MUSICA




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Olly: "Non mi sono mai fermato, sto scrivendo il nuovo album e torno con un tour nei club"


Il cantautore si racconta a Tgcom24 tra il successo del nuovo singolo "Devastante" e nuovi progetti


Se il 2023 per Olly è stato un anno vissuto "a mille", il 2024 è quello del nuovo album che il giovane cantautore genovese sta scrivendo. Il nuovo singolo "Devastante" sta andando benissimo e l’artista si dice orgoglioso, anche perché sgomita in classifica tra la trap e i brani di Sanremo. Lui che al festival ci è andato l’anno scorso quando con "Polvere" si è fatto conoscere al grande pubblico con l’incoscienza di un adolescente e la sensibilità di chi ha un mondo tutto suo da raccontare. Olly ha appena annunciato il tour nei club a dicembre 2024: "Vorrei vedere meno telefonini accesi ai live, mi piacerebbe che la gente si godesse il momento", confessa a Tgcom24.

Il 2023 è stato un anno importante, il 2024 sembra quello della riflessione, è così?
Dipende dai punti di vista. Quando sei a Sanremo lo vede tutta Italia, ora che sono in studio e stiamo scrivendo l'album lo vedo solo io. Ci sta che il percepito sia quello, ma in realtà non mi sono fermato un attimo e presto si vedranno i risultati, spero siano positivi.



Il singolo "Devastante" sta andando benissimo...
E' il mio brano che sta andando meglio, mi sta dando molte soddisfazioni. In un momento così particolare per la musica, in cui il mercato impone di far uscire continuamente i brani, alla fine ci si dimentica delle uscite... e se si pensa che un brano cantautorale di un ragazzo della mia età (22 anni, ndr) sta avendo questo risultato, in una classifica in cui c'è trap e Sanremo, allora mi inorgoglisce tanto. Non lo tratto come un dato numerico, sia chiaro. Ma come un dato.



Stai virando verso il cantautorato?
Ho sempre scritto la mia musica e mi sono sempre reputato un cantautore. Devastante forse sembra più intimo, ma in realtà ci sono altri miei brani che sono molto ma molto più intimi. La forma in cui è stato scritto e prodotto fa pensare a un cantautorato di altri tempi, e mi fa molto piacere perché sono fan di quella musica. E' musica che ascolto tuttora, soprattutto per cercare ispirazione.



Cosa ascolti del passato?
Ovviamente Tenco e De Andrè, di Genova come me, ma anche Venditti, De Gregori e Concato. Dove si trova ispirazione e sincerità mi piace ascoltare. C'è tanta gente che lo fa e non lo ammette, non so per quale motivo...



Stai registrando il nuovo album, cosa ci puoi anticipare?
Nulla, ma non perché non lo voglia fare. Sto scrivendo e selezionando i brani in cui mi riconosco di più. Andare in studio è un momento di libertà assoluto e si possono scrivere anche cose con le quali non si è a proprio agio.



Ci saranno collaborazioni?
E' l'ultimo dei miei pensieri. Prima c'è il messaggio e ci sono le canzoni, poi tutto il resto...



Nel video del nuovo singolo hai coinvolto i tuoi fan...
L'idea è nata dall'esigenza di voler entrare nel loro mondo. Ho trovato una reference e l'ho citata perché era una bella idea, è stato il mio modo di dire loro 'grazie'.




Chi sono i tuoi fan, li hai "fotografati"?
Immagino di sapere un po come siano: persone di tutte le età, famiglie insieme, liceali, universitari... c'è sempre una bella situazione.



Anche in tempi non sospetti hai parlato della necessità di andare in terapia, oggi ragazzi della tua età come Sangiovanni hanno fatto un passo indietro, cosa ne pensi?
Soprattutto nell’ambiente musicale e discografico ci vuole coraggio per fare una mossa come quella di Sangio. Sarebbe utile che le case discografiche stanziassero anche un budget per delle cure psicologiche. Un po' come dovrebbero fare le aziende in generale con i lavoratori. Io mi reputo un privilegiato perché mi posso permettere di andare da uno psicologo una volta alla settimana. Spesso si sottovaluta il carico mentale degli artisti, ma non perché siamo supereroi, un brano che va male per alcuni di noi significa 'forse sono io che non sono giusto', 'non sono stato capito', 'c'è qualcosa che non va' e se poi la risposta dall'altra parte è 'ci serve un altro brano', allora diventa un problema.



Tu ce l'hai l'ansia da prestazione?
La prestazione in sé la porto sempre a casa, sul palco e in studio. E' una ansia da comprensione, un'ansia da presenza, da dover esserci sempre, oggi è difficile poter dire 'stacco un attimo'.



I social come li vivi?
La prima volta in cui è stato trasmesso un film al cinema c'era un treno che andava dritto verso la platea, era in due dimensioni su schermo piatto, e la gente si è spaventata, si sono alzati e sono andati via... I cinema oggi stanno addirittura chiudendo perché si è arrivati allo streaming. I social oggi fanno paura, sicuramente c'è un modo per poterli gestire meglio. Come post ci sono pochissimo, nel quotidiano pubblico delle storie, ma non posso nascondere che la paura di sparire e di essere dimenticato c'è. Leggo anche i commenti, mi colpiscono sempre di più quelli negativi che poi sono un centesimo di quelli positivi, è una dinamica che non mi piace...



A Sanremo ci pensi?
Quest'anno ho pensato che a confronto io ho fatto una schifezza (ride, ndr). Ma so bene di non aver sbagliato, ho fatto quello che potevo, è stato un momento bellissimo e spero si ripresenti, non so quando e in quale misura, ma voglio ritornarci. Sicuramente in un modo più maturo. Mi ha aiutato l'ingenuità, la prossima volta ci andrò meno 'leggero' perché non sarà più la prima volta e avrò più consapevolezza.



Zucchero ha detto che nn firmerebbe un protocollo contro i testi violenti, tu che ne pensi?
In passato ho voluto cambiare un testo di una canzone per una questione di pancia. Sono d’accordo con Zucchero, la violenza esiste e il compito di un cantautore, di un poeta, di un artista, è raccontare quello che c'è, anche se non è bello.



Il rap usa testi misogeni...
E' uno specchio della società, che raccontato con un linguaggio diretto senza troppi fronzoli viene visto come un atteggiamento misogeno. Il rap adora le donne, ci sono tanti pezzi d'amore scritti dai rapper... Da piccolo ascoltavo 'Non crollo' di Fabri Fibra e non ho mai pensato di spezzarmi il collo con una corda... I rapper non sono i professori dei ragazzi.



Ultima domanda: ti stai preparando ai live?
Ancora no, riparto a dicembre con un tour nei club. Ci sarà sicuramente il nuovo disco, c'è voglia di aggregazione bella, voglio che i miei concerti siano un momento di condivisione, chiederò di utilizzare il meno possibile i cellulari. Mi sentirò un po' un professore, ma vedo dei video di concerti di anni fa in cui non c’era neanche un telefono e voglio vivere quell’energia. E' bello ricordare certi momenti, ma voglio portare il mio pubblico a viverli. Tutto il disco che sto scrivendo gira attorno alla collettività.