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Sanremo 2024: le pagelle della serata delle cover e dei duetti

Sanremo 2024: le pagelle della serata delle cover e dei duetti
Le recensioni delle canzoni e delle performance al quarto giro di giostra.

Sanremo 2024: le pagelle della serata delle cover e dei duetti

Di Gianni Sibilla / Claudio Cabona

Anche per questa 74^ edizione del Festival di Sanremo la serata del venerdì è riservata alle cover. Ai trenta partecipanti in gara era data facoltà di scegliere un brano nazionale o internazionale, dell’altrui o proprio repertorio, pubblicato entro il 31 dicembre 2023. Ognuno dei concorrenti viene affiancato da un altro artista (o più artisti nel caso di gruppi od orchestre). A giudicare le cover (che entrano quindi nel punteggio finale) sono le tre giurie: il televoto, la sala stampa, web e Tv e la giuria delle radio.


Al termine delle esibizioni e delle votazioni, è stata aggiornata la classifica. Tra gli ospiti che hanno raggiunto i concorrenti sul palco abbiamo trovato qualche ritorno di vincitori (Gabbani, Ermal Meta, Moro, Vecchioni, Umberto Tozzi), qualche debutto (Luchè, Venerus) e qualche artista che ha scelto di presentare non cover, ma un medley delle proprie hit (Renga e Nek, Ricchi e Poveri).

Renga Nek - medley delle loro hit: 5
Da consumati veterani fanno ciò che hanno fatto live nella scorsa stagione: rileggono se stessi, in questa occasione, però, in modo autoreferenziale. Siparietto finale divertente con Renga che, per i punti del Fantasanremo, "ruba" una borsetta in platea.

Fred De Palma con Eiffel 65, medley dei più grandi successi degli Eiffel 65: 6
Per l’occasione l’Ariston si trasforma in un dancefloor. Gli Eiffel65, uno dei più conosciuti gruppi dance europei, torna su quel palco dopo la partecipazione in gara (“Quelli che non hanno età” nel 2003 e regala un tuffo nel passato accompagnato da alcune barre della voce torinese.

Maninni con Ermal Meta, “Non mi avete fatto niente”: 6
L’esordiente Maninni (almeno tra i Big) con un altro che il Festival l’ha vinto (vedi Fabrizio Moro) e che ha tre partecipazioni tra i giovani e altrettante tra i Big. Una buona interpretazione.


BigMama con Gaia, La Niña e Sissi, “Lady Marmalade”: 8
BigMama riporta sul palco dell’Ariston Gaia che vi era già stata nel 2021 (con “Cuore amaro” . Con lei altre due artiste napoletane. Un quartetto al femminile che rilegge “Voulez Vous Coucher Avec Moi Ce Soir? (Lady Marmalade)” grande successo del 1974 delle Labelle e già più volte coverizzata, una delle versioni più celebri è quella della Aguilera. Girl power all'ennesima potenza, una forza della natura.

Il Tre con Fabrizio Moro, medley dei successi di Fabrizio Moro: 5
Altro esordiente che porta sul palco un veterano. Fabrizio Moro ha in tasca sette festival (tra protagonista e autore) e anche una vittoria nel 2018 con il brano “Non mi avete fatto niente” in coppia con Ermal Meta. Il problema dei medley è che, in molti casi, fondono una dopo l'altra canzoni molto differenti tra loro e non hanno un corpo unico.

La Sad con Donatella Rettore, “Lamette”: 6
Una versione punkettona, con La Sad che fa un bel casino. La Rettore potrebbe entrare nella band (anche se a tratti è un po' fuori giri).

Diodato con Jack Savoretti, “Amore che vieni, amore che vai”: 7
Arrangiamento molto bello, che parte per chitarra e archi e termina rock, come nella cover che Diodato fece 10 anni fa: la voce roca di Savoretti si fonde con quella più melodica di Diodato. Un classico.


Il Volo con Stef Burns, “Who Wants to Live Forever”: 5
Per il Volo è il terzo Sanremo, per Stef Burns, dal 1993 chitarrista di Vasco Rossi, è un esordio. Quando il Komandante salì su quel palco lui non c’era ancora. Burns suona la parte di chitarra di Brian May e il trio offre enfasi lirica alla performance vocale di Freddie Mercury in un brano dei Queen del 1986. La scelta è conforme al loro mondo, ma a noi quel mondo non piace così tanto.

Emma con Bresh, Medley di Tiziano Ferro: 6
Emma si fa affiancare dal cantautore genovese: la prima svetta nelle parti più alte e impegnative, Bresh in quelle più serrate. Il risultato finale è buono.

Negramaro con Malika Ayane, “La canzone del sole”: 6
La band gioca sul sicuro, con una canzone che conoscono tutti, e con una voce (che voce!) amica come quella di Malika. L'arrangiamento basato sugli archi si apre con l'entrata della band: Giuliano svirgola e si muove un po' troppo, Malika è minimale e perfetta.

Mr. Rain con Gemelli Diversi, “Mary”: 6
Sei politico, perché "Mary" è "Mary", ma la citazione di "Supereroi" non c'entrava nulla e andava evitata.


Mahmood con I Tenores di Bitti, “Come è profondo il mare”: 9
Mahmood compie un viaggio fino alle sue origini e “omaggia” la Sardegna di sua madre con uno dei più famosi cori sardi. C'e anche la sua passione per Lucio Dalla, il tutto si mischia con audacia, forza, intensità e grande bellezza.

Dargen D'Amico con BabelNova Orchestra, Omaggio a Ennio Morricone: “Modigliani”/ "Dove si balla": 7
Si autocoverizza, con un medley tra la sua "Modigliani" e "Dove si balla", in versione orchestrale sulle note di Morricone. Il risultato è spiazzante, bello e originale.

Alessandra Amoroso con Boomdabash, medley: 6
Un esordio e un ritorno all’insegna del Salento. La Amoroso, per la prima volta in gara su quel palco, incrocia i Boomdabash che ci erano già stati nel 2019 con “Per un milione”. Un' occasione per ballare, giocando sul sicuro e cavalcando i ritimi salentini.

Angelina Mango con Il quartetto d'archi dell'Orchestra di Roma, “La rondine”: 8
Si presenta in versione minimale, ferma di fronte al microfono, rinunciando alla sua fisicità interpretativa, come la canzone e la situazione richiedevano. Non rinuncia alla potenza della voce: portare un pezzo del padre era un'operazione rischiosa, ma l'emozione è vera.


Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio, medley dal titolo “Strade”: 7
Rap e canzone napoletana s’incontrano. Tre debuttanti sul palco affiancati da uno che a Sanremo c’è stato già sei volte (cinque in gara, una come ospite, Gigi): i pezzi sono“Brivido” con Guè (finalmente il rap sul palco dell'Ariston), ”O’ primmo ammore” con Luchè, ”Chiagne” con Gigi D’Alessio. Geolier aggiunge anche delle barre inedite in alcuni frangenti. Un bel viaggio.

Loredana Bertè con Venerus, “Ragazzo mio”: 7
La veterana si fa accompagnare da uno degli artisti più interessanti di questi ultimi anni. Altro testacoda generazionale su un brano di Luigi Tenco, sull'arrangiamento di Ivano Fossati scritto nel 1984. Berté ha fatto il suo, peccato che Venerus abbia solo suonato e non cantato.

Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino, “Il cerchio della vita”: 5
Clara punta su Walt Disney e si fa raggiungere sul palco da Ivana Spagna con cui ripropone il brano di Elton John “The Circle Of Life” contenuto nella versione italiana di “Il re leone” dei 1994. Tutto troppo aulico e pomposo.

Ghali con Ratchopper, medley dal titolo “Italiano vero” ("Bayna", "Cara Italia", "L'italiano" di Cutugno): 7
Ghali e il produttore tunisino (con cui il rapper ha già collaborato nel disco "Sensazione Ultra") propongono un medley sull’italianità in cui trovano spazio due delle sue più belle canzoni e un tributo a Cutugno, con un arrangiamento sontuoso e più lento. Ghali si racconta in modo profondo, e trasmette verità. Nota di colore: l'amico alieno di Ghali, Rich Ciolino, dirige l'orchestra insieme al maestro Enrico Melozzi.

Ricchi e Poveri con Paola & Chiara, medley di “Sarà perché ti amo”/ Mamma Maria”: 7
Momento karaoke con l'Ariston che si trasforma in una pista da ballo: tutti in piedi e mani al cielo. Angelo, Angela, Paola e Chiara: amici e amiche da sempre.

Santi Francesi con Skin, “Hallelujah”: 6
Ci hanno raccontato di essersi ispirati alla versione di Rufus Wainwright, di volerne fare una versione scarna e desacralizzata. Su questa canzone ci vorrebbe una moratoria: però se la portano a casa, grazie a Skin e grazie all'arrangiamento che cambia un po' la metrica nel finale.

Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani, “Che sia benedetta”/”Occidentali’s karma”: 7
Nel 2017 lei era la favorita, lui l'outisider che vinse, e si inginocchiò, in segno di rispetto: fu un gesto meraviglioso e l'idea di questa cover celebra quel momento. Bella soprattutto la seconda parte, in cui i due giocano su "Occidentali's karma", con Fiorella che balla e alla fine le scappa pure da ridere. Si divertono e ci divertono.

Irama con Riccardo Cocciante, “Quando finisce un amore”: 5
I due tornano al 1974 sul brano del cantautore di origini italo vietnamite che il Festival l’ha vinto nel 1991 con “Se stiamo insieme”. Belle impronte vocali, ma atmosfera e interpretazioni troppo auliche.

Bnkr44 con Pino D’Angiò, “Ma quale idea”: 6
Un incontro all’insegna del ritmo funky e del rap. Brano del 1981. Il collettivo toscano ripropone il pezzo in modo divertente e divertito, D'Angiò praticamente non canta, ma balla e si atteggia da vera icona.

Alfa con Roberto Vecchioni, “Sogna, ragazzo, sogna”: 8
Testa coda generazionale: un altro esordiente di Sanremo con un veterano della canzone che a Sanremo ha partecipato come autore e nel 2011 l’ha pure vinto con “Chiamami ancora amore”. Il Professore ha già duettato al Festival: nel 2006 con i Nomadi. Il risultato è un abbraccio di voci emozionante e commovente. Il giovane genovese, sul finale, aggiunge delle nuove strofe, azzeccate e profonde. Uno dei momenti più significativi della serata.

The Kolors con Umberto Tozzi, medley dei successi di Umberto Tozzi: 6
Anche qua un medley, anche qua le canzoni sono un po' appiccicate l'una all'altra, con la batteria pestata. Tozzi ha sempre una gran voce, ma fa un po' effetto karaoke - che poi è l'intento della serata. Peccato: si può dare di più.

Gazzelle con Fulminacci, “Notte prima degli esami”: 8
Duetto tutto romano su una canzone del 1984 di Antonello Venditti. Fulminacci torna all’Ariston dopo la sua partecipazione in gara nel 2021 con “Santa Marinella”. Cover delicata e rispettosa, in alcuni frangenti cantata a occhi chiusi. Viene dal cuore. Quando si sceglie la cover giusta, i risultati sono questi.

Rose Villain con Gianna Nannini, "Scandalo", "Meravigliosa creatura" e "Sei nell’anima": 5
Due generazioni e due stili musicali differenti che s’incontrano. Gianna Nannini il palco dell’Ariston l’ha sempre frequentato solo come ospite, mai in gara. Un medley sfilacciato, non c'è un ponte tra i brani, tutti diversi tra loro.

Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia, “Sweet Dreams (Are made of this)”: 8
Lo stesso arrangiamento dell'originale degli Eurythmics, con il coro gospel: Annie Lennox è inarrivabile, ma una bella versione. Applauso in sala stampa

Sangiovanni con Aitana, Medley di “Farfalle” e “Mariposas”: 5
Il cantautore si fa affiancare dalla spagnola Aitana che ha portato “Farfalle” nella penisola iberica diventata “Mariposas”. Sangio ci convince di più nella versione uptempo, questa cover non aggiunge nulla.