MUSICA




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Faletti: “Mina dà voce alle mie emozioni ma ora penso a un disco tutto mio”

Una frase buttata lì da Mina, scrivendo su Vanity Fair di Giorgio Faletti e del suo nuovo romanzo ( Tre atti e due tempi ), riguarda una canzone che uscirà sul nuovo album, Piccolino (nei negozi da lunedì 21). «Il pezzo s' intitola Compagna di viaggio », scrive Mina. «Se può essere una referenza, vi dico che a me piace moltissimo. Tutti quelli che l' hanno sentito ne sono rimasti toccati, senza conoscerne la genesi. Raro. Se ne avrà voglia ne parlerà lui». Come dire, lasciamo all' autore la scelta e la responsabilità di parlarne. E allora eccoci qui, a chiedere a Faletti in persona di cosa si tratta. «La storia nasce da un fatto drammatico. Due anni fa un' amica di mia moglie, una ragazza di Asti, una delle sue migliori amiche, nel corso di un sopralluogo in un cantiere è caduta nel buco dell' ascensore ed è morta, una tragedia, terribile. Un paio di mesi dopo, ero a casa mia all' Elba al pianoforte, mi è venuta in mente questa canzone, l' ho scritta abbastanza di getto, musica e testo. Allora l' ho registrata, un semplice provino fatto in casa, e l' ho mandata a Mina, senza dirle nulla della storia che c' era dietro». E cosa è successo? «A Mina è piaciuta molto. Mi ha chiesto se poteva inciderla. Per me era scontato, ovviamente. Non c' era bisogno che me lo chiedesse. Anzi, non nascondo che per me e mia moglie è motivo di piacere e di orgoglio che il ricordo di quest' amica sia stato immortalato nella storia della musica. Mi hanno mandato il pezzo in anteprima, in un file mp3,e io ho mandato a lei in anteprima il libro, da cui deriva quello che ha scritto su di me». Possiamo immaginare l' emozione di ascoltarla cantata da Mina. Come ha affrontato la tragedia? Cosa dicono i versi? «È stata un' ispirazione emotiva. Dice più o meno così: "Sono seduta accanto a te, anche se adesso non mi vedi, con il mio sguardo che non c' è, osservo il gioco dei pedali sotto i piedi, e sono fatta d' aria, la stessa aria che ancora respiri leggera, e sono accanto a te sono la tua passeggera". La sua versione è bellissima. Come sempre succede quando scrivo, ce l' avevo nelle orecchie cantata da me, e invece sentita da Mina, anche se l' arrangiamento è diverso, è un' altra cosa ma ho capito che lei ci è entrata perfettamente, ci sono intenzioni che corrispondono perfettamente alle mie, ma io penso che quando una canzone è scritta su emozioni, c' è la possibilità di farla arrivare a tutti, e poi la voce di Mina viaggia su un' astronave». Con Mina c' è un rapporto d' amicizia? «Ogni tanto ci scambiamo impressioni di vita via mail. Lei mi ha rimproverato di prendere sottogamba la scrittura delle canzoni e allora le ho promesso di sommergerla». Prima di Mina aveva lavorato anche con Milva... «Milva è una grande, sono le ultime dive che ci sono rimaste, e come tali vanno trattate. Mina poi è un capostipite. Ed è completamente istintiva. Senza pensarci due volte ha pubblicato un' email che mi aveva scritto come commento al mio libro. Comunque, una cosa è certa, sei fortunato se nella vita scrivi una canzone per Mina, se ne scrivi due, com' è successo a me che ne avevo già scritta una per l' album Caterpillar, sei molto fortunato. Ora sono intenzionato a scoprire cosa diventi se ne scrivi tre...». Ma a questo punto, Faletti, perché non lo incide lei un disco? «Materiale ne ho molto, vediamo cosa succede, non è escluso che io decida di scendere in campo, mi fa ridere l' idea, magari proponendo canzoni che ho scritto per altri e che non ho mai cantato, con alcune nuove, perché no?». Ora è in Danimarca, a promuovere il nuovo libro? «In Danimarca sono venuto per quello vecchio, Appunti di un venditore di donne. Il nuovo è uscito in Italia solo da pochi giorni e sta andando alla grande. Sono contento anche della qualità del libro, perché non è un thriller, è ambientato nel mondo del calcio, una storia dove non ci sono assassini, delitti, parla di un magazziniere di una squadra di serie B nel momento magico dei playoff per andare in serie A. C' è molto della mia vita, in una ipotetica città di provincia del nordovest, molto simile ai sapori di quella dove ho vissuto fino a 27 anni. Sembrerà assurdo ma sono diventato uno scrittore internazionale. A marzo il libro verrà pubblicato in America, dicono che stanno preparando un lancio in grande stile...». Tornando a Mina, le piacerebbe un giorno realizzare un duetto con lei? «Non oso sperare tanto, però non si sai mai nella vita. Sarebbe un sogno, ma credo ci metterei un paio di mesi a riprendermi». Il racconto della canzone ha a che vedere con il dramma delle morti bianche? «Sì, ovviamente, ma su questo preferisco non dire nulla. C' è un' indagine ancora in corso, sicuramente c' è stata molta sfortuna, la disgrazia di essere nel posto giusto nel momento sbagliato, e quindi al momento è difficile dire se ci siano responsabilità o meno. La canzone è più che altro fondata sulle emozioni, è un discorso che questa persona fa come se fosse ancora in mezzo a noi, cosa che peraltro è vera. Le ho dedicato anche un libro, a lei e a un altro amico scomparso». -


Gino Castaldo
www.repubblica.it

17.11.2011