Leopoldo Mastelloni chiede la legge Bacchelli: "A 79 anni vedo l’abisso"
Compleanno amaro per l'attore napoletano che confessa di vivere una "vecchiaia terrorizzante"
12 Lug 2024 - 09:05
È un compleanno particolare per Leopoldo Mastelloni. L'attore napoletano compie 79 anni e confessa di "vedere l'abisso". Non lavora più, vede un "vecchiaia terrorizzante", e per questo chiede l'aiuto della legge Bacchelli. Protagonista del teatro e della tv almeno fino a quella celebre bestemmia sfuggita a "Blitz" 40 anni fa che è entrata nei libri di storia della televisione italiana, adesso si sente "dimenticato".
Mastelloni: "Vecchiaia terrorizzate" "Entro negli 80, ne compio 79 - dice Leopoldo Mastelloni - Ringrazio Dio per la salute e il pubblico per l'affetto. Ma non pensavo che la mia vecchiaia sarebbe stata così terrorizzante. Davanti vedo l'abisso. Sono stato cancellato dal teatro, depennato. Non lavoro e ne avrei bisogno: la piccola pensione non mi basta a pagare affitto e bollette. La legge Bacchelli? Per il momento mi è stata negata anche se ho due valigie di documentazioni. Faccio appello al ministro Sangiuliano, che è uomo di cultura, e napoletano".
I brutti pensieri di Mastelloni "Sono spaventato per il futuro - prosegue - alla mia età come è logico non c'è una prospettiva. Certo ho sbagliato a non comprare una casa, ma tutto quello che ho guadagnato l'ho sempre investito per l'arte, per il palcoscenico. Ho avuto una vita stupenda, ma adesso a volte ho brutti pensieri, temo la depressione. E pensare che avrei voluto festeggiare con i fuochi d'artificio".
Tra teatro e tv Mastellonni lamenta di non essere chiamato neppure per fare la giuria nei talent: "Sì, certo, ai giovani potrei trasmettere molto". Anni di grandi spettacoli e code al teatro: da Raffaele Viviani al mentore Giuseppe Patroni Griffi, passando per Eduardo, Pirandello, Genet. Tanto il varietà televisivo d'autore che l'ha visto raffinato mattatore, da "Bambole non c'è una lira" a "Milleluci" fino a "Domenica in".
Leopoldo: "Mi manca il teatro" Negli ultimi anni due bei regali glieli ha fatti il cinema, con il quale non ha avuto un rapporto occasionale seppur di qualità: "Ringrazio il maestro Pupi Avati che mi ha voluto Bonifazio VIII in 'Dante' e il bravissimo Giampaolo Morelli per il suo 'Falla girare'. Ma quello che mi manca di più è il teatro. Parti da vecchio ce ne sono, potrei essere per esempio un Re Lear, ma anche qualche 'madre'...".
"Mai appartenuto a circoli "Ma come è possibile che il suo mondo si sia dimenticato di tanto talento? "Inspiegabile. Comunque: mai appartenuto a circoli, mai avuto santi in Parlamento - dice con ironia - forse sono stato troppo presuntuoso, meglio dire che ho carattere, sono un volitivo. E vengo da una famiglia di magistrati, quindi non accetto il compromesso. Mi dispiace soprattutto per il teatro Sannazaro di Napoli che pure avevo contribuito all'epoca a rilanciare, dopo gli anni di Luisa Conte. Cancellato anche da quella programmazione, l'ultimo spettacolo credo di averlo fatto tre anni fa. La stessa Lara Sansone non può nulla. La verità è che non si fa più teatro come una volta, le tournée sono più corte, si lavora solo nei fine settimana. Dopo il Covid molto è stato tagliato, questa ripresa del teatro di cui si parla non la vedo".
La pensione da 625 euro Già nel 2015 l'attore napoletano aveva fatto una sorta di appello, caduto nel vuoto. Raccontava infatti di non arrivare alle fine del mese e di percepire una pensione di 625 euro al mese dopo cinquant'anni di lavoro: "Se non avessi degli amici che mi aiutano a pagare l'affitto, prenderei 40 pillole di sonnifero e me ne andrei via: ci penso sempre più spesso a farla finita. Ormai mangio solo quello che i supermercati mettono in offerta speciale e se non avessi Barbara Mastroianni, la figlia di Marcello, che mi aiuta, non so come farei".
Il piccolo aiuto ricevuto grazie a Gino Paoli Leopoldo Mastelloni in passato ha confessato di aver ottenuto un piccolo aiuto: "Gino Paoli che mi ha fatto ottenere tramite la Siae un contributo momentaneo di 10 euro al giorno come artista di chiara fama in situazione di indigenza". Ma qualche anno fa è stata cancellata anche la piccola pensione integrativa che avevo avuto dalla Siae come autore drammatico.
Cosa prevede la legge Bacchelli e chi ne ha usufruito La legge Bacchelli (legge 8 agosto 1985, n. 440) è una legge della Repubblica Italiana, promulgata durante il Governo Craxi I. La norma ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità, i quali possono così usufruire di contributi vitalizi utili al loro sostentamento. Deve il nome al suo primo, previsto, beneficiario, lo scrittore italiano Riccardo Bacchelli. Il testo della legge prevede che, con proprio decreto e su conforme deliberazione del Consiglio dei Ministri, sia il Presidente del Consiglio, previa comunicazione al Parlamento, ad assegnare tale sostegno straordinario. Requisiti per accedere all'aiuto sono la cittadinanza italiana, l'assenza di condanne penali irrevocabili, la chiara fama e meriti acquisiti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia, del lavoro, dello sport e nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte, oltre a versare in stato di particolare necessità. Ne hanno beneficiato, tra gli altri, gli scrittori Aldo Braibanti e Dario Bellezza, la poetessa Alda Merini, i cantanti Uberto Bindi e Joe Sentieri, gli attori Alida Valli e Franco Citti, la prima annunciatrice della Rai Fulvia Colombo e l'eroe di guerra Giorgio Perlasca.