"1950" di Minghi/Chiocchio disco d'oro... più di 40 anni dopo
"1950" di Minghi/Chiocchio disco d'oro... più di 40 anni dopo
Di Federico Pistone
"1950" di Amedeo Minghi e Gaio Chiocchio ha ottenuto la certificazione di Disco d’Oro (sezione singoli online) dalla FIMI. Sono i buffi e cervellotici risultati delle rilevazioni dello streaming che riportano alla ribalta una canzone uscita più di quarant'anni fa, assegnandole un riconoscimento peraltro meritato.
La storia musicale di Amedeo Minghi assomiglia un po’ a quella cinematografica di Francesco Nuti: adorato dal pubblico, distrutto dalla critica.
La sua colpa sarebbe quella di essere troppo “pieno di sé”, di considerarsi un genio, un Verdi della musica leggera. Presuntuoso non fa rima con mediocre. La verità è che siamo di fronte al creatore di alcune canzoni belle e cantabilissime, in linea con la migliore tradizione melodica italiana. Certo l’incontro con il paroliere Gaio Chiocchio ha prodotto i due brani più indimenticabili, "1950" e "Quando l’estate verrà", mentre quello con Pasquale Panella, che si nascose pudicamente dietro risibili pseudonimi (Duchesca o Vanda Di Paolo) porta a meraviglie come "Serenata", "Nell’inverno", "Vita mia" - oltre alla celebre "Vattene amore", quella del "trottolino amoroso".
Quando nel 1983 Minghi si presenta a Sanremo, accomodato al pianoforte in completo grigio e attacca in un solo respiro: “Come profumi che gonna che bella che sei che gambe che passi sull’asfalto di Roma…”, in molti si rendono conto del capolavoro.
Non tutti, perché la canzone - la coproduzione è di Lilli Greco con gli autori - non entra nemmeno in finale, in un’edizione in cui perfino "L’italiano" di Cutugno, "Vacanze romane" dei Matia Bazar e "Vita spericolata" di Vasco Rossi lasciano un podio tutto rosa a Tiziana Rivale ("Sarà quel che sarà"), Donatella Milani ("Volevo dirti") e Dori Ghezzi ("Margherita non lo sa").
Se c’è una donna che merita di trionfare questa sarebbe però la Serenella di "1950", luminosa pagina di storia del Dopoguerra che è anche la dichiarazione d’amore per Serenella e per la vita, che Minghi canta con eleganza e sobrietà (saltando però una.
strofa per esigenze festivaliere), consapevole di avere un gioiello che si appunterà per il resto della sua carriera artistica, anche se le parole sono di un altro.
La radio trasmetterà
La canzone che ho pensato per te
E forse attraverserà
L’oceano lontano da noi
L’ascolteranno gli americani
Che proprio ieri sono andati via
E con le loro camicie a fiori
Che colorano le nostre vie
E i nostri giorni di primavera
Che profumano dei tuoi capelli
E dei tuoi occhi così belli
Spalancati sul futuro e chiusi su di me
Le parole sono del compositore italo-brasiliano Gaio Chiocchio (1954- 1996) ma è grazie allo spartito di Minghi che sembra davvero di essere spettinati dal vento del mare e dei ricordi. Un prodigioso film in musica che si “guadagna” l’ultimo posto secco a quel Sanremo, anche se la vincitrice morale resta lei, Serenella. Con Chiocchio l’anno dopo Minghi “girerà” il seguito di "1950" con la deliziosa "Quando l’estate verrà".