"Sto bene al mare" è uno di quei brani che ti catturano al primo ascolto con la sua leggerezza estiva, ma che, a guardarlo da vicino, rivela strati di significato e un’evoluzione di Marco Mengoni come artista e persona. Uscito nel 2021 come singolo dall’album Materia (Pelle), il secondo capitolo della trilogia Materia, questa canzone è un’esplosione di vitalità che nasconde un cuore riflessivo. La trilogia Materia (Terra, Pelle, Prisma) è un progetto ambizioso in cui Mengoni si mette a nudo, e "Pelle" rappresenta il punto di contatto tra il suo io interiore e il mondo esterno, la vulnerabilità che si apre all’esterno. Qui il mare diventa un simbolo potente, un rifugio, un luogo di libertà e rinascita, ma anche uno spazio dove fare i conti con se stessi.
Il testo di "Sto bene al mare" è un inno alla spensieratezza, ma non quella superficiale da tormentone estivo. Mengoni parla di lasciarsi andare, di liberarsi dalle catene delle aspettative e delle pressioni quotidiane. Frasi come “Sto bene al mare, mi perdo nel blu” evocano un’immagine di abbandono totale, come se il mare fosse un luogo dove le ansie si dissolvono e si torna a respirare. C’è un contrasto sottile tra la leggerezza del ritmo e la profondità di quello che il mare rappresenta: non è solo una spiaggia e un cocktail, ma uno stato mentale, un ritorno alle origini, un modo per riconnettersi con la propria essenza. Mengoni ha detto in interviste che il mare, per lui, è sempre stato un luogo di conforto, un posto dove si sente “a casa”, e questa canzone trasmette proprio quel senso di appartenenza.
Dal punto di vista musicale, il brano unisce perfettamente pop moderno e influenze elettroniche, con un tocco di soul che è il marchio di fabbrica di Mengoni. La produzione, curata da Mace e Venerus, dà al pezzo un’atmosfera fresca ma sofisticata, con synth che richiamano le onde e un beat che ti fa venir voglia di ballare, ma senza strafare. La voce di Mengoni è, come sempre, la vera protagonista: potente ma mai eccessiva, sa passare da momenti di introspezione a esplosioni di energia, come se stesse davvero cantando con il vento tra i capelli. Il ritornello è contagioso, con quel “sto bene al mare” che ti si pianta in testa, ma non è mai banale, perché la melodia ha un’eleganza che eleva il brano sopra la media dei pezzi estivi.
Parlando di emozioni, Sto bene al mare è una canzone che ti fa sentire bene, ma non in modo scontato. È come una boccata d’aria fresca dopo un periodo pesante – e non dimentichiamo che il brano è uscito nel 2021, post-pandemia, quando tutti avevamo bisogno di un po’ di leggerezza. Mengoni riesce a catturare quel desiderio universale di evasione, ma lo fa con autenticità. Non è solo “vado in vacanza e sto bene”, ma un invito a trovare il proprio mare, quel posto, fisico o mentale,dove ci si sente liberi. C’è una vulnerabilità nascosta nel brano: quando canta di perdersi nel blu, sembra quasi confessare che a volte ha bisogno di sparire per ritrovarsi. E chi non si riconosce in questo?
È anche un brano che parla al suo pubblico, quello che lo segue dai tempi di X Factor e che ha visto la sua evoluzione da ragazzo timido a cantautore maturo. In "Sto bene al mare" c’è il Mengoni che ha fatto pace con le sue insicurezze, che si diverte, ma che non smette di riflettere.
Se lo guardiamo nel contesto di Materia (Pelle), il brano si lega agli altri pezzi dell’album come "Cambia un uomo" o "Luce", che esplorano il tema della trasformazione e dell’accettazione di sé. Ma mentre altri brani dell’album sono più introspettivi, "Sto bene al mare" è un momento di leggerezza calcolata, un respiro tra riflessioni più pesanti. È come se Mengoni dicesse: “Ok, la vita è complicata, ma ogni tanto possiamo permetterci di stare bene, no?”. E questo equilibrio tra profondità e spensieratezza è ciò che rende il brano speciale.
"Sto bene al mare" è molto più di un tormentone estivo. È un invito a trovare il proprio rifugio, a lasciarsi andare, ma anche a non dimenticare chi siamo. Mengoni ci riesce con la sua voce incredibile, un testo semplice ma evocativo e una produzione che ti avvolge come una brezza marina. È il tipo di canzone che metti in macchina con i finestrini abbassati, ma anche quella che ti fa pensare, magari mentre guardi l’orizzonte.