MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

​​​​​​​​​​​​​​

​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​


MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
"Joker: Folie à Deux", il problema di Hollywood con i musical

"Joker: Folie à Deux", il problema di Hollywood con i musical
Ci risiamo: Lady Gaga insiste, ma il film è un musical e neanche dei migliori...


Di Elisa Giudici
Che la conferenza stampa di Joker: Folie à Deux sarebbe stata rovente lo si intuiva e lo si sperava sin dalla vigilia in sala stampa a Venezia. Con lo sbarco al Lido di due star come Lady Gaga e Joaquin Phoenix a caccia di Oscar, con un film in corsa per il Leone d’Oro che ama immaginarsi controverso e tagliente, c’erano già tutti gli ingredienti per un’interazione cast/giornalisti spumeggiante. I più informati aspettavano al varco Phoenix, costretto a schivare le domande sul progetto del dramma gay diretto da Todd Haynes che ha abbandonato a 5 giorni dall’inizio delle riprese. L’inevitabile schivata è arrivata, la domanda era altrettanto inevitabile: non capita spesso che una star hollywoodiana blocchi la produzione di un film che ha fortemente voluto, mettendo in forse la sua carriera futura.


Chi assicurerà un film il cui attore protagonista ha appena fatto la mossa alla “Se scappi ti sposo” dopo aver messo in piedi una produzione da decine di milioni di euro?.

Lady Gaga casca sul musical
A sorpresa è stata Lady Gaga a suscitare il momento “come prego?” della conferenza di presentazione di Joker: Folie à Deux. Per i più curiosi: sia messo agli atti che il sequel del Leone d’Oro del 2019 Joker è di gran lunga il titolo peggiore tra quanti visti finora in concorso. 138 minuti di durata, 318 minuti percepiti, nonostante il tutto il contorno musicale al dramma psichiatrico e criminale dei protagonisti. E sul musical è cascata la premio Oscar Lady Gaga.

Da alcuni anni ormai assistiamo sgomenti ai tentativi degli studios, invero ridicoli nella loro ingenuità, di spacciare film che sono musical per qualcosa d’altro, con trailer costruiti ad arte per celare la presenza di canzoni e numeri di danza. È successo con "Wonka" , succederà probabilmente di nuovo questo autunno con "Wicked". Sta accadendo con "Joker: Folie à Deux".

La novità è che stavolta anche la protagonista - la pop star premio Oscar Lady Gaga - è stata ragguagliata ad arte da qualche PR in merito a cosa rispondere a domanda specifica. Domanda che non poteva mancare, dato lo stato delle cose e data la confusione in merito a Joker: Folie à Deux. House of Gucci ci ha insegnato che la presenza di Lady Gaga nel cast non significa in automatico che canterà, invece A Star is Born ci ha confermato che la veste di cantante è la chiave migliore per godere della sua presenza su grande schermo. Dall’arrivo dei primi materiali promozionali inerenti al sequel di Joker è tutto un tira e molla di dichiarazioni contraddittorie: è un musical, no, è


anche un musical, sì si canta e si balla, sì, Lady Gaga canterà ma no, non è un musical.

A domanda diretta, in conferenza stampa, l’artista ha ribadito la linea ufficiale. Joker: Folie à Deux non è un musical perché (e cito letteralmente) “the music is used to really give the characters a way to express what they need to say because the scene and dialogue is just not enough” (la musica è usata per dare concretamente ai personaggi la possibilità di esprimere ciò che hanno bisogno di dire quando le scene e i dialoghi non sono sufficienti) . Verrebbe da dire che questa è una perfetta descrizione del perché, nei film musical, i personaggi passino dai dialoghi al cantato: quando i limiti della parola sono tangibili come quelli del reale, arriva in soccorso la musica, la danza, la fantasia.

Lady Gaga ha torto: Joker: Folie à Deux è un musical
Lady Gaga stavolta ha torto. Non saprei se semplicemente mal consigliata da chi sa che l’etichetta inciderà in negativo sugli incassi potenziali della pellicola o proprio in mala fede. Avendo visto la pellicola in questione, posso fornire un paio di elementi a riprova del fatto che si tratta di musical, anche se possiamo concedergli di essere sui generis.

Si parte dalla mera quantità: in Joker: Folie à Deux sono presenti una decina abbondante di canzoni, divise equamente tra i due protagonisti del film. Nota a parte: ci vuole un bel coraggio ad affidare tanti numeri musicali a un cantante men che discreto come Joaquin Phoenix, ma è uno dei problemi minori di un film che deraglia inesorabilmente dopo i primi dieci minuti.


I pezzi cantati dai due per giunta si rifanno a vecchi musical anni ‘50 e ‘60, con tanto di clip musicata da una commedia hollywoodiana che allieta la serata del reparto psichiatrico di Arkham Asylum. Il film contiene anche un inedito firmato e interpretato da Lady Gaga. Con “Folie à Deux” Lady Gaga andrà probabilmente a caccia di un altra nomination come miglior canzone. Dovessi azzardare un pronostico, direi che il brano è anni luce inferiore a “Shallow”, tanto che fatica a distinguersi dal resto dei brani di contorno e di repertorio della pellicola.

Anche il come e il quando i brani sono inseriti nella narrazione urla “musical” e si rifà alla specifica tradizione hollywoodiana che ha poi ispirato pellicole come La La Land (uno degli ultimi musical a rivendicare con orgoglio la sua natura). Buona parte dei numeri musicali sono infatti sogni, fantasie a occhi aperti, allucinazioni del protagonista innamoratosi della bella piromane internata in un’ala differente del carcere di sicurezza dove lui è in attesa di processo. Joker è innamorato e canta, non solo nella sua immaginazione - in cui sogna al chiaro di luna di averla tra le braccia e arriva a portarla all’altare -


ma anche nella realtà. La rivolta tra i carcerati scoppia al ritmo di "When the Saints Go Marching In", il corteggiamento di Lee ha come sottofondo “Dancing in the Moonlight”.

A rendere ancora più flebile la posizione negazionista di Lady Gaga c’è il fatto che in un paio di occasioni al canto si unisce la danza, con sequenze altamente coreografate. C’è un tentativo di fuga in cui i due evitano alle guardie penitenziarie a passo di danza e tempo di musica, mentre in una scena successiva Arthur/Joker balla il tip tap.

La buona notizia per Lady Gaga è che, definizioni di genere a parte, la sua presenza nel film è tra i pochi elementi salvabili in una pellicola noiosa, macchinosa, inconcludente e davvero poco ispirata. La cattiva è che Hollywood continua a produrre musical o pseudo tali, ma continua a essere terrorizzata dalla “parola con la m”.