Il "solito copione" della resurrezione di Cristo può sembrare un racconto distante
Il "solito copione" della resurrezione di Cristo può sembrare un racconto distante, quasi beffardo, in un 2025 segnato da guerre, dazi, tensioni economiche e sociali. Quando il mondo è dominato da conflitti—come quelli in corso in Medio Oriente o in Europa orientale, con migliaia di morti e sfollati—o da barriere come i dazi che alimentano divisioni e crisi (basti pensare alle recenti escalation commerciali tra USA, Cina e UE), la narrazione di una rinascita divina appare scollegata dalla realtà. La Pasqua celebra la vittoria sulla morte, ma fuori dalla porta ci sono distruzione, avidità e sofferenza. È normale che sembri una favola stonata.
Il simbolo della resurrezione, però, nasce proprio in un contesto di oppressione e ingiustizia, non in un mondo idilliaco. L’idea originaria era di offrire speranza in mezzo al caos, non di ignorarlo. Oggi, però, se questo messaggio non si traduce in qualcosa di concreto—azioni per la pace, giustizia o solidarietà—rischia di restare un rito vuoto.