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Rose Villain: “Il nuovo album è un fiore che sbuca dal cemento”

Rose Villain: “Il nuovo album è un fiore che sbuca dal cemento”
La rapper: “Dopo le nuvole di ‘Radio Gotham’ ecco lo squarcio di luce di ‘Radio Sakura’”.


Di Claudio Cabona
In “Radio Gotham”, il suo primo album, ha raccontato le sue ombre e i suoi fantasmi, con “Click Boom!”, canzone presentata al Festival di Sanremo 2024, ha mostrato che è possibile vivere un amore anche se imperfetto, ora, con il suo secondo album, “Radio Sakura”, Rose Villain vuole fiorire, da qui il titolo con il riferimento al "bocciolo di ciliegio", un simbolo di prosperità nella cultura giapponese.


Il sequel
“Si dice che quando una donna partorisce il primo figlio sia un dramma mentre il secondo arrivi con molta più facilità. Per il mio secondo album è esattamente successo questo – racconta Rose Villain - questo mio secondo parto è stato molto più facile del primo. Dopo ‘Radio Gotham’, il precedente lavoro, avevo già molta voglia di scrivere canzoni nuove. Ma avevo tantissimi impegni nell’immediato: promo, concerti etc. E, musicalmente, in quei mesi, ho fatto uscire poco di nuovo: è arrivata ‘Fragole’ con Achille Lauro in estate e poco altro. Avevo tanti colpi in canna, che avevo accumulato. Io sono una che scrive davvero tanto, se adesso mi venisse dato un foglio bianco e una penna proverei senz’altro a scrivere un testo”. Terminato il percorso di ‘Radio Gotham” è andata a New York un mese. “È il mio posto sicuro, e lì, in quel periodo, ho scritto tutte le canzoni nuove. Non l’ho fatto di fretta, era come se il disco fosse già dentro di me, per questo motivo è arrivato in modo così deciso – ricorda - ‘Radio Gotham’ è come se fosse un luogo di nostalgia e di tristezza, avevo paura di non essere capita in quel periodo. Ho tirato fuori delle fragilità, ma le persone, in realtà, mi hanno immediatamente compresa. È stato bellissimo. È come se le mie storie fossero diventate anche loro. Tutto questo mi ha dato sicurezza, mi ha tolto la paura di scavare dentro di me”.

Il sentirsi “trasparente”
Il secondo capitolo va oltre. “‘Radio Sakura’ è più intimo, forse più crudo. È un disco in cui sono più diretta. L’amore che ho ricevuto mi ha permesso di fiorire e mi ha spronato a cercare di diventare l’artista che avrei sempre voluto essere – svela - ora mi sento, artisticamente, sicura. ‘Radio Gotham’ rappresentava, visivamente, dei nuvoloni scuri, questo secondo capitolo è il raggio di sole che spunta dietro quelle nubi. È un disco di speranza, anche se tratta diversi argomenti pesanti, ma lo fa cercando sempre di dare una sensazione di ‘miglioramento’”. L’album parte da storie private, ma allarga la lente.

“Mi sono sentita di dedicare questo disco alle donne e viene inaugurato da una prima traccia, “Hattori Hanzo” con Madame, che significa molto – continua la rapper e cantautrice - I fiori mi ricordano le donne, i fiori sono senz’altro romantici, ma anche resistenti. I fiori spuntano anche dal cemento. Ecco, tutto ciò mi ricorda l’essere donna e questo progetto. È un disco che parte da una dimensione personale, ma parla anche a una collettività perché temi come la salute mentale, la paura di non essere amati o quella di non essere apprezzati riguarda tutti. La canzone ‘Trasparente’ parla del non essere notati, del non essere visti, che è il cruccio della nostra generazione. Anche in questo pezzo, però, c’è la luce nel finale: parto dicendo ‘nessuno mi vede’, ma poi reagisco e affermo ‘allora, sai che c’è? Anche se non mi ami, mi amo da sola. Mi farò sentire’. Ecco, vorrei che canzoni come questa trasmettessero forza. In ‘Brutti pensieri’ con thasup ha un cambio importante: nonostante si parli di problemi di salute mentale, si arriva poi al tentativo di apprezzamento personale. C’è speranza”.

Tanti stili, ma con un timbro preciso
Madame, Ernia, Bresh, thasup e Gué sono gli ospiti, ma il vero valore aggiunto è l’eterogeneità del progetto. “Sento di poter saltare dal punk al rap alla bachata, pur mantenendo una mia identità. Credo che la timbrica e la scrittura, senz’altro, aiutino in questo processo di distinzione – conclude - io ho cercato per tantissimo tempo il ‘mio suono’, ho scritto tantissime canzoni prima di arrivare a ciò che volevo. Il rap mi ha aiutato. Oggi credo di riuscire a fondere le parole, anche quelle dette in modo più serrato, con la melodia pop, portando alla luce sia la mia parte più intima, sia quella più cazzuta come è successo in ‘Click Boom!’ al Festival di Sanremo”.