero...».

IL CARATTERE.

«Sono un carattere di quelli che hanno il famoso mal di vivere. Io non so cosa sia, però in realtà sono un tipo molto solare quando c’è la gente... Già "Jenny" aveva chiarito che non ero un ragazzo particolarmente felice o allegro, avevo qualche problema di esaurimento nervoso come si chiamava a quei tempi. Oggi si chiama depressione».

I FANS

Cari amici, fratelli, compagni di strada, di vita, di illusioni, di passioni e di grandi delusioni. Non vi chiamo fan. Per voi la parola fan è ridUttiva, semplicistica e anche un po’ offensiva. «voi siete persone! Con una grande affinità elettiva tra voi e con me! Non siete una massa ottusa e onologata, rimbambita e unita, amante della Coca-Cola o persa e delirante dietro lo stesso cantante, sognando di sposare Simon Le Bon».

IL ROCK

«Il rock è musica che ti conforta quando sei un po’ nervoso. La musica rock ha una parte violenta e una parte estremamente dolce, non ha vie di mezzo. Può essere o una ballata struggente, straordinaria, non so..."Angie" dei Rolling Stones, oppure "I can’t get no Satisfaction", non posso essere soddisfatto, non trovo soddisfazione. E’ una musica che ti conforta e ti fa compagnia perché ti aiuta a scaricare la tua nevrosi».

RADICI E SCRITTURA

«Io vengo dai cantautori, ho cominciato a scrivere ai tempi di Guccini, Dalla, De Gregori, De André. Cercavo di far canzoni come quelle, naturalmente non riuscivo a farle così belle, perché non avevo quel linguaggio. Poi ho iniziato a scrivere canzoni particolari... La prima è stata "Ogni volta". L’ho scritta una mattina, ero sul letto, dovevo ancora dormire e secondo me ho cominciato proprio a delirare... quando l’ho finita ero convinto che fosse una canzone che capivo solo io. Poi l’ho fatta sentire e ho avuto la meraviglia che la gente capiva perfettamente. Così ho trovato il mio stile».

ROCKSTAR ADDIO

«La vita è come un’onda che ti trascina e ti trasporta... Poi però raggiunge la riva e sembra morta. Invece no: si rinnova!....Così io ho dichiarato conclusa la mia stra-ordinaria attività di rockstar... Ho finito una corsa che mi ha portato alla vittoria... Adesso cambio forma, cambio mira. Mi lancio in una sfida nuova. Alzo la posta. Sta per nascere un Vasco nuovo, inedito, ancora più libero, più vivo e più solo...Ancora più folle, temerario... e scomodo».







Marinella Venegoni



www.lastampa.it

Vasco Rossi - Vivere non è facile [HD]

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