MUSICA




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"Sto bene al mare" di Marco Mengoni, Sayf e Rkomi

"Sto bene al mare" di Marco Mengoni, Sayf e Rkomi è un’esplosione di freschezza che si candida a essere il tormentone dell’estate 2025, ma non è il solito brano da spiaggia spensierato. Rilasciato il 13 giugno 2025, giusto alla vigilia del tour negli stadi di Mengoni, questo singolo è un insieme sorprendente di pop, R&B, cantautorato italiano e sfumature latine, con un testo che oscilla tra leggerezza estiva e riflessioni profonde. La collaborazione tra Mengoni, voce iconica del pop italiano, Sayf, giovane rapper italo-tunisino classe 1999, e Rkomi, nome consolidato dell’hip-hop con un’anima introspettiva, crea un dialogo musicale che è tanto accattivante quanto complesso. Scritto dai tre artisti insieme a un team di autori (A. Viacava, M. Martorana, L. Di Blasi, G. De Lauri, S. Pisano, R. Puddu) e prodotto da DIBLA, Jiz e Giovanni Pallotti, il brano si distingue per la sua capacità di essere un inno estivo ma anche un invito a pensare oltre la superficie.
Il testo di "Sto bene al mare" è il cuore pulsante del brano, un gioco di contrasti che cattura l’ascoltatore con la sua apparente semplicità. L’intro e il ritornello, dominati dalla voce potente di Mengoni, ripetono “Sto bene al mare, al mare / Oh, al mare, sto bene al mare”, una frase che sembra urlare spensieratezza e vacanze. Ma appena si scava nel testo, emerge un altro livello. Sayf apre la prima strofa con versi che raccontano un rifiuto della vita convenzionale: “Non ho motivo di stare in città / Mi sento meglio nelle tane dei bruchi / Non è il denaro né una cookie mama-a-a / Che mi fa stare in una valle di cubi”. Qui c’è l’immagine di un giovane che rifiuta il destino tradizionale, magari quello del padre (“Potevo fare come ha fatto papà / E capirci qualche cosa di tubi”), per cercare autenticità altrove, lontano dai “re di cemento” di città come Cinecittà o Citylife. È un’ode alla fuga, ma non senza un pizzico di ironia e disillusione: il mare diventa un rifugio, ma anche un luogo dove confrontarsi con se stessi.
Rkomi, nella seconda strofa, porta un’atmosfera più sensuale e malinconica: “Lei è così calda e bagnata appena uscita dall’acqua / Nel suo specchio cosmetico stiamo perdendo quota”. I suoi versi evocano un’estate che destabilizza, in bilico fra attrazione e confusione, con immagini poetiche come “Cattura la pioggia dentro a un berretto di paglia” che sembrano uscite da un sogno. La sua confessione, “Io non sto bene al mare, mi devo abituare / Mi fa pensare, mami, a quanto siamo stati male”, ribalta il ritornello di Mengoni, suggerendo che il mare non è solo gioia, ma anche uno specchio che riflette ferite passate. Questo contrasto è il fulcro del brano: mentre Mengoni canta di stare bene, Rkomi ammette che il mare lo spiazza, lo costringe a pensare. E poi c’è il bridge, cantato da Mengoni con Sayf e Rkomi, che lancia una domanda potente: “Cosa succede all’altra parte del mare? / Con gli occhiali e con la crema solare mentre la terra scompare?”. Qui il brano si apre a una riflessione sociale e ambientale, un invito a pensare a chi il mare lo vive non come vacanza, ma come frontiera, come luogo di lotta o perdita, un tema che tocca questioni come le migrazioni o il cambiamento climatico.
Musicalmente, "Sto bene al mare" è un mosaico di influenze che lo rende un “anti-tormentone”. La produzione mescola il pop italiano con elementi di R&B, accenti latini (grazie a percussioni e fiati), una tromba malinconica e cori quasi gospel costruiti dalla stessa voce di Mengoni. Il ritmo è ballabile, con un beat che ti invita a muoverti, ma la tonalità minore e i dettagli sonori, come gli ottoni sincopati che ricordano il pop francese di Stromae, aggiungono una sfumatura cupa e sofisticata. È un brano che ti cattura per la sua energia, ma ti tiene lì per la sua complessità, come se fosse una conversazione tra tre amici che guardano lo stesso mare ma vedono cose diverse. Mengoni domina il ritornello con la sua voce potente e versatile, Sayf porta un’energia fresca e urbana, e Rkomi aggiunge un tocco ipnotico e introspettivo, creando un equilibrio perfetto tra i tre.
Il video ufficiale sembra amplificare questo dualismo: una copertina con i tre artisti davanti a un telone che raffigura una spiaggia prima di un temporale, un’immagine che suggerisce un’estate non proprio perfetta, con nuvole all’orizzonte. Questo si allinea al mood del brano: il mare è libertà, ma anche incertezza, un luogo dove si sta bene ma si riflette su ciò che non va. L’immagine del temporale in arrivo è potente, quasi un monito a non perdersi nella spensieratezza mentre il mondo intorno cambia.

Dal punto di vista emotivo, "Sto bene al mare" è un brano che ti fa ballare ma anche pensare. È perfetto per una serata estiva, ma ti lascia con una punta di malinconia, come se stessi guardando il mare al tramonto e ti venisse in mente tutto quello che hai lasciato indietro. Mengoni, Sayf e Rkomi raccontano tre prospettive diverse: Sayf fugge dalla città e dalle convenzioni, Mengoni cerca pace nel blu, Rkomi si confronta con i fantasmi del passato. Insieme, creano una canzone che parla a tutti: chi cerca leggerezza, chi riflette sul proprio posto nel mondo, chi si chiede cosa c’è oltre l’orizzonte. È un brano che cattura l’estate 2025 non solo come stagione, ma come stato d’animo: un misto di euforia, nostalgia e consapevolezza.
Rispetto alla versione originale di "Sto bene al mare" del 2021, questa collaborazione aggiunge una dimensione più urbana e collettiva. Se la prima era un viaggio personale di Mengoni, qui il dialogo a tre voci rende il brano più dinamico e universale, con un sound più ricco e contemporaneo. È come se il mare di Mengoni si fosse aperto a nuove storie, quelle di Sayf e Rkomi, creando un racconto corale che rispecchia le complessità della nostra epoca.
"Sto bene al mare" è un brano che ti entra in testa per il ritmo e ti resta nel cuore per il messaggio. È un invito a goderti l’estate, ma con gli occhi aperti, senza dimenticare chi sta dall’altra parte del mare o cosa succede mentre sei sotto l’ombrellone.