MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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UDINE 2004 - V - di Ottavio

CATENE IN VOLO


Eccomi a volare
su di una altalena
che dal parco
apre la vista ai gelsi,
alle statue di Santi
e ai cani di provincia.

Un uomo, io.

Stanotte ero a scrivere
operette di morte ed
ora volo impazzito
su questa altalena
retto da due catene.

Volteggia il mio corpo e
le mie mani si ghiacciano.
Sotto le mie scarpe bagnate,
vi è il fango dell’infanzia
mai vissuta
forse cercata.

Vola sull’altalena
un uomo che sogna il Paradiso,
tra l’aria fresca d’autunno
e le foglie ingiallite,

quest’uomo atterra, plana,
si rialza, torna a volare,
pensa
e s’innamora della libertà.


(tratta dalla raccolta "8CENTO20, 6", PAMABU', dicembre 2004, © Tutti i diritti riservati)

Il viaggio volge ormai al termine. Il Friuli lo porto sempre nel cuore, ma di più un "da sempre friulano" ... Paolo. Non posso certo dimenticare gli spettacoli e le improvvisazioni. Ma ti ricordi una domenica sera camminando per Viale Venezia cominciai a fare delle imitazioni e tu per poco non cadevi a terra dalle risate ?! Lo ricordi tutto questo Paolo ?! ... Io si, ed è stampato nel cuore, nella memoria. Ricordo quando criticavo il fatto che dopo le otto di sera non c'era più nessuno per strada, confrontavo i difetti della mia Napoli con quelli che per me erano i difetto o le abitudini degli udinesi, confrontavo le mie con le tue abitudini, parlavamo del più e del meno e tu non riuscivi mai a capire quando io parlavo seriamente, sembrava che tra il palcoscenico e la vita per noi non c'era differenza, tu sembravi sempre pronto a vestirmi per andare in scena, e io ancora di più, facevo sembrare ciò che facevo già di per se una scena da teatro. A volte cadevo dal sonno e altre volte invece avrei voluto percorrere quel Viale Venezia anche dieci volte al giorno, magari fermarmi dalla simpatica signora del "Bar Dolomiti", eppure insieme siamo andati in lavanderia, da un calzolaio, siamo passati davanti all' Istituto Zanon dove hai studiato ... insomma ho scoperto un pò della tua vita vivendola in prima persona, e questo mi ha fatto apprezzare ancora di più la persona che ormai da due anni riempie le mie giornate come altre pochissime possono fare ... Tu mi chiami sempre "sciupafemmine" ... Tu mi dici sempre che sto dimagrendo troppo ... Tu mi dici sempre "Ottavio, ma fatti pagare sempre per tutti gli spettacoli per fai, non fare sempre il buono con tutti" ... Tu mi dici sempre "Ottavio, sei fortissimo" ... e mi dici anche "Ottavio ti voglio bene" ... Queste cose, specialmente se dette guardandosi negli occhi o magari pranzando insieme o camminando per strada, assumono un significato ancora più grande rispetto a quando mi dici queste cose per telefono o tramite una lettera.

Ad Acerra ho ripreso la mia vita, i miei spettacoli, i miei studi, i miei copioni da imparare. Il 5 gennaio 2005 avrei dovuto presentare la sesta edizione de "La befana vien di notte" e dovevo lavorare alle prove del musical "Aggiungi un posto a tavola". Nel viaggio di ritorno pensavo al mio "Anonimo veneziano", pensavo alla casa di Pier Paolo Pasolini a Casarsa ... poi rivedevo la casa di Paolo che man mano scompariva in una nebbia inesistente, e si faceva sempre più nitida l'immagine della mia stanza, con i miei cappelli, le mie collezioni, il mio computer, il mio telefono, la mia radio ... chissà quanto però mi faceva piacere rivedere quella stanza ... mi ero affezionato alla casa di Paolo, per quei venti giorni sono stato davvero a casa mia, sentivo più mia la casa di Paolo che la mia casa, forse perchè in quella casa avevo i miei spazi, potevo liberamente dare sfogo alle mie passioni e ascoltare (magari per una intera mattinata) Claudio Villa, Mina o Adriano Celentano mentre mi preparavo il mio caffè ristretto. A casa di Paolo ho registrato uno speciale in due puntate su Alberto Sordi dal titolo "Alberto Sordi, un italiano come noi", curato da Giancarlo Governi, sembrava davvero che quei videoregistratori li conoscevo da una vita. Ad abituarmi ad un letto estraneo ci ho messo pochissimo, la prima notte che arrivai il sonno fu subito il mio migliore amico per passare la notte tra il 19 e il 20 novembre, giorno del mio onomastico. L'ultima notte però dormì pochissimo ... chissà perchè ... forse avrò pianto guardando fuori dalla finestra il cortile del palazzo di fronte, forse avrò avuto il magone guardando una fotografia scattata di pomeriggio al supermercato, forse, se mi fossi autoconvinto, non avrei più lasciato il Friuli ... ma "la guera è guera", e la vita è una continua guerra, un giorno sei in una trincea e un giorno sei in un'altra.

Ottavio Buonomo