La tragica storia di Ritchie Valens, il cantante de “La bamba”
La tragica storia di Ritchie Valens, il cantante de “La bamba”
Tutti conoscono la canzone, ma in pochi sanno chi era il divo destinato a fare la storia del rock.
Di Mattia Marzi
È imprescindibile nelle playlist di feste di compleanno, matrimoni, serate organizzate nei villaggi turistici. Eppure “La bamba”, canzone che sembra non avere età, come se fosse stata sempre presente nella storia della musica, nasconde una storia tragica: quella dell’interprete che la rese popolare, Ritchie Valens, scomparso a soli 17 anni senza neppure riuscire ad assistere al successo del brano. Conosciuto come il Little Richard della San Fernando Valley, Richard Steven Valenzuela, questo il vero nome del musicista nato il 1941 a Pacoima, un sobborgo di Los Angeles, da una famiglia di origini messicane, passò in una manciata di anni dal lavorare come bracciante agricolo per aiutare la famiglia - che versava in una condizione di estrema povertà - a scalare le classifiche americane con i suoi singoli. La sua parabola ispirò nel 1987 un film intitolato - indovinate un po’ - “La bamba”, ideato e diretto da Luis Valdez, che fece conoscere al mondo intero la storia di Valens e quella della celebre canzone, suonata nel film dai Los Lobos. Nominato nel 1988 ai Golden Globes come “miglior film drammatico”, il film - che aveva come protagonista Luo Diamond Phillips - sta per tornare nei cinema a distanza di quasi quarant’anni dall’originale, ma in una nuova versione, per omaggiare ancora una volta la drammatica storia di un divo del rock la cui vita fu spezzata troppo presto.
Musicista autodidatta dotato di un talento straordinario - gli regalarono la sua prima chitarra quando aveva 5 anni: era uno strumento di seconda o di terza mano al quale mancavano quattro corde, che Valens, crescendo, aggiunse pian piano, continuando ad allenarsi - Ritchie vide la sua vita cambiare quando nel 1958 Bob Keane, proprietario e presitente di una piccola etichetta discografica di Hollywood, la Del-Fi Records, dopo aver ricevuto una segnalazione si presentò tra il pubblico di un’esibizione del musicista in un cinema di San Fernando.
Colpito dalle potenzialità di quel ragazzino, gli propose un contratto discografico con la sua etichetta e gli affiancò musicisti navigati ed esperti come .René Hall, Carol Kaye e Earl Palmer, che presero Valens sotto la loro ala protettiva e lo aiutarono a registrare i suoi primi pezzi, “Come on, let’s go”, “Donna” e la stessa “La bamba”, che non era un inedito, ma una rivisitazione di un classico della musica messicana e in particolare di quella dello stato di Veracruz, dove il brano era solito essere eseguito durante i matrimoni. Fiero e orgoglioso delle proprie origini messicane, Valens era inizialmente titubante nel rimettere mano all’arrangiamento del brano tradizionale, fondendo le sonorità latine con quelle rock’n’roll. Poi si convinse, dando una nuova vita alla canzone, che diventò la prima hit rock’n’roll cantata in spagnolo.
Ben presto il nome di Ritchie Valens cominciò a circolare tra gli addetti ai lavori e il musicista collezionò una serie di apparizioni in popolarissimi programmi tv Usa di fine anni ’50 come l’”American Bandstand” di Dick Clark, il “Dick Clark Show”, oltre ad esibirsi in templi della musica dal vivo americana come l’Apollo Theater. Un successo che spinse i promoter a organizzare un tour che avrebbe dovuto celebrare i nuovi dei del rock’n’roll americano: il “Winter Dance Party” avrebbe coinvolto, oltre al diciassettenne Ritchie Valens, anche Buddy Holly, The Big Bopper, Dion and the Belmonts e Frankie Sardo. La tournée partì il 23 gennaio 1959, ma terminò pochi giorni dopo, il 3 febbraio, in seguito a un incidente aereo nel quale persero la vita tre degli artisti che ne facevano parte, compreso Ritchie Valens. Ricordato da Don McLean nella sua hit “American pie” come “the day the music die”, il giorno in cui morì la musica, quell’incidente nel cielo di Fargo, in North Dakota, oltre alla vita di Valens spezzò anche le vite di Buddy Holly (che aveva 22 anni) e The Big Boppper (che di anni ne aveva invece 28), spazzando via il futuro del rock.
A riscattare il destino di Ritchie Valens ci pensò proprio il film “La bamba”, aggiunto nel 2017 al National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Usa, per la sua importanza culturale e storica. Luis Valdez, sceneggiatore e regista del film originale, è accreditato come produttore esecutivo della nuova versione, frutto della collaborazione tra Mucho Mas Media e Sony Pictures. La sceneggiatura porta invece la firma di José Rivera, portoricano che nel 2004 fu candidato all’Oscar per “The motorcycle diaries”. “Siamo onorati e umili di raccontare di nuovo la storia di Ritche, la storia di un incredibile giovane latino che ha ispirato così tante persone attraverso la sua musica e il suo talento prodigioso”, dicono i produttori. La leggenda continua.