MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Baglioni, 150 minuti in cd, 70 artisti Per "Q.P.G.A." vera opera popolare

Da Mina ad Arbore, da Battiato alla Berté.........


Magari non se ne potrà più dell''acronimo Q.P.G.A (naturalmente, «Questo piccolo grande amore»), ma dopo il film non granché, dopo il romanzo così/così, il disco-monstre di Claudio Baglioni che esce venerdì per la celebrazione dei 40 anni del primo concept-album italiano, è destinato a lasciare una traccia nella storia forse ormai minima della musica popolare. Baglioni ha fatto un lavoro enorme, e pregevole, per trasformare una semplice riedizione di un ellepì di successo in un''operazione invece originale, e c''è riuscito: sono 150 minuti di musica, con 70 artisti compreso il padrone di casa. Roba da far tremar le vene solo a pensarci. In realtà, spiega benissimo il Divo Claudio: «E'' una scrittura musicale completamente rinnovata. In una vera e propria partitura si fondono insieme brani editi e inediti con brani e momenti musicali che nascono dalla contaminazione degli uni e degli altri. I temi melodici vengono annunciati, abbozzati, suggeriti, sviluppati, ripresi, smontati e rimontati». Il lavoro di incastro fra i 15 pezzi originali e 52 altre composizioni (o scomposizioni), ha generato una sorta di fresca e trascinante sinfonia di matrice pop: come una lunghissima canzone, come un''opera popolare. Alla fine dell''ascolto, mai noioso, è chiaro che nei retropensieri di Baglioni c''è un futuro in musical, per «Q.P.G.A»: «Non lo nego - ammette lui -. Ma bisogna scrivere i testi». C''è da giurare che succederà.


In un gioco di specchi e rifrazioni sonore, come un regista Baglioni ha assegnato rigidamente le parti ai colleghi che hanno aderito al suo invito: «Mi sentivo un po'' in colpa, per chiedere loro di cantare solo piccoli camei, o graffi, evitando i duetti. Ma Mina mi ha tolto dall''imbarazzo: "Così - mi ha detto al telefono - suoneranno come regali eleganti e preziosi"». Mina - con Bocelli, Giorgia, Morandi, Cocciante, Venditti, Joseph Calleja - è una delle star impegnate in ouvertures e interludi di QPGA la canzone: ognuno ne canta una parte, disseminata secondo imperscrutabile disegno, mentre è Morricone ad accompagnare magistralmente al piano Claudio, nell''esecuzione integrale.

Ma tutto l''infinito disco è costellato di idee carine, anche spiritose, del cocciutissimo regista/autore: ecco i Pooh («abbiamo registrato che erano ancora tutti e quattro, non avevano neanche annunciato il divorzio di D''Orazio») in una rutilante «Che begli amici»; ecco Fiorello che riecheggia con Claudio una «Porta Portese» già pronta per il famoso musical, mentre Elio e Le Storie Tese si appropriano alla loro maniera di «Svelto o lento». Ma ci sono anche il figlio Giovanni, Pino Daniele, Renzo Arbore, il bravissimo Telesforo, Morgan, Ruggeri, Finardi, Renga, Danilo Rea e Gigi D''Alessio con la Tatangelo, Franco Battiato.

Per le partner, Baglioni ha gusti speciali: la Vanoni è come tornata ai tempi delle canzoni della mala in «Fiore di sale», Laura Pausini lo manda in brodo di giuggiole con i toni stra-popolani di «Con tutto l''amore che posso». Si succedono Fiorella Mannoia, Alice, la Berté, e Dolcenera e Ferreri e Amoroso: insomma, un piccolo gotha, nel quale si nota almeno l''assenza di Zero ed Elisa.

Baglioni, nel percorso, è una sorta di Zelig che trascorre dal pop al rock al piano e voce. Si adatta agli ospiti, poi è se stesso: «E'' stata una specie di festa di compleanno, con graffitari che si sono uniti per sporcare questo muro della musica e della memoria».

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Il tour: debutto a Milano (5-8 dicembre); Padova (10-13); Napoli (15-18); Firenze (20-23); Roma (26-30); 4-6 gennaio Bologna; 8-10 Genova.

www.lastampa.it