MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Mina 3/ Che ne dicono le colleghe (alcune hanno chiuso il telefono)

Mina 3/ Che ne dicono le colleghe (alcune hanno chiuso il telefono)

E' stata una passeggiata istruttiva, sul filo del cellulare. Hanno risposto subito ragazze della new generation (Noemi, Nina Zilli, Malika Ayane...), hanno richiamato due grandi dame come Caterina Caselli e Ornella Vanoni, le ultime gentildonne.
Telefoni spenti invece fra alcune signore della canzone contemporanea. Zitte la Pausini, e Giorgia (intenta alle poppate). Silenzio da Mannoia, e pure la brava Carmencita Consoli ha snobbato sms e telefonate. Un bel tacer non fu mai scritto? Ce ne faremo, comunque, una ragione (e Mina più di noi...sicuro che in cuor suo le ringrazia).
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ORNELLA VANONI
«Quando l'ho conosciuta era una ragazza diversa da tutte. Ci vedevamo, bazzicava a Milano. Era forte e determinata. Beata lei, fa la vita che ha scelto, lei e il suo compagno si adorano. Come artista? Non solo è una grande cantante, ma quando è arrivata ha portato la gioia nella musica leggera: cantava ritmando "Tua/Fra le braccia tue", mentre intorno era tutta una lagna. A me sono rimaste nel cuore "Il cielo in una stanza" e "Non credere", ma ho la sensazione che a Mina del superbello, come categoria da interpretare, non interessi granché. Quando abbiamo cantato insieme di recente, in duetto, ha scelto quella "Amiche mai" che è poi uscita in disco: certo molto furba, io però avrei preferito qualcosa che restasse».

CATERINA CASELLI

«E' stata ed è una istituzione. Una persona di carattere: la sua decisione di scomparire, sempre rispettata, ha qualcosa di grande come lei. E' un'artista che ha dato molto, e molto conta nella memoria degli italiani. A me è anche molto simpatica, sarà perché siamo entrambe dell'ariete. In un periodo lontano, all'epoca della CGD, aveva un rapporto sentimentale con un signore che lavorava da noi, e l'ho conosciuta meglio: una persona mai noiosa, che ha affetti forti e punti fermi nella vita e li difende con forza. La mia canzone? "La città vuota". Ancora adesso - se la sento - mi piace».

IRENE GRANDI.

«Pur avendo una incredibile tecnica e un talento spiccato, Mina dà molta importanza all'interpretazione delle parole, dei testi. Adoro questo suo approccio, e il modo di comunicare. Tre anni fa ho cominciato a dar la caccia a un suo brano, per riarrangiarlo e presentarlo in modo moderno: caccia non facile, alla fine ho scelto "Sono come tu mi vuoi", una canzone molto bella che mi era sfuggita, con un mix di malinconia e grinta, soprattutto nelle parole. I 70 anni Mina se li porta benissimo, è una bellissima donna, è sempre nei nostri cuori e quando canta ci allieta: io l'ammiro molto, anche per la sua scelta di non aver mai abbandonato la musica, nonostante il ritiro a Lugano. La ammiro perché è riuscita a imporsi solo con il talento e la bravura».

MALIKA AYANE

«Non sono una intenditrice, ma quando la ascolto mi sento di una inutilità totale. Da piccola quasi non la conoscevo, l'ho recuperata in seguito; Mina è la dimostrazione pratica che non è fondamentale dover sempre scrivere quello che si canta: in questo campo, ha dato la biada a tutti quanti. Penso che nel mio prossimo live metterò un miscuglio di "Un bacio è troppo poco" con "I Was Cool" di Costello, che a metà degli Ottanta ha preso proprio un campionamento di quel brano e l'ha usato come un loop. E' una bella scusa per avere anche io un pezzo di Mina, così grande da influenzare artisti insospettabili. Ah, e mi piace anche moltissimo "E poi"».

NOEMI.

«Ascoltavo Mina da piccola, perchè la ascoltavano i miei. E' una delle voci più belle che ho mai sentito, ma ciò più che mi piace è l'approccio nel suo modo di cantare: una canzone è come un vestito, e lei è una sarta perfetta, ha sempre trovato il modo di dare una interpretazione personale. Mi piacciono anche i suoi progetti jazz, che ho visto su You Tube con Ennio Morricone. E' un'icona di stile, di come la musica dovrebbe esser fatta: la musica è ricerca, cantare è come una seduta dallo psicanalista, questo sento in lei nel modo che ha di avvicinarsi a ogni cosa che fa: ciò che lei interpreta ha un colore diverso, si intuisce la volontà di scoprire sfumature diverse nella propria timbrica. La mia canzone preferita è forse "Tintarella di Luna", perché quando ero piccola la ballavo, è il primo pezzo che mi ricordo di Mina».

NINA ZILLI.

«Mia madre la ascoltava tantissimo, e dunque anch'io. Quando faccio il sound-check canto sempre "Se stasera sono qui", e quando ero Chiara con gli Scuri facevo una versione rocksteady di "E se domani". Mi ha sempre accompagnata. La vedo come una divina sulla cima di un olimpo, davvero soprannaturale. Riguardo molto spesso le sue trasmissioni in bianco e nero, nel primo giorno di lavoro per il mio primo Ep, alla vigilia della registrazione, mi son vista tutto uno speciale su di lei. Mi piace moltissimo la sua versione di "Un cielo in una stanza", ma anche "Mi sei scoppiato dentro al cuore"».

EMMA RE.

«Sto partendo per Parigi per un omaggio a Mina da Chez Maxim, il locale storico che appartiene a Pierre Cardin, da sempre autentico fan della leggendaria cantante, che con i suoi 88 anni conserva una energia invidiabile: mi ha raccontato che in passato ha scritto ben tre lettere di suo pugno a Mina per invitarla a cantare da lui; lei non solo non è andata, ma non gli ha neanche risposto. Qualche tempo fa Cardin mi ha sentita cantare, mi ha confessato che gli ricordavo Mina e così mi ha contattata ora per celebrare questo compleanno. Sarà uno spettacolo piano e voce, intitolato "Emma Re canta Mina", con i vestiti disegnati dallo stesso stilista. La mia canzone preferita? Se sono giù "Bugiardo e incosciente", se sono allegra "Ma chi è quello lì", che mi suona molto di riscatto femminile».




Marinella Venegoni
www.lastampa.it