MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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UDINE 2004 - VI - di Paolo

Il nostro è stato solo un arrivederci. Sii certo di questo. Prima o poi ci rivedremo.Con me ti sei confidato, hai cercato consigli, mi sono prodigato per dispensarne e mi sono accorto di quanto quella che era solo realtà virtuale fino a un anno fa sia diventata realtà a tutti gli effetti. In pochi mesi siamo riusciti ad essere amici e forse anche a contare più di semplici conoscenti con i quali ogni giorno passiamo parte del nostro tempo. Adesso so che ogni mia sincerità e’ stata ripagata dalla tua sincerità. Adesso so che ogni mia emozione e’ stata una tua emozione. Conservo il ricordo di quell'abbraccio con cui ci siamo salutati alla stazione di Udine, una volta sistemati i bagagli all'interno dello scompartimento su cui ti ho aiutato a prendere posto. Avrei voluto essere con te nei cambi alle stazioni di Mestre e Roma con quelle pesantissime valigie che ti trascinavi dietro. Soprattutto a Roma, quando con un treno in ritardo di quindici minuti, hai dovuto arrancare dal binario due al binario otto per non perdere la coincidenza per Napoli, chiedendo aiuto ad un marocchino per issare la valigia più pesante sul treno che stava per partire. Ho pensato ai tuoi sogni, la ricerca del primo lavoro, le lezioni universitarie che ti attendono da mercoledì, i nomi che sogni per il figlio che un giorno avrai. "Samuele è un nome che mi piace", mi dicevi quando passavamo davanti al negozio "Samuele Cornici", quando andavamo a fare la spesa al Panorama. Al tuo desiderio di vivere in una famiglia unita e felice, ai tuoi amoretti da diciannovenne, alla tua necessità di essere amato ed apprezzato per quel che sei veramente, di essere trattato in base ai tuoi sentimenti e non solo in base a tuo aspetto fisico, per cui sei sempre alla ricerca di conferme Per la miriade dei tuoi sogni immagino quanto sia stato importante un piccolo gesto, una semplice frase, spesse volte la mia ironia per far accendere il tuo sorriso. La mia casa è ritornata all'aspetto di sempre. Maria questa mattina ha fatto ordine nella camera che hai occupato per sedici giorni. I comodini sono liberi, sgomberi. Non più il caotico e pittoresco disordine in cui tenevi accatastate le tue cose. Tutto è in ordine, ma mi manchi. Non so il treno dove stia correndo.

A quest'ora dovresti essere in prossimità di Napoli. Starai guardando dal finestrino, un libro fra le mani che non cessa di nutrirti nel continuo stridente di binari. Forse ti sarai appisolato e vedrai in sogno una luce più vera, che ha la stessa dolcezza delle mie colline e il sapore del mare, dove ti ho portato in questa tua vacanza friulana. E anche se ne ignori l’origine e la direzione , a lei abbandonati come ad una cometa. Qui le cose parlano di te. C'è il foglietto di block notes su cui hai scritto la poesia dal titolo "Mio zio Leonardo", la tovaglietta di plastica su cui cenavi, il barattolo di caffè mezzo vuoto, perché ieri una parte ti è caduta nel lavello e mi ci è voluto un intero flacone di idraulico liquido per sturarlo. Sopra la torretta del computer ho il bigliettino da visita che hai stampato al Panorama.

Si sta facendo buio e tu stai viaggiando ancora. Cala la sera. Fra poco arriverai a Napoli per l'ultimo cambio. Per il treno che ti porterà ad Acerra. Un ultimo trasbordo per le tue pesantissime valigie.Io ti sono vicino Ottavio. Io ti seguo ti do la mano. La tua assenza è come una lama che si fa strada nel cuore. Ti voglio bene.

Paolo Driussi