MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Si è spenta oggi Lauretta Masiero, aveva 82 anni

(AGI) - Roma, 23 mar. - Lauretta Masiero e' morta oggi dopo una lunga malattia in una clinica romana. Nata a Venezia il 25 ottobre 1927, inizia la sua carriera nel varieta' al fianco di Macario nel 1945. Subito dopo si avvicina al teatro di prosa e poi alla commedia musicale. Assieme a Garinei e Giovannini interpreta una lunga serie di spettacoli primo dei quali, nel 1952, "Attanasio cavallo vanesio" al fianco di Renato Rascel.
Nel 1954 viene chiamata alla Biennale di Venezia in occasione dell'inaugurazione della Fondazione Cini dove lavora in diversi spettacoli goldoniani, tra i quali "Il campiello" e "Le baruffe chiozzotte". In oltre cinquant'anni di carriera ha alternato al repertorio classico quello comico-brillante, sempre raccogliendo unanimi consensi, a partire da "La pappa reale" al fianco di Andreina Pagnani, spettacolo che la consacro' definitivamente quale interprete brillante. Non ha tuttavia trascurato di cimentarsi anche con testi di autori drammatici, fra i quali Luigi Pirandello, del quale ha interpretato "Ma non e' una cosa seria" e "La signora Morli una e due". Ha recitato con alcune delle maggiori compagnie del panorama nazionale, fra le quali Masiero-Calindri-Volpi-Zoppelli, Masiero-Lionello-Pagnani, Masiero-Volonghi e Masiero-Foa'.
Negli anni piu' recenti Lauretta Masiero ha lavorato per i maggiori impresari italiani interpretando, fra l'altro, "Il marito va a caccia" di Georges Feydeau (1987), "La cameriera brillante" di Carlo Goldoni (1988), "La miliardaria" di George Bernard Shaw (1989), "A piedi nudi nel parco" di Neil Simon (1993) e "Twist" di Clive Exton (1995), con il quale ha festeggiato i cinquant'anni di carriera. Al teatro ha alternato una vivace attivita' cinematografica e televisiva. Per il grande schermo ha interpretato numerosi film, tra i quali "Toto' a Parigi", "Tipi da spiaggia", "Marinai, donne e guai", "Canzoni, canzoni, canzoni" con Renato Rascel, "Accadde al commissariato" e "Capitan Fracassa" per la regia di Ettore Scola. Altrettanto numerose la sue apparizioni televisive in spettacoli quali "Il musichiere", "Antologia dell'operetta", "Antologia della commedia musicale", "Studio 1", "Qui ci vuole un uomo". Nella stagione 1960-61 ha condotto "Canzonissima" con Aroldo Tieri e Alberto Lionello e fra il 1965 e il 1966 ha impersonato l'investigatrice dai modi sbrigativi Laura Storm nell'omonimo sceneggiato televisivo Rai "Le avventure di Laura Storm". E' stata la prima compagna di Johnny Dorelli dal quale ha avuto un figlio Gianluca Guidi. (AGI) Cau

http://www.agi.it/

Sigla "Le avventure di Laura Storm" con Lauretta Masiero

Sigla "Le avventure di Laura Storm" con Lauretta Masiero

Lauretta Masiero - Da Il Corriere della Sera, 13 agosto 1993

Per scelta socio familiare Lauretta Masiero, le cui gambe avrebbero sbancato un’assicurazione, avrebbe dovuto fare la stenodattilo nella sua Venezia, la cui provincialità da sempre le andava stretta. Ma il copione ha seguito lo schema classico della ragazza che si lascia tentare dal peccaminoso mondo del teatro, con la mamma che le chiede "Sei sicura di far bene?" e lei che risponde "Lasciami provare". Colpevole di tutto una certa Elide, amica di Lauretta, che, in tempo di guerra, la avverte che al Malibran, gloria veneziana, cercano ragazze per una serata di alta moda con l’orchestra Canfora. "Mi presentai. Avevo 16 anni e fui notata: è carina, dissero, ed ebbi l’incarico di portare in scena il leggì o. Lo scandalo l’ha creato la Elide, ma c’era di mezzo anche il mio amico Bruno, ballerino della Wanda che, mentre l’Italia era tagliata in due dalla guerra, se ne stava a Venezia, che non fu bombardata. E così mi propose anche "Donne all’inferno", il quadro della Romantica, con un gentiluomo al caminetto e io che mi presentavo come la Donna del sogno. Fu allora che la mamma mi chiese: "Credistu de far ben?". Seguirono le "Follie di primavera" e la Liberazione del 25 aprile, con gli show per le forze armate. Poi un amministratore, un certo Rossi, le dice che a Milano furoreggia un giovanotto, un certo Walter Chiari. Lauretta saluta la Elide e va a fare la ballerina di fila in "Amore biondo": "In un certo senso ero quasi declassata, ma intanto giravo l’Italia, io che fino allora ero stata solo a Padova. A Roma fu un grande insuccesso, ma, faccia tosta e pochi soldi, cambiammo spettacolo. Si viveva alla pensione Quirinale e il 24 dicembre mi fu dato il foglio di via per tornare a Venezia, senza nemmeno le calze, sopportando la vendetta delle malelingue. Il teatro mi aveva deluso, meglio fare la stenodattilo, sognando le piroette di Ginger e Fred o i vestiti rotondi di Eleanor Powell". Secondo atto, colpo di scena. Arriva a Venezia Macario con la sua compagnia. La vita a volte si ripete in remake e Lauretta ribussa alla porta: "A Macario bastò un’occhiata, poi mi mandò a fare il contratto. Da lì cominciai e non mi sono ancora fermata, a parte gli 8 anni in cui ho scelto a tempo pieno di educare Gianluca. Titoli rimasti celebri: con Macario "Le educande di San Babila"; con Tognazzi "Paradiso per tutti"; con Dapporto "Baracca e burattini". Un giorno, mentre replicavamo con Macario "Votate per Venere", Nivea Luciani si ammalò e Carlo Rizzo mi chiamò per sostituirla in uno sketch in cui avevo un certo successo personale facendo la cameriera Angela, e rischiando anche di farmi odiare da Elena Giusti che era allora la primadonna. Ma fu lì, quando Macario mi dava la battuta, che capii che ce la potevo fare davvero col teatro. "Così nacque la scrittura con la Wanda per "Galanteria", e poi quella con Garinei e Giovannini, che mi videro in una passerella in cui leggevo la mano ai signori delle prime file. E mi scelsero per "Attanasio cavallo vanesio" a fianco di Rascel. Ma Macario rimase il primo, mi fece da padre, e mi venne sempre a vedere anche in prosa: "Lauretta, diceva, lascia stare Pirandello, fai il teatro brillante perché sei tagliata per quello". Come aveva ragione. Ma il teatro brillante in Italia è considerato di serie B, non si scrive ed è molto difficile recitarlo bene. Io un po’ ci ho sofferto sopra, lo confesso. Però ho avuto con me, ex aequo, una fortuna e una certa incoscienza, entrambe importantissime in questo mestiere aleatorio". Riprendiamo con ordine. "Macario mi insegnò il professionismo, la disciplina del palcoscenico. Eravamo tutte orgogliose di essere le sue "Donnine", anche di prendere, che tragedia, 400 lire di multa avendone 150 di paga giornaliera; ma il direttore di scena, Martini, era un tipo inflessibile. Arrivavamo in teatro a timbrare il cartellino alle 19.30, poi il capocomico ci passava in rassegna, come soldatesse: controllava trucco, peso, abito, capelli. In "Febbre azzurra" mi diede il look più audace: avevo un puntino e un reggiseno di tulle, ma per un calcolato effetto di luce sembravo nuda, e il pubblico impazziva, senza noie di censura. Io l’unico guaio l’ho passato per una multa, ma non in macchina, da pedone". Bella vita la rivista? "Soldi pochi, bisognava scegliere se dormire o mangiare; io, per esempio, sceglievo sempre l’albergo e risparmiavo sul ristorante. Ma tra di noi c’era un’aria di solidarietà vera, ci scambiavamo i vestiti, ci confidavamo tutto. Se qualche commendatore, dopo teatro, ci invitava a cena, portavamo sempre l’amica del cuore. Eravamo un gruppo, ci volevamo bene, ciascuna con una sua personalità: quando arrivarono le Bluebell, tutte eguali, sparì anche quel sistema di vita da collegiali romantiche. A quei tempi c’era in giro una gran spensieratezza, il pubblico rideva spesso e volentieri, usciva dalla guerra e la rivista creava ilarità con le situazioni classiche del comico, come in una grande pochade di Feydeau, affrontando poco la satira politica, che arrivò nel cabaret". La ditta G. e G. non la distrusse, anzi la scritturò per "La Padrona di Raggio di Luna", con la Pagnani, Calindri e Robert Alda, satira di un divo del football, e poi per "Carlo non farlo", dove Lauretta si esibiva in un mitico balletto sexy, cantando "Luna sanremese" di Kramer tra i boys dondolanti fra le reti da pesca. "Lo spettacolo ebbe qualche problema perché si ispirava da lontano a Grace e Ranieri, ma soprattutto ebbi qualche problema io con Dapporto. C’era una scena in cui portavo una vestaglia con un boa di struzzo; ebbene, alla fine della tourné e non c’era più neanche una piuma, perché ogni sera Carlo tentava di baciarmi". Erano i tempi in cui Giovanni Testori, con l’ingresso, andava tutte le sere a vedere la Masiero, cui avrebbe dedicato uno splendido racconto: "Sì, lo so, ma io Testori non l’ho mai conosciuto, non ci siamo incontrati, anche se glielo proposi. Ma sono molto orgogliosa di averlo ispirato". Il passaggio della Masiero alla prosa, che allora era un altro mondo, più aulico e rispettato, non avvenne di colpo. "Fra una rivista e l’altra mi chiamò la Biennale per una storica edizione delle "Baruffe chiozzotte" diretta da Lodovici in cui ero Lucietta con la Volonghi, la Vazzoler, Baseggio, Lionello, un cast strepitoso. E quando Valeria Valeri passò allo Stabile di Genova, Calindri, che aveva fatto il transfuga nel musical "La padrona di Raggio di Luna", mi fece l’invito opposto, e io passai con lui a fare un repertorio brillante. Anche 12 commedie in 9 mesi, una grande scuola per me, che non ho mai desiderato fare Elettra". Bisognerebbe anche aggiungere la grande prova con la Pagnani in "La pappa reale", poi "Veronica e gli ospiti" di Marotta e Randone, "Mare e whisky" di Guido Rocca, produzioni del suo amico Ardenzi, e la "Canzonissima" con Lionello e Tieri, quella con la tiritera e il cappellino alla Chevalier. "Me lo faccia dire, che erano teatralmente tempi belli, privi di dissacrazioni, involuzioni, confusioni: c’era rispetto per l’autore, per il testo. I compromessi, nel nostro lavoro, sono sconsigliati. Oggi sono pronta a impersonare madri e suocere, a invecchiarmi, come ho fatto per l’ingrato Ettore Scola nel "Capitan Fracassa", a fare la diva in disarmo di "Eva contro Eva". Anni di lavoro, e poi magari il piacere di essere riscoperta come è accaduto in "A piedi nudi nel parco". Non ho sogni particolari nel cassetto, gradirei "La professione della signora Warren" di Shaw, ma nel frattempo faccio volentieri anche l’operetta: nella "Vedova allegra" mi sono esibita, che incosciente, perfino nel can can: è tutta questione di personalità”. Ma era davvero una professione disdicevole quella della soubrette, parola che in francese vuol dire "servetta"? "Altroché. Eravamo additate in strada, trattate poco meglio delle prostitute. Molti amici a Venezia mi tolsero il saluto, pronti a ridarmelo quando venni alla Fenice con la Pagnani, ma allora fui io che mi negai. Anche oggi l’attrice è bersaglio di falsi moralismi, dal perbenismo di chi viene in camerino a tampinarti dopo lo spettacolo. E una mentalità, quella piccolo borghese, che va contro il teatro. Quando mi ritirai per stare con mio figlio, venivo considerata scandalosamente una ragazza madre, ebbi problemi perfino con l’asilo: sa, ero una donna di teatro... Perché è morta la rivista? Perché non ci sono stati più né comici né soubrettes, nessuno ha più scritto uno sketch geniale come quellodel "Vagone letto" con Totò, i talenti si sono standardizzati ed è subentrato, su esempio straniero, il musical, che non è mai stato una passione del nostro pubblico. Addio passerella, momento magico d’esibizionismo e di gloria, quando stavamo in scena, molto in anticipo sul comune senso del pudore, con un gran cappello, qualche piuma sul di dietro e tre puntini davanti: ma eravamo le Donnine, le donnine di Macario". E la bellissima Masiero lancia un sorriso in flash back.
Da Il Corriere della Sera, 13 agosto 1993

Tu lei lui - Canzonissima 1960

Tu lei lui - Canzonissima 1960

In questo video la sigla finale "Tu lei lui", interpretata da Nilla Pizzi, Johnny Dorelli, Wilma De Angelis, Sergio Bruni, Nicola Arigliano ed altri finalisti assieme ai tre presentatori, Lauretta Masiero, Alberto Lionello, Aroldo Tieri.