One to One: Lennon, Yoko e l’America degli anni ’70
One to One: Lennon, Yoko e l’America degli anni ’70
Arriva nei cinema il film di Sam Rice-Edwards e da Kevin MacDonald, uno spaccato musicale e storico
Di Luca Perasi
Chi abbia confidenza con i Beatles e con le carriere dei quattro post-scioglimento, sa bene che nei dieci anni compresi tra la fine della band (1970) e la sua scomparsa (1980), John Lennon si esibì in un solo concerto completo (senza considerare, cioè, alcune comparsate nelle quali eseguì un set ridotto), il 30 agosto 1972, e denominato One to One. È questo a fornire il titolo al nuovo documentario "One to One: John & Yoko", della durata di 100 minuti e codiretto da Sam Rice-Edwards e da Kevin MacDonald, vincitore di un premio Oscar per il documentario "Un giorno a settembre". Sarà nei cinema dal 15 al 21 maggio.
Il risultato è notevole: non un documentario in senso stretto sulla performance di Lennon al Madison Square Garden (anzi due, una pomeridiana e una serale, come da prassi dell’epoca), quanto piuttosto una cronaca di circa un anno e mezzo (agosto 1971-marzo 1973) che John & Yoko trascorsero in un appartamento al Greenwich Village, immersi nella controcultura newyorchese dell’epoca – a contatto con figure come Jerry Rubin, John Sinclair (fu proprio la partecipazione dei Lennon a un concerto in suo sostegno, dove accorsero ben 15mila persone, a rendere possibile la scarcerazione di quest’ultimo, condannato a dieci anni di prigione per possesso di cannabis) e Allen Ginsberg – e immersi anche nei mille programmi offerti dai luccicanti e ricchissimi palinsesti televisivi dell’epoca, tra inviti al consumismo, tribune politiche e atti di cronaca, in una miscela di drammatico e grottesco.
Come scuotere le coscienze dall’“apatia” (termine utilizzato a più riprese da John) e come contribuire a scardinare il sistema – non mancano naturalmente immagini e parole dell’allora presidente Nixon, la cui amministrazione ingaggiò una battaglia senza esclusione di colpi contro John e Yoko, tentando invano di espellerli dal paese a più riprese – è il cuore dell’attivismo dei coniugi Lennon, fatto rivivere in modo particolarmente interessante attraverso l’ascolto di numerosi spezzoni di telefonate tra i due e giornalisti, attivisti, colleghi: si badi, non si tratta di ricostruzioni, ma dei nastri originali, che lo stesso Lennon aveva cominciato a documentare quando sospettò di essere intercettato dalle autorità di governo (vero). È dunque, questo "One to One" è uno spaccato della società e della politica americane di quei primi anni Settanta e delle sue contraddizioni.
Contraddizioni di cui lo stesso Lennon fu preda, e che ne determinarono il distacco dal “movimento” e il ripiego verso una dimensione più privata, fatta di maggiore concretezza: fu infatti l'onda emotiva di un reportage di Geraldo Rivera a proposito degli abusi perpetrati sui bambini con ritardo mentale ospiti presso la struttura di Willowbrook a spingere John & Yoko ad organizzare il celebre concerto, alcune canzoni del quale (con l’audio supervisionato da Sean Lennon, le performance sono remixate e vantano un suono pulitissimo, e provengono dall’ottimo concerto serale, dunque differenti da quelle incluse nell’album Live in New York City del 1986) fanno da sfondo al documentario.
"One to One" si fa apprezzare anche per i pochi ma essenziali flashback (la terapia dell’urlo primario, che John e Yoko intrapresero con il dottor Janov nel 1970) e per l’ottimo focus sulla figura della Ono, qui forse più apprezzabile che mai.