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Si diceva, Geolier potrebbe lasciare un segno importante

Si diceva, Geolier potrebbe lasciare un segno importante
Nel 2019 il musicista napoletano che oggi compie 24 anni pubblicava il suo primo album


La sua carta d'identità riporta Emanuele Palumbo nato a Napoli il 23 marzo 2000. Ciò che quel documento non riporta è il suo nome d'arte, Geolier, e il fatto che allo scorso festival di Sanremo ha conquistato il secondo posto nella classifica finale con la sua "I p' me, tu p' te", sopravanzato unicamente da "La noia" di Angelina Mango. Il ragazzo oggi compie 24 anni ed ha al suo attivo due album: "Il coraggio dei bambini" (leggi qui la recensione) pubblicato a inizio 2023 e il disco d'esordio, "Emanuele", uscito quando aveva solo 19 anni. E' con la recensione del 'debut album' scritta per noi da Riccardo Primavera che porgiamo gli auguri di buon compleanno al rapper napoletanno.


Si sa molto poco di Geolier. Andando a spulciare sul web, è difficilissimo recuperare informazioni su di lui, e ancora meno sono i contenuti che lo vedono parlare direttamente; non si è lasciato intervistare praticamente quasi mai. Per certi versi è comprensibile, visto che la sua ascesa nella scena rap italiana è stata tanto fragorosa quanto rapidissima. Tre singoli, milioni di stream accumulati, l'arrivo immediato di collaborazioni di peso, la firma per BFM – l'etichetta fondata da Luchè, che raduna alcuni dei giovani talenti della scena rap partenopea. Sappiamo quindi che è piuttosto giovane, che è napoletano, che ha firmato alcune delle strofe più interessanti di “Mattoni” - il disco di Night Skinny – e che in un solo anno è passato da prospetto interessante a vera e propria conferma. Oltre a ciò, in una delle pochissime – forse l'unica – intervista rilasciata, ha raccontato di aver scartato tre dischi, prima di convincersi di aver dato vita all'album giusto per esordire.


“Emanuele” è il biglietto da visita ufficiale di Geolier al pubblico italiano, prodotto e distribuito da BFM e da Island Records/Universal Music Italia. La direzione artistica del progetto è stata affidata a Dat Boi Dee, producer napoletano e altro nome salito alla ribalta in pochissimo tempo – collaborando, tra gli altri, anche con CoCo e Luchè. 16 strumentali per altrettante tracce, sulle quali c'è spazio per pochi featuring, ma mirati e di livello assoluto: Luchè, Emis Killa, Lele Blade, MV Killa e Gue Pequeno.



È difficile immaginare un primo album più completo di “Emanuele”. Geolier sceglie di rappare solo in napoletano, ma sebbene la città campana sia una presenza forte nel suo immaginario, le storie che racconta permettono a chiunque di immedesimarsi. Nel disco c'è tutto: dall'autocelebrazione all'arroganza – come in “Yacht” o “Amo Ma Chi T Sap”, rispettivamente con Luchè e MV Killa e Gué Pequeno -, passando per canzoni d'amore che sanno essere malinconiche o incredibilmente romantiche - “Na Catena”, “Vogl Sul A Te” -, arrivando a brani dall'introspezione straordinariamente matura, che solitamente gli artisti tendono a raggiungere dopo diversi album.


“Intro”, “Dreams” o “Emanuele” sono esempi di una scrittura in grado di scavare a fondo nella propria persona, senza però risultare mai pesante o fuori luogo.


La scorrevolezza è infatti un altro dei grandi punti di forza del progetto: grazie ad un'ottima varietà dal punto di vista dei suoni, testimonianza dell'ottimo lavoro svolto da Dat Boi Dee, l'ascolto dell'album è incredibilmente fluido, non annoia, non è mai ripetitivo. Per ogni pezzo da sound classico come “Provino” troviamo la leggerezza latineggiante di “Como Te”, per ogni momento evocativo ed emotivo come “Intro” ci sono le atmosfere incalzanti e scure di “Yacht” a fare da contraltare. I numeri che “Emanuele” sta macinando sono la chiara dimostrazione che, in questo campo, Geolier è uno dei nomi più interessanti del 2019, e in prospettiva potrebbe lasciare un segno importante sulla scena italiana. Lo spessore di questo disco d'esordio depone sicuramente a suo favore.