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I Coldplay presentano “Mylo Xyloto” a Madrid: “E’ un nuovo inizio”

“Hi, we’re U2”. I Coldplay scherzano, presentando il nuovo disco “Mylo Xyloto”. Ieri, 26 ottobre, hanno radunato una parte della stampa europea a Madrid: una conferenza stampa nel pomeriggio, e in serata un concerto in diretta YouTube dalla Plaza De Toros, con la regia di Anton Corbijn. Quando entrano nella sala dell’hotel per parlare con i giornalisti, Chris Martin inizia subito con una battuta (la potete vedere all’inizio del riassunto video della conferenza stampa che abbiamo montato qua sotto). E continuerà per tutta la durata della chiacchierata con i giornalisti, alternando battute a risposte serie.
Le prime domande, in realtà, arrivano da alcuni fan invitati all’evento. Sono le domande forse più banali, ma anche quelle che meglio servono a capire il nuovo disco: “Il titolo non significa nulla. E’ come un tela bianca, un nuovo inizio”, spiega Will. “Facciamo molto caso ai graffiti e alla street art, è una delle cose che vediamo di più delle città in cui andiamo. Lì la gente non si firma mai con i propri nomi. Mylo Xyloto sembra un tag di questi graffiti", subentra Martin. Che poi spiega in che senso si tratti di un concept album: “non lo è nel senso tradizionale, non ci sono storie epiche... abbiamo cantato di tante cose tristi negli anni passati, così questa volta volevamo dare uno sfondo di speranza alle nostre storie; raccontiamo di due personaggi e del loro rapporto con l’amore, di come lo scoprono”. Un paio di domande vertono sul chiacchierato duetto con Rihanna, “Princess in China”. “Chiunque avrebbe voglia di fare un duetto con lei. Avevamo questa canzone, scritta per il suo disco precedente, “Rated R', che era scuro. La canzone ci piaceva, alla fine volevamo tenerla, e così gliel’abbiamo fatto cantare. E’ una cantate straordinaria, ed è il miglior cantato che abbiamo mai avuto su un disco dei Coldplay... Non facciamo molti duetti, non abbiamo una lista, ma se lei ci fosse, sarebbe in cima”. Guy Berryman definisce il disco sperimentale: abbiamo anche considerato l’ipotesi di fare un disco acustico abbiamo collaborato con persone diverse, ci siamo sentiti davvero liberi, dice: "Ci è servito anche l’apporto di Brian Eno. Ci ha dato molte idee, una visione diversa, anche se spesso poi abbiamo finito per fare di testa nostra”. Eno, che aveva co-prodotto “Viva la vida”, su questo disco è accreditato come autore di generiche “Enoxyfications”.
Quando le domande vengono fatte dai giornalisti inglesi, Martin si mostra più reattivo, anche se continua a stemperare con qualche battuta. Racconta che gli piace X Factor, “Ma siamo troppo vecchi per andarci”, dice con un sorriso. Quando la giornalista insiste chiedendogli se gli piacerebbe sentire un disco intero di una concorrente del talent show, versione inglese, dice di sì. Poi, sempre con un sorriso, chiede: “State per costruire un titolo su una mia affermazione fatta annuendo con la testa?”.
Ad un certo si sente un rumore che ricorda un vetro rotto e Martin commenta ridendo: “Ecco il mio ego che si infrange per le vostre critiche”. E’ una battuta, ma quando una giornalista gli chiede come mai sembrano sorvolare su così tante critiche e così tante accuse, Martin si rabbuia: “Se ti riferisci alle accuse di plagio, sono stronzate, sono cose che mi fanno davvero incazzare e che prendiamo seriamente. Ma le critiche sono una cosa diversa. Siamo così felici di fare questo lavoro che se dobbiamo incassarne qualcuna da chi non apprezza quello che facciamo, allora pazienza”, ritorna a dire con un sorriso. Un sorriso a denti stretti quello che invece arriva quando gli chiedono se ha mai pensato di fare un duetto con sua moglie, Gwyneth Paltrow (le cui doti canore sono state riportate in auge dalle partecipazioni a "Glee"): "Che domanda è questa?", dice. "Si, ha una bella voce, ma davvero non so cosa rispondere".
L’ironia e l’understatement tornano a prendere il sopravvento quando gli si chiede cosa ne pensino di un premio appena attribuitogli da una rivista inglese: “Hanno stabilito che siamo il ‘Today’s best rock act’, ma non so se questo premio duri più di un giorno, al massimo una settimana. se fosse un periodo di tempo più esteso, non so neanche se faremmo la top 200, se penso a gente come gli U2, a Bob Marley, a Stevie Wonder, a Michael Jackson”. La stessa umiltà che arriva quando chiarifica la frase che gli è stata attribuita nei giorni scorsi: “Scrivo testi veramente di merda... No, non è vero, non l’ho detta. Cerco solo di scrivere testi emozionalmente veri, e faccio del mio meglio”.
Martin parla per la maggior parte del tempo, ma ha sempre bisogno del supporto del resto della band: si vede da come cerca i suoi compagni con lo sguardo, e da come racconta il processo di scrittura: “Io scrivo la notte, porte le mie idee a Johnny, a cui solitamente piacciono. Will è l’animo critico della band, solitamente dice che gli fanno schifo. Se le mie idee superano questi due ostacoli, arrivano a Guy. E alla fine di questo proccesso, le idee sono trasformate”. “La chimica è importantissima, è tutto quello che abbiamo”, chiosa Will.
Dopo mezz’ora, e dopo una raccomandazione a venire al concerto (“Proveremo qualcosa di speciale, questa sera”, dice. “Anton è una persona dal talento incredibile, è un onore che ci sia lui a dirigere la diretta”).
La sera Martin continua a mostrarsi fisicamente in forma, saltellando qua e là come suo solito. Il catino circolare della Plaza De Toros è scenografico e colmo di 15.000 spagnoli urlanti. La serata viene introdotta da un video della band con Corbijn. Poi, alle 22.15 arrivano loro: fuochi d'artificio, effetti speciali, e la luce di migliaia di braccialetti interattivi - avuti all'entrata dal pubblico -che si accendono in contemporanea, ad un comando della regia. L'effetto è spettacolare, come spettacolare è buona parte del concerto. La band piazza in entrata subito "Yellow" e "Coldplay", e altre trovate scenografiche (palloni da spiaggia lanciati dall'alto, laser, cannoni che sparano farfalline di carta). Le trovate rischiano di mettere un po' in sottofondo la musica, con Martin che ogni tanto esagera facendo cose che non sono nel suo repertorio (come quando lancia un po' goffamente una chitarra elettrica per aria). Ma in generale i Coldplay fanno il loro dovere, offrendo uno show compatto nella scaletta e nei suoni (anche se qualche volta si aiutano - questa è la sensazione - con qualche base preregistrata). Qualche nuovo brano in scaletta - ma senza esagerare - e molte hits. picchi sono l'intermezzo semi-acustico sul centro palco a forma di "X" e il finale, con l'1-2 "Fix you"-"Every teardrop is a waterfall". Dopo un'ora e mezza, il concerto è finito. Pubblico entusiasta e obbiettivo riuscito: i Coldplay hanno presentato al mondo "Mylo Xyloto" nel migliore dei modi possibili, parlando e suonando.

www.rockol.it



Rockol - I Coldplay presentano "Mylo Xyloto" a Madrid: la conferenza stampa. on MUZU.TV