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I Pinguini Tattici Nucleari continuano la loro marcia

I Pinguini Tattici Nucleari continuano la loro marcia
Oggi è il compleanno di Riccardo Zanotti, il frontman della band bergamasca

Di Redazione
Nell'attesa di pubblicare, con la sua band, un nuovo album e di fare un tour negli stadi italiani la prossima estate, Riccardo Zanotti, il frontman dei Pinguini Tattici Nucleari, per i suoi 30 anni (li compie oggi), si è regalato "Romantico ma muori", il nuovo singolo del gruppo bergamasco, che discograficamente è fermo a "Fake news", disco pubblicato nel dicembre 2022. A seguire la nostra recensione del quinto album in studio dei Pinguini Tattici Nucleari.



C’è una certezza nel quinto album dei Pinguini Tattici Nucleari, passati dall’essere una band che scriveva le prime canzoni in cameretta a riempire gli stadi italiani: in “Fake news” i protagonisti delle canzoni rimangono gli underdog, quelli con le esistenze storte tanto amati e celebrati da Tim Burton, quelli con “le vite che passano sul filo del rasoio”, come canta lo stesso Riccardo Zanotti, voce del gruppo. Questo perché i Pinguini, nonostante siano entrati come un carrarmato nel mondo del mainstream, non vogliono snaturarsi, rifiutano ogni forma di divismo e continuano a parlare della loro realtà, senza perdere il focus del loro immaginario.


“Oggi viviamo dove abbiamo sempre vissuto, il divismo è lontano dal modo di vivere dei bergamaschi. È una terra di lavoro duro, non di apparenza. Siamo persone molto lontane dai salotti luccicanti frequentati da molti artisti”, hanno spiegato alla presentazione del progetto Se sul fronte testuale, i sei musicisti non si discostano dal loro universo, su quello musicale tentano il passo avanti, sperimentando e giocando con la musica.


In “Fake news” ci sono le ballatone più dolci e scarne, brani dalle tinte uptempo che strizzano l’occhio all’urban (“Zen”), pezzi più rock (“Non sono cool”), incursioni puramente cantautorali (“Cena di classe”) e grandi omaggi al pop con pezzi dai ritornelli perfetti per essere cantati negli stadi (la già nota “Giovani wannabe” e “Melting Pop”).


È un disco vario, piacevole, nel segno di un pop credibile, di qualità e che scorre limpido come l’acqua di un fiume di montagna. Ed è suonato dall’inizio alla fine. “Veniamo dal prog, suonare per noi è alla base del fare musica”, sottolinea la band. Un aspetto che il gruppo rivendica con orgoglio. “‘Zen’ racconta le difficoltà del nostro lavoro, le pressioni generate da quest’ultimo. ‘Non sono cool’ e ‘Barfly' sono sulla stessa lunghezza d’onda. Ci sono anche canzoni di solitudine, figlie della pandemia. Le risposte ai mali della vita per noi, però, si trovano nello stare insieme. Per questo crediamo tanto nella dimensione di band. ‘Forse’ e ‘Hikikomori’ arrivano dallo spaesamento e dal dolore per il Covid. Sono più intime. È un disco vero. ‘Fake news’ è un titolo di contrasto”, hanno continuato nel racconto dell’album.


Una delle più belle tracce del progetto è “Forse”: un pop delicato sulla difficile collocazione nel mondo di persone fuori da certi schemi. Non sfigurerebbe nel canzoniere di Samuele Bersani. Forse per via di un progenitore comune che si chiama Lucio Dalla. Un brano che riecheggerà negli stadi è “Non sono cool”, un pezzo dal sound alla Blur che valorizza il basso di Simone Pagani e c’è anche un pizzico di critica sociale: “Quando si dice paese reale si intende paese di sudditi e re/E avere culo vuol dire leccare il culo di chi sta più in alto di te”. Con questo album i Pinguini Tattici Nucleari continuano la loro marcia.