A Woodstock, dopo Joe Cocker il diluvio
Il musicista di Sheffield è morto il 22 dicembre 2014, dieci anni fa, all'età di 70 anni
Di Paolo Panzeri
Tutto nacque con i Beatles e con il loro album del 1967 "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" (leggi qui la recensione), forse il disco più importante della storia del pop rock, e con una delle canzoni inserite in quell'album, "With a Little Help from My Friends". Il brano venne scritto dal sodalizio John Lennon/Paul McCartney perché fosse cantato nel disco dal batterista del quartetto di Liverpool Ringo Starr.
John Robert Cocker detto Joe, classe 1944, nato a Sheffield, città del centro nord inglese nota per la produzione dell'acciaio, aveva mosso i primi passi nell'industria musicale agli inizi degli anni Sessanta. La sua prima incisione, nel settembre 1964, fu – vedi un po' - "I'll Cry Instead". Canzone dei Beatles inclusa nel loro terzo album del 1964 "A Hard Day's Night", che era stato pubblicato solo qualche mese prima, nel luglio del medesimo anno.
Joe Cocker era un interprete di eccezionale talento, aveva la non comune capacità di entrare in totale empatia con la canzone che si trovava ad interpretare riuscendo ad incarnarne perfettamente lo spirito, con un risultato finale che spesso risultava migliore dell'originale. Il 9 novembre del 1968 la sua versione di "With a Little Help from My Friends" dei Beatles raggiunse la prima posizione della classifica di vendita britannica dei singoli. Nel brano, alla chitarra, figura Jimmy Page, in quel periodo in odore di Led Zeppelin.
Quella che si può considerare una buona canzone, come molte altre dei Beatles, ha fatto la fortuna, lanciato e contraddistinto indelebilmente la carriera dell'allora 24enne cantante inglese. Sull'onda di quel successo, nel 1969, Cocker venne invitato negli Stati Uniti ad esibirsi nella tre giorni musicale più nota di tutti i tempi: il festival di Woodstock. L'esibizione del musicista inglese, accompagnato dalla sua Grease Band, ebbe luogo il 17 agosto e fu indimenticabile come poche altre.
La scaletta proposta da Cocker quel giorno includeva, come da manuale, un buon numero di cover con ben tre brani di BobDylan. Eccola qui: "Dear Landlord" di Bob Dylan, "Something's Coming On", "Do I Still Figure in Your Life?" della band inglese degli Honeybus, "Feelin' Alright" dei Traffic, "Just Like a Woman" di Bob Dylan, "Let's Go Get Stoned" del gruppo vocale dei Coasters, "I Don't Need No Doctor" di Nick Ashford, "I Shall Be Released" di Bob Dylan, "Hitchcock Railway", "Something to Say" e poi, a chiudere, "With a Little Help From My Friends" Dopo il suo concerto, quasi fosse un segno del destino, a sottolineare ancor di più l'esibizione, un temporale interruppe il festival per diverse ore.
Dopo di lui, il diluvio.
Joe Cocker sul palco di Woodstock in quella estate del 1969 consegnò alla storia una versione memorabile di "With a Little Help From My Friends". Di fronte a circa mezzo milione di persone la cantò con una intensità tale che pareva ne andasse della propria vita (e forse è stato proprio così), facendola diventare l'inno stesso della tre giorni di pace e musica rock; il brano che, con il suo messaggio, unì un'intera generazione nella speranza. E lo consegnò al mito...poi vennero gli anni Settanta.