MUSICA




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Sanremo 2025, la Crusca dà i voti ai testi delle canzoni:

«Giudichiamo solo i testi senza musica ovviamente, cantati i giudizi poi potrebbero cambiare», ci ha tenuto a specificare il professore che ha insegnato Linguistica italiana all'Università di Genova. I favoriti, per il momento, sono Brunori e Lucio Corsi, mentre altri cantanti come Giorgia e Francesco Gabbani sono risultati «banali».

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«Ma forse questo è dovuto perché ci sono sempre 11 autori per due terzi dei brani - ha specificato l'accademico - tutta questa omogeneità porta a un appiattimento generale».


«Brunori Sas e Lucio Corsi spiccano»
«Nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma», questa è soltanto una delle strofe della canzone di Brunori Sas, dal titolo L'albero delle noci, che ha scelto di parlare della gioia di crescere una figlia. «È il testo di una vera canzone d’autore: letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello - ha spiegato Lorenzo Coveri - è interessante, intimo, autobiografico, nel parlare della gioia e della responsabilità di mettere al mondo una figlia».

Mentre Lucio Corsi, con la sua Volevo essere duro, porta «il testo più fresco di tutta la rassegna». «Usa immagini inattese», spiega Coveri. E basta pensare al verso che dice «Uno spaccino in fuga da un cane lupo». «Usa giovanilismi e gergo in modo intelligenti - ha continuato l'esperto - l’ironia con la storia degli occhi truccati di nero (per i pugni), immagini valide, giochi di parole. Brillante».

Video correlato: Sanremo, Lucio Corsi: "Rincorro le canzoni da quando ero bambino" (Il Messaggero)
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Il Messaggero
Sanremo, Lucio Corsi: "Rincorro le canzoni da quando ero bambino"
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«Si poteva fare di più»
Lorenzo Coveri ha picchiato duro sugli altri cantautori. Mentre premia la musica giovanile, come il testo di Shablo dal titolo La mia parola che ha considerato «originale», non ha promosso invece le parole di molti artisti che hanno segnato la musica italiana: come Giorgia con La cura per me e Francesco Gabbani con Viva la vita. «Da Gabbani mi aspettavo molto di più - ha detto l'esperto - invece il testo è banale, tutto virato sull’ottimismo alla Jovanotti. Niente di nuovo: la vita, il battito, consumarsi, assomigliarsi. Voto? Senza infamia e senza lode. In passato è stato più originale e frizzante».

Mentre Giorgia «ha la voce più bella di tutto il festival, ma porta un testo da canzonetta classica». Il professore le ha dato un 6 «solo perché è lei», come ha dato sufficiente anche all'idolo delle adolescenti, Olly, che si presenterà all'Ariston con Balorda nostalgia. A Elodie è stato dato un 5 per la sua Dimenticarsi alle 7: «Testo pessimo, come se parlasse a telefono. Prosa di una banalità sconcertante: nelle parole non c’è ritmo, magari ci sarà nella musica».

Insomma lei può recuperare, a differenza dei Modà che sono stati «bocciati» per Non ti dimentico: «Versi pesantissimi, lunghissimi, più che una canzone sembra la predica di un prete. Convivere con il senso di che sarebbe stato / parlare di coraggio quando sai che non lo hai avuto… siamo al limite dell’incomprensibile. Fa cadere le braccia».


Giochi di parole e dialetto: i giudizi su Fedez e Tony Effe
A far cadere le braccia non sono soltanto i Modà, ma anche Fedez, attualmente sotto i riflettori per i tradimeti rivelati da Fabrizio Corona. Ma Lorenzo Coveri gli ha dato un 6 per Battito: «Si salva qualche giochetto di parole sui nomi dei farmaci, poi rime discutibili come carne viva – mente schiva. Cita Mary Poppins col cianuro al posto della pillola che va giù. Mi cadono le braccia».

Mentre Tony Effe "abusa troppo" del dialetto romano in Damme 'na mano: «Serve una chiosa sul dialetto. Che sarebbe vietato usare al festival in modo integrale. Invece lui col romano e Serena Brancale (per lei 4) e Rocco Hunt per il napoletano ne fanno uso. Brancale dice che voleva omaggiare Pino Daniele. Ma di Pino Daniele non c’è niente. E l’omaggio a Roma del famigerato Tony Effe non ha nemmeno una frase sessista. Niente».