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Perché “El mal” e Daniel Blumberg hanno vinto gli Oscar musicali

Perché “El mal” e Daniel Blumberg hanno vinto gli Oscar musicali
C'è un po' di Dylan in "Emilia Peréz". E trionfa anche l'artista scoperto dai discografici di Adele.

Di Mattia Marzi

Il Bob Dylan di James Mangold, che in “A complete unknown” ha ripercorso gli anni giovanili del bardo di Duluth, interpretato da Timothée Chalamet, è tornato a casa a mani vuote dai Premi Oscar: candidato in otto categorie, tra cui “Miglior film”, “Miglior regia” e “Miglior attore protagonista” per lo stesso Chalamet, il biopic non è riuscito a vincere neanche un premio. Ma c’è un po’ di Bob Dylan nella canzone che questa notte al Dolby Theatre di Hollywood, a Los Angeles, si è aggiudicata l’Oscar come “Miglior canzone originale”, “El mal”, dalla colonna sonora del pluripremiato “Emilia Pérez”, sulla storia di un potente boss del cartello messicano della droga che decide di cambiare sesso e ritirarsi dai suoi loschi affari.


A comporre il brano, interpretato nel film dalle attrici .Zoe Saldaña e Karla Sofía Gascón, sono stati il compositore francese Clément Ducol e la cantautrice Camille, con lo zampino del regista Jacques Audiard e il contributo - in studio - della band punk messicana Los Cogelones. A trionfare nella categoria "Miglior colonna sonora" è stato invece Daniel Blumberg, autore delle musiche di "The brutalist": per l'artista britannico, scoperto dalla Mute di Daniel Miller (il mentore dei Depeche Mode), si tratta di una consacrazione dopo una lunga gavetta.

Il trionfo della musica indipendente
Gli Oscar di quest'anno hanno incoronato il cinema indipendente - ben otto premi scar sono andati a film indipendenti - e anche le statuette musicali rispecchiano le scelte dell'Academy. Blumberg è uno degli artisti più acclamati della scena indie-rock britannica di questi anni: già frontman degli Yuck, nel 2013 con lo pseudonimo di Hebronix ha pubblicato il suo primo album da solista, "Unreal", prodotto da Neil Hagerty (Howling Hex), per arrivare a debuttare nel 2018 su Mute con "Minus", album gioiello che recensimmo qua. Ha suonato con i Low, i Lambchop e David Berman dei Silver Jews e composto, prima di quella di "The brutalist", la colonna sonora de "Il mondo che verrà", vincendo nel 2020 il premio Ivor Novello.
Camille, invece, è l'ex cantante dei Nouvelle Vague, band di culto della scena indipendente francese dei primi Anni Duemila composta insieme a Marc Collin e Olivier Libaux, che ha conquistato la critica eseguendo cover di classici della new wave e del punk Anni '80 in chiave bossa nova.

Zero oscar per "A complete unknown", ma c'è un po' di Dylan in "El mal"
È stata la stessa Camille a esplicitare l’influenza di Dylan sulla scrittura di "El mal": «Il primo riferimento di Jacques sono state le canzoni di protesta politica di Bob Dylan, poi siamo passati a qualcosa di più simile ai Talking Heads, e ricordo che Jacques ha menzionato “Sympathy for the devil” dei Rolling Stones. Poi abbiamo optato per influenze più trance. Ricordo di aver ascoltato molto hip-hop e di aver pensato che avevamo bisogno di qualcosa che permettesse a Rita e Zoe di fare da arciere, rendendo giustizia con le loro voci».



Non c’è da meravigliarsi se “El mal”, tra rap, rock e musica latina, abbia vinto l’Oscar come “Miglior canzone originale”, battendo quella “Never too late” composta da Elton John per il suo “Elton John: Never too late”, la “The Journey” composta da Diane Warren e cantata da HER per il film “The six triple eight”, la “Like a Bird” di Abraham Alexander e Adrian Quesada da “Sing sing” e la “Mi camino” di Selena Gomez dalla stessa “Emilia Pérez”: “El mal” fa da sfondo al momento clou del film che aveva ottenuto il maggior numero di candidature agli Academy Awards, tredici in tutto, salvo poi vincerne solo due (quello come “Miglior attrice non protagonista” per Zoe Saldaña e quello per la “Miglior canzone originale”, appunto).


Nella scena, il personaggio di Rita (interpretato da Zoe Saldaña) balla sui tavoli di una serata di gala organizzata da Emilia Peréz (Karla Sofía Gascón), mentre quest’ultima tiene un discorso sul palco: nel numero, da musical, la canzone punta a smascherare l’ipocrisia dell’élite messicana. .Il momento è di estrema tensione.

Tra rap e musical
Clément Ducol, autore della musica, ha detto: «Quello che mi piace in “El mal” è che parliamo di cose piuttosto dure, e all'improvviso ci troviamo di fronte a un vero numero musicale, e capiamo che non siamo più nel cinema basato sulla realtà. C'è danza, e c'è canto, ci sono salti su e giù dai tavoli, e tutti i personaggi diventano come burattini del teatro giapponese. Lo spettatore acquisisce consapevolezza della storia a un livello più profondo». Già prima dell’Oscar, “El mal” aveva vinto il “Critics’ Choice Movie Award” e il “Golden Globe Award”.