MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Ivano Fossati oggi compie 60 anni

Benché la sua firma si trovi puntualmente in calce a diverse tra le canzoni più memorabili che costellano la storia della canzone italiana ("E non finisce mica il cielo", cantanta da Mia Martini, "Non sono una signora", resa immortale da Loredana Berté, "Pensiero stupendo", per Patty Pravo, "Un'emozione da poco", interpretata dalla Oxa, per tacer dei servigi resi a Mina, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Alice, Tosca e molte altre) Ivano Fossati è uno che - col grande pubblico - raramente ha incrociato lo sguardo. Schivo di suo, meno inquadrabile di altri colleghi, al cantautore genovese amico di De André - con lui scrisse, oltre ai testi di "Mêgu megùn" e "A çimma", testi e musiche di "Anime salve" - di farsi notare non è mai importato nulla: sensibile alla politica e al sociale ma lontano dall'idea di militanza in senso stretto, colto - anzi, coltissimo - ma dotato di un incredibile capacità di dissimulare il suo enorme bagaglio musical-culturale (e proprio per questo apprezzato universalmente come autore), Fossati è sempre stato ai margini, sapendo non farsi trovare dalla luce dei riflettori che lo inseguivano. (...)
Severo (prima di tutto con sè stesso), ma capace di grande leggerezza, "alto" ma allo stesso tempo "pop(ular)" ("La canzone popolare", ca va sans dire), insofferente (memorabile l'amore-odio per il cavallo di battaglia - suo malgrado - "La mia banda suona il rock"), Ivano è passato ovunque, dal rock a suggestioni etno (in tempi non sospetti), passando per il folk e la canzone d'autore. E nonostante abbia fatto praticamente tutto non è per niente soddisfatto. Sarà per questo che dal 1973 (anno di pubblicazione di "Il grande mare che avremmo traversato", suo primo album solista, senza contare "Dolce acqua" del 1971, coi Delirium) la sua produzione è sempre stata a livelli siderali, ridefinendo uno standard qualitativo che distribuito su un corpus discografico incredibilmente vasto, in questi tempi di "one hit wonder" (possibilmente low-cost, magari passati dai talent, ché si risparmia su promozione e produzione), sembra quasi irreale. Ed è un vero peccato, perché la sua grazia, la sua discrezione, la sua sobrietà - come autore e personaggio - rappresenterebbero oggi un vero e prioprio patrimonio nazionale, se non avessimo dimenticato che un artista è soprattutto un artigiano, che si trova a fare i conti non solo con l'ispirazione ma anche con la traspirazione. Ma tant'è: a separare il grano dal loglio c'è sempre il talento. Cristallino, puro e incontestabile, come il suo. E siccome la critica che si rivolge più spesso agli artisti è quella di non sapersi evolvere, di rimanere chiusi in un personaggio, di aver paura del cambiamento, scorrendo con gli occhi i suoi dischi, sullo scaffale, viene davvero difficile non dirgli - oggi, che compie sessant'anni - "tanti auguri, Ivano. Cerca di non cambiare mai".

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