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"ABBA Voyage": dietro le quinte del concerto digitale dei record

"ABBA Voyage": dietro le quinte del concerto digitale dei record

Di Gianni Sibilla

Oltre 700 “concerti” in due anni, al ritmo di 7 sette a settimana, due al giorno nel weekend: gli avatar, anzi gli Abbatar, non si stancano, non perdono mai la voce, la loro performance è sempre perfetta. "ABBA Voyage" ha debuttato a fine maggio 2022 e in due anni è diventata una delle principali attrazioni di Londra: la sesta, per la precisione, mi raccontano orgogliosi i produttori Ludvig Andersson e Svana Gisla. La ABBA arena - 3000 persone - è praticamente sempre esaurita: oltre 200.000 persone hanno visto lo show.
Le parole (e anche le immagini che pubblichiamo in questo articolo) non redono l’idea dello spettacolo.


È un concerto, un musical digitale, un videoclip, un film: "ABBA Voyage" è tutte queste cose assieme e nessuna di queste. Non sono ologrammi ma riproduzioni digitali degli .ABBA, com’erano negli anni ’70, proiettate su uno schermo: cantano con una band reale di di 10 musicisti che suona dal vivo. Il tutto in un palazzetto costruito appositamente nella parte est di Londra: una normale struttura non può contenere uno spettacolo così tecnologico. Gli schermi e le luci avvolgono gli spettatori - che arrivano da tutto il mondo per ballare e cantare - con un effetto immersivo unico, che fa dimenticare che sul palco non ci sono delle persone.
Un modello di unione tra software - le canzoni, i video, gli avatar - e hardware - il palazzetto - che rende ABBA Voyage un modello non replicabile per altri artisti: insomma: in futuro non vedremo altre band tornare in maniera digitale sul palco, almeno non come gli ABBA. Che sono ancora vivi e hanno contribuito attivamente al progetto: “Ogni cosa è loro: dalle canzoni alla performance, all’arena alle bottigliette che si vendono al bar”. L’unico modo per replicare, spiegano i produttori, è portare in giro questo show costruendo altri palazzetti analoghi: “Conosci qualcuno che è interessato, in Italia”?, scherzano. Ma, insistono, "ABBA Voyage" è un concerto. “Come non l’avete mai visto”, come recita lo slogan in giro per Londra.
Ecco come è stato pensato e come funziona.

Gli ABBAtars
"È sempre stato progettato come un concerto e penso che lo sia in ogni suo aspetto”, spiega Andersson, in collegamento dalla Svezia. "Non sono ologrammi: all'inizio continuavamo a specificare che la definizione è sbagliata, ora ci siamo un po’ stufati e semplicemente lasciamo andare”, dice Svana Gisla. “Gli ologrammi hanno una pessima reputazione, sembrano qualcosa di sinistro, fatti senza le persone”, aggiunge Andersson. “Tutto è iniziato da Tupac o Whitney Houston, mentre gli ABBA sono vivi e hanno effettivamente realizzato lo spettacolo con noi”.
La tecnologia alla base di "ABBA Voyage" non è nuova: è il motion capture. 5 settimane di riprese con gli ABBA ripresi mentre cantano e si muovono, con tute che servono per digitalizzare i loro movimenti, poi ricreati su figure di loro stessi, ma negli anni ’70: per sempre giovani, per parafrasare Dylan. Il tutto svilippatto dalla Industrial Light And Magic fondata da George Lucas: “Non è neanche una tecnologia protetta da copyright, ma è inedita nella forma e nell'estensione: se perli con loro ti diranno che questo è stato il progetto più grande su cui abbiano mai lavorato, più di Guerre Stellari”.

“Quello che volevamo trasmettere era l’emozione”, continua Andersson. “Non volevamo impressionare con la tecnologia: per i nostri obiettivi gli ologrammi non servivano. Tutto quello che si vede e si sente in 'ABBA Voyage' e è passato attraverso il filtro di quelle quattro persone. Non è che abbiamo semplicemente messo insieme alcune cose e le abbiamo chiamate ABBA: Voyage è ciò che loro volevano fare”.

La ABBA Arena
State tranquilli: "ABBA Voyage" non è il futuro del live, anche se si discute spesso di come usare gli ologrammi per sfruttare commercialmente il marchio e la popolarità di grandi artisti che non possono (o vogliono) più salire sul palco. Se il primo motivo è il coinvolgimento diretto degli ABBA - che sono vivi e quindi garantiscono per i loro ABBAtars - il secondo è altrettanto importante: il luogo.
“La ABBA Arena” spiega Svana Gisla, “è probabilmente lo spazio per spettacoli musicali più avanzato che ci sia”.

È stato pensato come l’unico hardware che può far funzionare questo spettacolo: uno schermo che avvolge gli spettatori anche ai lati, ma che sembra sostanzialmente assente, grazie anche alla regia video e di luci. “La progettazione dello spettacolo è decollata nel momento in cui abbiamo capito che le nostre ambizioni e la nostra visione richidevano la progettazione di uno spazio orginale”. “Sapevamo che il 27 maggio 2022 ci sarebbero state 3.000 persone alla porta di un palazzetto che non avevamo ancora costruito per vedere uno spettacolo che non avevamo ancora realizzato. Non ci ho pensato troppo ed è stata una fortuna”.
La ABBA Arena è costruita su un terreno af*****to dalla città di Londra: per ora, le repliche sono previste fino al 2025. Ma, spiega Svana Gisla, la produzione è in continua trattativa con il comune per il rinnovo e prolungare il tutto - anche visto l’indotto di lavoro che "ABBA Voyage" genera sul territorio.


C’è un progetto, però: portare "ABBA Voyage" in tour: “Costruire nuovi palazzetti è l'unico modo per farlo. Stiamo lavorando duramente con molte persone per cercare di realizzare questo sogno. Quindi se c'è qualcuno in Italia così pazzo da voler costruire un'arena degli ABBA, può semplicemente chiamarci…”, sorride Svana Gisla.

Il pubblico e le canzoni
“Il pubblico è l'ingrediente segreto: l’energia che trasmette allo spettacolo è enorme”, spiega ancora Gisla. "La ABBA Arena è stata progettata per contenere 3000 persone, con una platea in piedi pensata appositamente per ballare, assieme ad una serie di “dancing booth” (dei piccoli skybox), affiancati ai tradizionali posti a sedere. Il pubblico balla e canta come ad un concerto tradizionale o ad un musical (anche se c’è qualcuno che guarda tutto come se fosse al cinema, con bibite e popcorn).


Ma le canzoni e un repertorio tra i più noti della musica pop sono ciò che fanno davvero lo spettacolo: ci sono tutte le più famose, c’è una band che suona le parti strumentali e delle coriste, dal vivo.

Andersson non si sbilancia sulle voci degli ABBA che dovrebbero essere in parte quelle delle registrazioni originali, in parte nuove registrazioni: “Chi lo sa?”, sorride. E i due spiegano che lo spettacolo potrebbe essere aggiornato, in futuro “Gli ABBA hanno avuto più di 60 successi e noi ne abbiamo usati solo 21, quindi perché non continuare? Non abbiamo nulla di nuovo a disposizione adesso, ma dico che se la gente vorrà continuare a venire, continueremo a lavorare”, spiegano. Potrebbe uscire anche un progetto discografico legato a "ABBA Voyage" - ma con una forma da definire, per ora non c’è nulla in cantiere.

Perché funziona
Quello che è certo è che "ABBA Voyage" funziona anche perché uno non sa bene cosa aspettarsi: a differenza di un concerto tradizionale, foto e video sono vietatissime (quelle che pubblichiamo sono le uniche ufficiali diffuse). “Uno dei motivi è che vogliamo che le persone siano presenti nel momento, senza distrazioni”, spiega Svana Gisla."!La seconda ragione è che lo spettacolo non rende nelle foto e nei video fatti con lo smartphone. Non è stato fatto per essere filmato, ma per essere vissuto, con un po’ di mistero”.

Sta di fatto che "ABBA Voyage" - lo posso testimoniare avendolo visto di persona - è un’esperienza davvero unica, a partire dall'arrivo e dall'attesa nella lounge in legno dell'arena (che ricorda un po’ l’Ikea, ma sarà una suggestione). Il logo ABBA compare ovunque, persino sulle bottigliette d’acqua, mentre i corridoi luminosi che portano al teatro sembrano installazioni artistiche. Lo spettacolo fa girare la testa: due ore di puro intrattenimento in cui ti ritrovi ad applaudire e cantare qualcuno che non c’è.
Non è il futuro del concerto, e lo confermano gli stessi produttori.

Però è uno show che mostra la complessità della parola “live”: e se pensate che un concerto tradizionale sia meglio perché tutto dal vivo, ricordatevi che molti artisti in carne e ossa che dicono di fare tutto in diretta spesso fanno abbondante uso di basi preregistrate.
"ABBA Voyage" fa vedere fin dove può arrivare una produzione immersiva fatta di musica e immagini: se passate da Londra, vale il prezzo del biglietto.