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Billy Idol e l’overdose che quasi gli costò la vita nel 1984

Billy Idol e l’overdose che quasi gli costò la vita nel 1984
La rivelazione arriva nel nuovo documentario "Billy Idol should be dead"

Di Elena Palmieri

In occasione del Tribeca Film Festival di New York City, ieri -10 giugno - è stato proiettato in anteprima il nuovo documentario "Billy Idol should be dead", che promette di ripercorrere la carriera del musicista britannico, da stella dell’underground a icona pop, tra fama, difficoltà con la droga e il ritorno alla musica. Proprio in occasione della presentazione del docu-film, presentato dallo stesso rocker come il "documentario definitivo", è stato rivelato che Billy Idol ha rischiato la vita a causa di un’overdose di eroina mentre si trovava a Londra, nel 1984.


Come raccontato, l'artista si trovava all’apice del successo grazie al suo secondo album, "Rebel yell", pubblicato nel 1983. All’epoca Idol era poco meno che trentenne e aveva ottenuto grande popolarità negli Stati Uniti grazie a brani come "Rebel yell" e "Eyes without a face". Nel documentario racconta di aver deciso di tornare in Inghilterra come sorta di “giro d’onore”, per festeggiare: "Perché ce l’avevo fatta". Viene quindi narrato:

"Stavo tornando trionfante e ho quasi rovinato tutto. Volammo a Londra e incontrammo un bel gruppo di amici. Avevano dell’eroina potentissima. Tutti si fecero una o due righe e si addormentarono, tranne me e un mio amico. Ero praticamente in punto di morte. Stavo diventando blu. Così mi misero in una vasca di acqua gelida e mi portarono a camminare sul tetto dell’edificio".

Nel documentario, il cantante ripercorre quindi il fascino che le droghe esercitarono su di lui durante i suoi anni da festaiolo estremo, dicendo che all’epoca era qualcosa che la scena rock “abbracciava” apertamente. "Un sacco di gente ne faceva uso. Ma sai, sei completamente esposto a quella roba. Molti degli artisti che amavamo erano tossicodipendenti", ha spiegasto l'artista: "Lou Reed ha scritto una canzone intitolata 'Heroin'. Non pensavi a quanto fosse pericolosa. Anzi, pensavi l’opposto: forse poteva liberarti, sbloccare qualcosa".

Come riportato da "AOL", in un altro momento del documentario, Billy Idol racconta di aver abbandonato definitivamente l’eroina dopo un viaggio selvaggio a Bangkok, durante il quale lui e un amico causarono danni per circa 75.000 dollari in un hotel. Il viaggio avvenne quando suo figlio Willem, nato nel 1988, era ancora un neonato. A un certo punto, il musicista ricorda di essere svenuto dentro un ascensore, con le porte che continuavano ad aprirsi e chiudersi su di lui. "Mel Gibson era lì in vacanza con la famiglia, sconvolto", rivela l'artista. Durante quello stesso soggiorno, ricorda anche di aver raccolto un grosso tronco e di averlo scagliato contro una vetrata, facendo intervenire la polizia: "Il lato positivo è che misi davvero da parte l’eroina. L’esperienza fu troppo orribile. Mi disgustò davvero", afferma nel docu-film: "Disintossicarsi dall’eroina è una delle esperienze più orribili che si possano vivere. Boy George ha detto bene: è come se lo scheletro volesse uscire dal tuo corpo. Non esiste scorciatoia. È un processo lunghissimo. Conti i giorni, i secondi, le ore. E anche dopo sei mesi, ti senti ancora uno schifo".


Più volte, in passato, Billy Idol ha parlato della sua tossicodipendenza e del suo impegno per lasciarsi alle spalle la brutta esperienza. Nel 2022, per esempio, il musicista britannico ne parlò con Zane Low su Apple Music 1, spiegando l'evento che ha segnato il punto di partenza per un nuovo inizio fu un incidente in motocicletta che ebbe nel 1990.

Il documentario "Billy Idol should be dead" segue la pubblicazione del nuovo album di inediti “Dream into it” (qui la nostra recensione), uscito lo scorso 30 aprile oltre dieci anni dopo“Kings & queens of the underground” nel 2014.