MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Il nuovo Vasco un po' funambolo, un po' filosofo

Ma anche effetti speciali per il numero zero del tour




Il fantasma di un funambolo si aggirava ieri sera sullo stadio del Conero di Ancona, dove in trentamila hanno aspettato tutto il giorno fra pioggia e vento l’arrivo di Vasco Rossi. Il funambolo ieri sera aveva un impegno, e lo vedremo soltanto da San Siro in poi, il 16-17-21 e 22 giugno (già tutte belle esaurite). Sarà lui, il funambolo, a dare forza metaforica e visiva a questo «Live Kom 011 tour» che è concepito in verticale, nel ricordo del testo di Sally che cantava come la vita fosse tutto un equilibrio sopra la follia: e anche nello spirito del nuovo album vaschiano, «Vivere o niente», dove ci sono un bel po’ di canzoni pensose, fulminei trattatelli di minifilosofia su argomenti impegnativi come ad esempio il credere o no in Dio ( Manifesto Futurista ). Insomma, Vasco mescola più del solito l’alto e il basso: ma per alto si intende anche il palco che è una struttura triangolare metallica, una specie di grattacielo chiuso dentro tre tralicci, alto 53 metri, affiancato da tre gru che si muovono a sorpresa e tiran su e giù oggetti e anche robe decisamente ingombranti tipo due Ford Taunus gialle, per capirci quel modello passatello che Vasco in fuga guida sulla copertina dell’album, e che ha per targa appunto «Kom011».

«Kom» sta per comandante ed è lui, il Vate di Zocca. Così lo chiamano tutti, si è fatto pure pericolosamente fotografare con una giacca mimetica, lui che è contro la violenza. Ma pazienza: qui, nella data zero del tour di ieri sera (dove quelli del fansclub entravano gratis), l’irruzione del nostro divo rock più impegnativo è stata in giacca di pelle nera, cappellino al rovescio, occhialoni neri. In attesa del debutto in pompa magna (ma senza funambolo, ancora) l’11 giugno all’Heineken Festival, dove sono stati venduti già altri 30 mila biglietti, il cimento programmato è con ben nove pezzi nuovi nuovi, e si parte subito con quelli più giocherelloni, che sono un’altra specialità della casa: tiratissime Sei pazza di me (s’immagina sia una dedica al pubblico, che infatti subito lo adora), e Non sei quella che eri , dedicata a una donna rompiscatole. Cercando l’equilibrio sopra la follia di questo suo momento che vira ormai verso i sessanta, Vasco appare concentrato, mentre si va oliando la macchina che lo porterà in giro per gli stadi italiani fino alla fine dell’estate.

Non manca l’esegesi. « Vivere o niente significa vivere oppure vivere senza fare niente. Ma io dico vivere perché bisogna avere il coraggio di rischiare per trovare un equilibrio, perché la vita non è garantita», dice alla folla. E ancora, sul fermo di polizia: «Non ti fan neanche telefonare a casa e al tuo avvocato, questo succede solo nei telefilm americani. La libertà bisogna conquistarsela, non te la dà il governo». Pensavate di essere a un concerto rock, in mezzo a tutte quelle torri metalliche, in mezzo ai giochi laser, alle grafiche che salgono e scendono dal fronte del palco, alle macchine che ballano. Ma Vasco butta fra le chitarre pesanti e l’ottima batteria anche un po’ di semi di ragionamento, e di sfida. L’altra volta citava Spinoza, oggi è andato avanti, però il vestito è quello, del rock, quello è il suo linguaggio. Mettesse una scrivania, sul palcoscenico, non sarebbe male, ormai.

Guardare in alto, tenendo i piedi per terra, questo è l’invito e la sfida: temi alti, che si fanno ascoltare in mezzo agli effetti speciali, i fuochi frontali su spari sopra , il funambolo prossimo venturo nell’«Interludio» strumentale, gli squarci di luci laser che poi si espandono a ragnatela, e persino piccoli allievi ballerini nel medley: già, gli piace la danza, la incoraggia, e nel 2012 ci sarà alla Scala uno spettacolo su alcune sue canzoni al femminile per il quale ha scritto il libretto. Vivere o niente, anche sulle punte, non è facile.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Vasco Rossi - Vivere Non è Facile

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