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Ecco il primo toto-nomi del Festival di Sanremo 2025

Ecco il primo toto-nomi del Festival di Sanremo 2025
Dai CCCP ai Subsonica con i Bluvertigo, passando per 883 e Verdena: si scherza, ma neppure troppo.

Ecco il primo toto-nomi del Festival di Sanremo 2025

Di Mattia Marzi

Si fa per giocare, naturalmente. È ancora troppo presto per avventurarsi in toto-nomi dei big che vedremo in gara al Festival di Sanremo 2025: quello di quest’anno si è concluso sabato, ma non si è ancora concluso davvero, con le polemiche che continuano a tenere banco sui social e sui giornali. Sarà così ancora per qualche giorno. Poi bisognerà capire la cosa più importante: Sanremo 2024, con i suoi ascolti record, è stato davvero il Festival che ha chiuso l’era Amadeus? Oppure il conduttore che ha rivoluzionato la kermesse - e che i discografici, estasiati, vorrebbero vedere ancora lì al suo posto - alla fine non annuncerà un ulteriore, clamoroso ripensamento? A prescindere da chi sarà il conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo nel 2025 (ieri Fiorello ha lanciato l’ipotesi Antonella Clerici-Alessandro Cattelan, ma in lizza ci sono anche Paolo Bonolis, Carlo Conti e pure Laura Pausini, tutta gente che la kermesse la conosce bene: il primo lo ha condotto nel 2005 e nel 2009, il primo lo ha guidato dal 2015 al 2017, la terza al Festival ci è praticamente nata, nel 1993), ecco chi ci piacerebbe vedere sul palco dell’Ariston o chi pensiamo che tra un anno quel palco lo calcherà sul serio.


Subsonica e Bluvertigo insieme: l’idea è stata lanciata da Morgan, lo scorso anno. I Subsonica non hanno escluso a prescindere una partecipazione in coppia. Quest’anno non c’è stato il tempo e la band torinese si è presentata da sola, senza però riuscire a convincere Amadeus. Chissà il prossimo.

Tedua: ci aspettavamo di vederlo all’Ariston già quest’anno, in realtà. Alla fine è andato a Sanremo per esibirsi sulla nave. Forse il successo de “La divina commedia” è ancora troppo fresco. Lasciamo decantare un po’ tutto.

CCCP: avreste mai pensato che dopo tutti questi anni si sarebbero ritrovati a suonare insieme e a organizzare una mostra? No. E allora perché si può sognare di vederli a Sanremo, in gara?

Arisa: quel palco se lo merita, ma con un pezzo che le faccia onore. Una “La notte” 2.0, per intenderci. Per rilanciare la sua carriera musicale e ribadire di essere una delle interpreti più brave del pop italiano degli ultimi vent’anni.

Luca Carboni: manca da troppo tempo dalle scene e ci manca. Quest’anno festeggia il quarantennale dell’esordio con “...intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film” (era il 1984). In quattro decenni di carriera al Festival ha partecipato solo come autore, nel 1994 con “Solo con l’anima” (scritta insieme a Ron e presentata da Marco Armani tra le Nuove Proposte) e nel 1994 (con “Esser duri”, cantata sempre da Armani).


Giusy Ferreri: però solo con un pezzo all’altezza di una carriera come la sua, che vale circa 2,5 milioni di copie vendute grazie a hit come “Non ti scordar mai di me”, “Novembre”, “Roma-Bangkok”, “Jambo”, “Amore e capoeira”.

Neffa: il Festival lo ha fatto due volte e in entrambi i casi non è passato inosservato. “Le ore piccole” nel 2004 fu una delle hit di quell’annata, “Sogni e nostalgia” nel 2016 era un pezzo delizioso. Non pubblica un album da tre anni: l’ultimo, “AmarAmmore”, omaggio alla canzone partenopea, è del 2021.

Anna: è l’artista donna più ascoltata in Italia. A Sanremo raggiungerebbe la consacrazione su scala nazionalpopolare, a distanza di cinque anni da “Bando”.

Elodie: possibilmente con un pezzone da Eurovision. Vince, la mandiamo all’Eurovision e lo riportiamo in Italia (ammesso che non ci riesca Angelina Mango). Poi dopo magari la spediamo pure al Super Bowl.

Biagio Antonacci: potrebbe mettersi in gioco, un po’ come hanno fatto lo scorso anno Giorgia e quest’anno i Negramaro. Lo ha detto Amadeus: la classifica conta poco, oggi è importante essere al Festival.

Alice: sarebbe oggettivamente un colpaccio, riuscire a riportare la voce di “Per Elisa” su quel palco.

Tommaso Paradiso: l’ex leader dei Thegiornalisti ha rimandato troppe volte il suo debutto su quel palco come artista in gara. Il 2025 potrebbe essere l’anno giusto.


Patty Pravo: in gara al Festival con una canzone di Vasco Rossi. Pazza idea, ma neanche troppo.

Coez: da solo sarebbe bello. In coppia con Frah Quintale pure di più.

Calcutta: Fiorello avrebbe voluto vederlo in gara già quest’anno e sembravano esserci tutti i presupposti per il debutto dell’eroe dell’indie alla kermesse. È stato solo rimandato di un anno?

Cristina Donà: la diva rock il Festival lo ha fatto solo come ospite (nel 2007 accompagnò Nada su “Luna in piena”, nella serata dei duetti) e come autrice (nel 2014 compose “Lentamente”, uno dei due brani cantati da Arisa - quell’anno i big presentavano due pezzi).

Anna Tatangelo: perché Lady Tata è da troppo ai margini e quel palco, dove esordì a soli 15 anni (trionfando), è casa sua.

Vinicio Capossela: nel 2022 accompagnò Giovanni Truppi come ospite nella serata delle cover, per un omaggio a Fabrizio De André con “Nella mia ora di libertà”. Possibile che in oltre trent’anni di carriera non abbia mai pensato di partecipare alla kermesse?

Antonella Ruggiero: la leggendaria (ex) voce dei Matia Bazar in una recente intervista ha detto di aver detto basta da tempo alla tv e a certi circuiti. Però sognare non costa nulla.

Massimo Pericolo: stava per farlo nel 2021, come raccontò nel libro “Il signore del bosco”. Alla fine saltò tutto. Le polemiche sarebbero assicurate, per uno che cantava “Mi sono fatto due anni, tu ti sei fatto due grammi” e bruciava la tessera elettorale nel video della canzone.


Gaia: dopo “Chega” e la prima partecipazione al Festival di Sanremo, quella del 2021 con “Cuore amaro”, la cantautrice italo-brasiliana si è un po’ persa. Al Festival potrebbe rilanciarsi, con un buon pezzo. Se lo merita.

Sfera Ebbasta: il re della trap italiana al Festival per scrivere la storia.

Ditonellapiaga: con i singoli “Fossi come te” ed “È tutto vero” ha inaugurato la nuova fase della sua carriera dopo l’esordio folgorante del 2022 con “Camouflage”, Targa Tenco come Miglior Opera Prima. È una delle cantautrici più originali e irriverenti della scena italiana: potrebbe dimostrare che oltre “Chimica-chi-chi-chi-chi-chi-chi… Chimica” c’è di più.

Alessandro Mannarino: Amadeus ha detto che avrebbe voluto il cantautore romano di “Me so’ mbriacato” in gara già quest’anno, ma che tra una cosa e l’altra non è stato possibile riuscire a convincerlo. Per il prossimo c’è tempo.

Verdena: per spettinare Alba Parietti, Simona Ventura e le signorotte implellicciate in platea. Non sarebbe meraviglioso?

Marcella Bella: perché quel palco, dove manca dal 2007 (l’anno in cui partecipò in coppia con il fratello Gianni Bella con “Forever per sempre”), lo merita, da signora del pop italiano.

Venerus: ha una vena pop che però nei suoi dischi rimane inespressa. C’è il suo tocco dietro hit come “Senza di me” (con Gemitaiz e Franco126), successi di Ghali (nel 2020 fu co-produttore artistico dell’album “DNA”, insieme a Mace) e “La canzone nostra”. Quest’anno si è limitato ad accompagnare Loredana Bertè nella serata delle cover sulle note di “Ragazzo mio” di Luigi Tenco, pur senza cantare. Ha fatto la sua figura. Facciamo che l’anno prossimo si presenta in gara con un pezzone dei suoi e la sua ciurma, la superband che lo accompagna in tour?


Max Pezzali, magari in coppia con Mauro Repetto: la reunion che sogniamo.

Fulminacci: nel 2021 era ancora acerbo, ma con “Santa Marinella fece comunque la sua figura. Oggi sarebbe più pronto, dopo un album sensazionale come “infinito +1”.

Baby K: anche solo per sentire urlare su quel palco “Yo, Baby K!”.