MUSICA




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OSSESSIONATI DA MINA MA LEI NON C'E' DICE ORENELLA VANONI

l’Italia la sostiene mentre oggi la vera star è la Pausini»
«Ossessionati da Mina. Ma lei non c'è»
Ornella Vanoni nel cd «Più di te» interpreta i successi dei cantautori: «A volte vorrei essere uomo»

Ornella Va­noni (Ansa)
MILANO - «A volte penso che mi piacerebbe diventare uo­mo, vivere una vita diversa e poi decidere. Ma non essendo possibile mi sono limitata a non stravolgere i testi dei can­tautori e cantare al maschile. Tanto i sentimenti sono molto simili. E poi non siamo mai tut­to uomo e tutto donna». Così scrive e così afferma Ornella Va­noni che dopo «Più di me», lan­cia «Più di te» (da domani nei negozi), che affronta il grande repertorio dei cantautori, in al­cuni casi duettando: in «Vita» con Lucio Dalla e Gianni Moran­di, in «Replay» con Samuele Bersani, in «Non abbiam biso­gno di parole» con Ron, in «Ani­ma» con Pino Daniele e in «I maschi» con Gianna Nannini («unica donna in mezzo agli uo­mini che - spiega Ornella - ha proposto una canzone con una carica maschile tale che in un disco popolato solo da uomi­ni ci sta benissimo»).

Chi è Ornella 2009? «È una donna grande, che si porta be­ne gli anni e che non fa tanta ginnastica. Tendenzialmente so­no molto pigra, ma sono anche fortunata perché ho un corpo che regge. Questo non è merito mio, ma della mia mamma che a 80 anni, mentre passeggiava per strada, è stata seguita da due ragazzini in motorino. Quando si è girata i due le han­no gridato 'traditrice!'. Insom­ma il fisico è merito della mam­ma, l’artrosi l’ho presa dal pa­pà». Perché «Più di te»? «È una bella formula, che si presta a puntate successive come più di noi, più di voi. No, scherzi a par­te: tutti hanno detto che 'Una bellissima ragazza' era un capo­lavoro, però non ha venduto nulla. Bisogna fare dischi belli, ma che abbiano anche una com­merciabilità. Così sono andata a pescare con l’aiuto di Mario La­vezzi, Rudi Zerbi, Celso Valli le canzoni dei miei sogni. Mi han­no intrigato particolarmente 'Alta Marea' di Venditti e 'Dune mosse' di Zucchero. Comun­que non è facile essere artista vera oggi in Italia».

E qui Ornella Vanoni si toglie un po’ di sassolini dalle scarpe. «Vai in tv: e il presentatore dice che sono tutti bravi, tutti fanta­stici. Se poi arriva uno straniero i superlativi irrompono. Noi non abbiamo memoria storica, sviliamo noi stessi, ci annoia­mo subito. In Francia Trenet an­dò in classifica a 80 anni. E in questi giorni i giornali francesi titolano 'E Dio creò Aznavour'. Noi sosteniamo con ostinazio­ne Mina, a tutti i costi, peccato che Mina non c’è. Non essendo­ci... è troppo facile. Finalmente hanno smesso di imitarla e imi­tano la Pausini. Almeno qualcu­no si è accorto che è la cantante italiana più popolare in patria e nel mondo». È un fiume in piena. «De Gre­gori va a X factor? Ok, vuol dire che è l’unico modo per far pro­mozione. Tutti pubblicano di­schi, professionisti, dilettanti, quelli di X Factor, quelli di Ami­ci. Ma il nostro è un Paese picco­lo e anche in crisi economica. Il meccanismo scoppia. Ma voglia­mo dire una buona volta che il palcoscenico non è per tutti?».

E in tutto questo desolante panorama come si colloca Or­nella? «Paolo Fresu dice nel suo libro che sarei un’ottima cantan­te jazz. Ci voglio provare. Si gua­dagna poco ma si gira il mon­do ». Sempre ansiosa prima di entrare in scena? «In passato so­gnavo che una catastrofe, un ter­remoto o un’invasione di caval­lette, portassero a cancellare la serata. Adesso invece mi diver­to. Faccio e dico tutto quello che mi viene in mente. Mi sono sbloccata. Meglio tardi che mai».