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Manu Chao torna per augurarci lunga vita

Manu Chao torna per augurarci lunga vita
Dopo 17 anni di silenzio il musicista franco spagnolo pubblica un intenso album acustico.
Recensione del 17 set 2024 a cura di Luca Trambusti


Voto 7.5/10
La recensione
Il suo ultimo disco di inediti risale al 2007, poi un apparente silenzio, almeno discografico, lontano dal clamore mediatico. Passati i fasti della fine anni ’90 primi anni ’00 con dischi come “Clandestino” e “Proxima Estacion: Esperanza” preceduti dai successi dei seminali Mano Negra (a cavallo tra i fine ’80 e tutti i ’90) Manu Chao non realizzava un disco di inediti dal 2007 (“La Radiolina”) apparendo però “solo” con dieci singoli tra il 2008 (“La Vida Tombola” dedicato a Maradona) e il 2017, molti dei quali passati sotto silenzio.


A fine maggio, improvvisa, arriva la notizia dell’uscita di un brano, “Viva Tu”, con la promessa di pubblicare un nuovo album entro l’anno. E così è. Preceduto da un tour di 7 date in Italia (Leggi qui recensione), José Manuel Arturo Tomás Chao Ortega, classe 1961, dal 20 settembre rende disponibile “Viva Tu”, una raccolta di 13 brani inediti. Al primo omonimo singolo ne sono seguiti altri due: “São Paulo Motoboy”, a giugno, e pochi giorni prima dell’uscita del disco “Tu Te Vas (Feat Laeti)”.

Il nuovo disco di Manu Chao è un lavoro prevalentemente acustico (niente fiati), che si muove tra poesia, protesta, denuncia, leggerezza e allegria, senza però mai perdere di vista “il mondo”, la realtà e l’umanità che ci circonda. Ed è questa umanità, fatta anche di emarginati, che il musicista spagnolo di nascita, francese d’adozione, racconta in maniera poetica, con poche parole e a volte con metafore, puntando anche il suo sguardo sulle storture e ineguaglianze del presente.

Pur nella sostanziale essenzialità del disco, molti sono i brani per chitarra acustica e voce, e in assenza di quella brillantezza compositiva e ritmica che ha accompagnato la sua produzione più celebrata, in “Viva Tu”, (traducibile in lunga vita) fin dal titolo si riconosce la positività di Manu, la sua visione della musica e del ruolo che questa deve avere.

Non è certo il suo disco più festoso, quello da ascoltare come se fossero “canzonette” senza però mai essere “canzonette”. “Viva Tu” piuttosto s’inserisce nel solco artistico e politico del celebrato musicista, portavoce di un mondo “filosofico” e idealista che non rinnega e racconta con un differente e ricco vocabolario musicale.

L’album - cantato in spagnolo, francese ed inglese - ha diversi momenti. Ci sono quelli positivi, allegri e felici di “La Colilla” o della bella storia d’amore di “Tom e Lola”, quelli ritmati della tittle track (con atmosfere un po’ alla Gipsy King) e di “Coração No Mar“. Non mancano nemmeno i momenti dolenti e tristi (“Cuatro Calles”), l’intensa riflessività di “Vecinos En El Mar” e “La Couleur du Temps” o il reggae di “Lonely Night” e “Tantas Tierra” (tra i pochi brani più pieni ed arrangiati e con inserti elettronici) o la più tradizionale, in senso ritmico, “River Why”.

Stupisce poi “Heaven's Bad Day”, un brano (scritto da Manu Chao) con il featuring di Willie Nelson in cui l’autore di “Clandestino” si fa portare sui territori del country d’oltreoceano. Una piccola perla in cui i due artisti, così diversi per stile e anagrafe, s’incastrano bene, sorprendendo soprattutto il pubblico di Chao che viene proiettato in atmosfere musicali inedite e forse anche inaudite, vista la poca propensione alla musica nord americana da parte dell’iberico, più affascinato dalle musiche popolari franco spagnole, sud americane e gitane.

Vicina al consueto mondo artistico dell’ex Mano Negra c’è invece Laeti (Laetitia Kerfa), rapper parigina, che appare nell’ultimo singolo “Tu Te Vas”. Infine nel brano di chiusura c’è un contributo dell’argentina Carina Diaz Moreno de la Asamblea de Vecinos Autoconvocados de Famatina La Roja (militante di un’associazione ambientalista). Collaborazioni più “tecniche” quelle con il chitarrista Lucky Salvadori (anche lui argentino e compagno di palco), quelle di Madjid Fahem, Dalila Hocine, lo spagnolo Joan Garriga (fisa in diversi brani), l’americano Mickey Raphael (armonica nel brano con Willie Nelson) e Chalart58 alle percussioni più un piccolo gruppo di vocalist.

Quello che ritroviamo in questo disco dopo anni di silenzio discografico, anni riempiti con tanti live in acustico, è un Manu Chao più riflessivo, quasi intimo, senza i clamori del passato ma sempre attento a raccontare “un altro mondo possibile” sia socialmente che musicalmente, un mondo che profuma di altri, di barrios popolari, pieni di vita e di umanità.

Sebbene meno esplosivo del passato, a tratti ermetico e molto più intenso, “Viva Tu” resta sempre un interessante laboratorio musicale in cui la musica popolare (quel misto tra diversi tipi di folk e spruzzate di reggae, ma sempre con un approccio pop) è padrona assoluta della scena e riesce in ogni caso e occasione a trasmettere buone vibrazioni, positività e speranza, nonché testimonianza e appartenenza. Il tutto con un linguaggio musicale semplice ed essenziale, che cattura e coinvolge.

L’esplosività, l’anima più “festaiola”, brillante, casinista e un po’ confusionaria Manu Chao se la conserva per i suoi live.

TRACKLIST
Vecinos En El Mar
La Couleur du Temps
River Why
Viva Tu
Heaven's Bad Day feat. Willie Nelson
Tu Te Vas feat. Laeti
Coração No Mar
Cuatro Calles
La Colilla
São Paulo Motoboy
Tom et Lola
Lonely Night
Tantas Tierra