Lady Gaga, il caos come antidoto alla perfezione di Taylor Swift
Una rivalità non c’è mai realmente stata, ma impersonano due modi diversi di concepire la musica
Di Mattia Marzi
Una è l’epitome della perfezione, della precisione, della prevedibilità. Una calcolatrice. Del resto, non si costruisce un impero da 1,6 miliardi di dollari dal nulla. Quando sta per uscire un disco di Taylor Swift, sai già cosa aspettarti: la musica della popstar statunitense somiglia perfettamente a lei. Quelle canzoni sono frutto di meticolosi incastri di parole e melodie, scritte con un approccio quasi scientifico: tutto dev’essere al posto giusto. L’altra è l’incarnazione dell’imperfezione, della follia, del caos. Una provocatrice per eccellenza. Lady Gaga fin dall’esordio con “The fame” ha infranto le convenzioni del pop e sfidato le aspettative del pubblico e della critica: non sai mai cosa sta per inventarsi Una rivalità tra le due non c’è mai stata realmente.
Anche se sono più o meno coetane - Gaga ha 38 anni, Swift 35 - le popstar hanno avuto i rispettivi exploit in tempi diversi: quando Stefani Germanotta nel 2008 spopolò a livello planetario con “Poker face”, Taylor si preparava a vincere con il suo secondo album “Fearless” i Grammy come “Album dell’anno” e “Miglior album country”, ma il mondo si sarebbe accorto realmente di lei solo anni più tardi, complice l’onnipresenza sulle scene e un’iperproduttività disarmante. Entrambe, però, .impersonano due modi diversi di concepire la musica e l’arte più in generale: un contrasto che che appare più che mai evidente alla vigilia dell’uscita di “Mayhem”, il nuovo album di Gaga, accompagnata da un’attesa spasmodica da parte dei fan che è alimentata dal mistero, dal fascino per l’enigma e dall’imprevedibilità che caratterizzano Miss Germanotta.
Un'attesa lunga cinque anni
“Mayhem” apparirà sulle piattaforme di streaming allo scoccare della mezzanotte di domani, venerdì 7 marzo, prima di arrivare anche nei negozi di musica in formato fisico. È uno dei dischi in assoluto più attesi di Lady Gaga, che non pubblica un nuovo album da cinque anni, se si esclude “Harlequin”, il “companion album” di “Joker: Folie à deux” uscito lo scorso autunno.
Tra un capitolo e l’altro della sua discografia, fino ad oggi, non c’era mai stato un intervallo tanto lungo quanto quello trascorso tra “Chromatica” e il suo successore: 58 mesi in tutto, pari a 21170 giorni. Gaga non è certo rimasta con le mani in mano, in questi cinque anni: oltre a interpretare Harley Quinn nel sequel di “.Joker”, che ha deluso le aspettative, nel 2021 prestò il volto al personaggio di Patrizia Reggiani in “House of Gucci” di Ridley Scott. Nello stesso anno incise insieme a Tony Bennett l’album congiunto “Love for sale”, ideale sequel di “Cheek to cheek” del 2014, tornando a confrontarsi con jazz e swing, prima di impegnarsi in due esperienze dal vivo: la residency a Las Vegas “Enigma + Jazz & Piano” e il tour negli stadi “The Chromatica Ball”. Già tra una data e l’altra della tournée cominciò a far uscire alcune anticipazioni su quello che sarebbe diventato “Mayhem”, confermando di essere al lavoro su nuovo materiale.
Le prime anticipazioni dell'album
Ma le prime dichiarazioni ufficiali sull’ideale successore di “Chromatica” sono arrivate solo nella primavera dello scorso anno, quando in occasione del suo compleanno ringraziò i fan per gli auguri con un post su Instagram nel quale scrisse di essere impegnata «a scrivere alcune delle migliori canzoni che io ricordi». Più tardi, nei giorni della sua partecipazione alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, dove ha omaggiato la soubrette francese icona degli Anni ’50 Zizi Jeanmaire, avrebbe fatto ascoltare a sorpresa ai fan accalcati fuori dal suo hotel un paio di anticipaioni del disco, prima di pubblicare il duetto con Bruno Mars su “
Die with a smile”. Originariamente la ballatona Anni ’70 che per mesi ha monopolizzato le classifiche mondiali, arrivando a superare quota 2 miliardi di streams solo su Spotify, non avrebbe dovuto far parte di “Mayhem”, ma poi Gaga ha spiegato che «è una parte enorme del mio album. Era come se questo pezzo fosse mancante». A ottobre è uscito il singolo “Disease”, con il quale Miss Germanotta è tornata a indossare i panni della popstar elusiva degli esordi, interpretando un personaggio a metà strada tra la psichiatra e la megera in una canzone magnificamente trash, una sorta di Gaga Horror Picture Show.
L'ultima aliena del pop-rock
Il titolo e la data d’uscita di “Mayhem” sono stati confermati a fine gennaio e subito dopo è arrivato il singolo "Abracadabra". Per la cronaca: “Mayhem” è un termine con il quale - secondo il dizionario - in inglese si indica «una situazione di caos e confusione totale». Lei che spesso si è gettata a capofitto nel vuoto, anche facendosi male (vedi il flop, nel 2013, di “Artpop”, il disco prima rinnegato e poi considerato di culto, o anche quello di “Harlequin”, un divertissement che si è voluta concedere ma che è sparito rapidamente dalle classifiche), anche stavolta promette di stupire: è ciò che l’ha resa
l’ultima aliena del pop-rock, un’artista capace di piegare ogni genere alla sua volontà. «Il disco è pieno del mio amore per la musica: così tanti generi diversi, così tanti stili diversi, così tanti sogni differenti. Salta da un genere all’altro in un modo che è quasi folle», spiega lei a proposito dei quattordici brani ai quali ha lavorato negli Shangri-La di Rick Rubin, gli studi del guru della musica statunitense a Malibu con affaccio sull’Oceano Pacifico, con musicisti e produttori come Cirkut, D’Mile, il francese Gesaffelstein (vero nome Mike Lévy, già al fianco di The Weeknd, Daft Punk e Jean-Michel Jarre) e Andrew Watt. Tra le influenze cita «l’alternative Anni ’90, l’electro-grunge, le melodie di Prince e David Bowie, le linee di basso funky, la musica elettronica francese e i sintetizzatori analogici»: «Si tratta di seguire il tuo caos ovunque ti possa portare nella vita».
Sulla copertina di "Mayhem" - che trovate qui sopra - Gaga si guarda a uno specchio in frantumi: «Anche se non riesci a rimettere insieme i pezzi perfettamente, puoi creare qualcosa di bello e completo a modo suo». Ché sì, la precisione e la perfezione saranno pure rassicuranti e confortevoli, ma sono la follia e l’imperfezione a rendere affascinanti le opere d’arte. Oggi più che mai. E allora in un mondo pieno di Taylor Swift, viva quelle come Lady Gaga.