MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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giorgia e mina

cadiamo tutti inevitabilmente a voler fare paragoni ma è sbagliato ( e mi ci metto anch'io).Prendiamo questi "omaggi" come tali e null'altro.Perchè dire che una è migliore dell'altra? Mina è più brava di Ornella, di Milva, della Pavone (nessuno la cita mai ma i dischi che ha venduto Rita sono un miraggio per i cantantucoli di oggi)di Elisa, Giorgia e chi volete voi? NO! ognuno ha un suo stile che piaccia o meno; a proposito esiste anche una versione di "se telefonando" di Elisa che non è male.Vi piace di più l'appuntamento della Vanoni o la versione di Mina spagnola?tanto per dirne una...

Rita l'incompresa...

Hai perfettamente ragione, si citano sempre le stesse e si trascura chi comunque è stato un pilastro della televisione e della musica italiana… e mi riferisco proprio a Rita Pavone. E’ vero che ha venduto milioni di dischi… per la precisione, a tutto il 1980, la considerevole cifra di 20 milioni di copie (fino ad allora la media di oltre un milione all’anno) di cui, e qui sta il fatto eclatante, più 15 milioni nel solo periodo 1963-1967. Insomma una cifra mai superata in Italia e che trova eguali solo all’estero (Presley, Beatles, Rolling Stones, ecc…). La Pavone ha varcato con strepitoso successo anche i confini nazionali (una sorta di Laura Pausini dell’epoca), è stata ai primi posti delle classifiche europee, è entrata –mi sembra– una volta anche in quella americana ed è stata vedette all’Ed Sullivan Show. Durante il “soggiorno” americano ha ricevuto i complimenti personalmente da Barbra Streisand, Chet Atkins, Tom Jones, Paul Anka, ecc… Insomma, è stata un vero fenomeno non solo musicale ma anche di costume e c’è tanto da dire sulla “Ritin” nazionale ma non so se è consentito farlo qui...

Rita Pavone

Dopo soli cinque anni di grandissimo successo in Italia l’astro di Rita Pavone tramontò e nonostante il suo disordinato inseguire occasioni per riuscire a mettersi in mostra non riuscì mai a risalire la china. Si trovò chiuse tutte le porte sia televisive che discografiche per la relazione con Teddy Reno.
La Rai la mise in isolamento in seguito a una serie di querele intraprese dai coniugi. Querele che avrebbero potuto evitare, come quella contro Alighiero Noschese per uno sketch in Doppia Coppia.

Preso atto di questa situazione, Rita Pavone si dedicò ai mercati stranieri (prevalentemente francese e tedesco) dove continuò ad avere un buon riscontro. In Italia provò a riciclarsi come artista a tutto tondo (un po’ come Loretta Goggi), tentando la carta della commedia musicale con Macario, ma senza più conoscere il successo di pubblico degli esordi.

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“In lei la femminilità, almeno per il pubblico, era pressoché nulla. All'improvviso quel pubblico scopre che Rita Pavone non è Giamburrasca, che ha dei sentimenti come tutte le altre donne (ha 22 anni) che può innamorarsi. Dunque, chi è la Pavone? Quella che il pubblico italiano ha eletto a beniamina negli ultimi 5 anni ed idealizzato come una sorta di Peter Pan, oppure una donna vera? Perché la Pavone non può essere come tante altre oppure, restando nel mondo della canzone, non può essere come una Mina, che dell'anticonformismo in amore è la bandiera? O una Patty Pravo, descritta come una mangiauomini a soli 19 anni? La Pavone che dice di amare un uomo di 20 anni più grande di lei crea sconcerto. Quello che prima era solo un manager e un secondo "papà" per la Pavone si mostra per quello che è, un "mostro approf ittatore". Il vero papà della Pavone ostacola la storia tra la figlia e Teddy Reno. Poi alla fine "acconsentirebbe" se gli venisse data una "liquidazione" pari a parecchie centinaia di milioni di lire (che ha preso). In più pretenderebbe il 20% degli incassi della figlia. Una figlia come merce di scambio. Mangiata la foglia, il pubblico si disinnamora del personaggio, mentre il padre continua a vendere ai giornali "sensazionali esclusive" sulla celebre cantante. (..)”


http://www.hitparadeitalia.it/voli/articoli/ch670831.htm

Rita Pavone

Negli anni sessanta le quattro indiscusse “Signore della Canzone” per una strana coincidenza si trovarono accomunate da tormentate scelte di vita in netto contrasto con il perbenismo di quell’epoca. Mina aspettava un figlio da un uomo sposato, la Vanoni “felicemente” separata e con un figlio (successivamente prima divorziata Vip d’Italia) allacciò una relazione con Paoli quando ancora non era finito del tutto il sodalizio artistico-sentimentale con Strehler, la Zanicchi aspettava un figlio illegittimo dal suo discografico col quale convolerà poi a nozze riparatrici e Milva che aveva sposato un uomo molto maturo rispetto a lei (il regista Corgnati), dopo essere stata plasmata artisticamente da questo, lo lascerà per iniziare una tormentata relazione con l’attore Piave e la canzone che propose in quel periodo, “Se piangere dovrò”, suonava proprio come una denuncia e una sfida al falso perbenismo imperante. La Pavone invece era la ragazzetta senza grilli per la testa come le “Signore” e rappresentava alla perfezione quello che voleva il pubblico in una cantante giovane e simpatica ma non bella e simbolo della gioventù del tempo.

Figlia di un operaio della Fiat, non aveva scandali alle spalle o storie ambigue che urtavano contro le pubbliche virtù… Però proprio la vita familiare ebbe poi un ruolo chiave nel suo declino artistico. La vispa ragazzetta che tutti avrebbero voluto avere per figlia si innamorò e sposò Teddy Reno, un uomo troppo maturo per lei e che peraltro già aveva un matrimonio e figli alle spalle… Come ha detto già Paolo, il padre della Pavone ostacolò questa relazione e sull’onda del successo e dei guadagni della figlia, diede fuori di testa. Mi sembra che si legò anche ad una ragazza e lasciò moglie e figli contro i quali iniziò un’azione legale perché esigeva parte dei guadagni di Rita e spesso la cosa finiva anche in denunce e zuffe pubbliche. Insomma, Rita che poi ha avuto un’irreprensibile vita matrimoniale, è stata coinvolta in scandali in cui lei era solo vittima e tutto questo ebbe il cattivo esito di offuscare ulteriormente il suo personaggio. Ormai non era più la ragazzetta della porta accanto e lei stessa faticava a trovare una precisa dimensione artistica dopo gli anni del vero successo.