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Sanremo 2024: le pagelle della prima serata del Festival

Sanremo 2024: le pagelle della prima serata del Festival
Le recensioni delle canzoni e delle performance: i voti di Rockol in sala stampa per la classifica.

Sanremo 2024: le pagelle della prima serata del Festival

Di Gianni Sibilla / Claudio Cabona

Una prima serata sanremese che ha avuto l'impatto di una maratona: il debutto dell’edizione 2024 è andato via con molto ritmo, fin troppo, perché c’erano trenta artisti da far salire sul palco, con una decina passati attorno all’1 di notte o dopo.


Poco spettacolo attorno alle canzoni, anche per questo motivo il risultato complessivo finale è stato un po’ piatto. Tra le canzoni e le performance che ci sono piaciute di più, Diodato (emozionante), Mahmood, Annalisa e Angelina Mango, con una padronanza del palco notevole. Qualche canzone che, invece, ha reso peggio del previsto, rispetto ai primi ascolti che avevamo fatto: Negramaro, con un pezzo che non decolla. Geolier, che ha uno dei pezzi più forti, ma che deve crescere nella performance, per ora un po’ statica. Non ci sono piaciuti Il Volo e i Ricchi e Poveri.

Bravo Marco Mengoni come co-conduttore e, ovviamente, come cantante: il suo medley è stato musicalmente il momento più alto della serata. Le canzoni sono state votate dai giornalisti di web e carta stampata. Per ogni performance/canzone i giornalisti hanno dovuto esprimere un voto da 1 a 10, determinando così la prima classifica parziale. Rockol è tra le testate presenti e accreditate in sala stampa: in questa pagina trovate le nostre pagelle in cui argomentiamo come sono state attribuite le votazioni sulla base delle canzoni e sulle performance che abbiamo visto in tv dalla sala stampa. Volutamente non troverete stroncature o voti troppo bassi.

Il Tre - “Fragili”: 5
Rap annacquato che, sfruttando il ritornello, prova a spiccare, ma non ci riesce. La performance è comunque pulita.

Alfa - “Vai!”: 6
Un pezzo folk e pop che può crescere ascolto dopo ascolto, anche grazie a quel "uh-uh": la voce genovese lo presenta con determinazione e offre una rappresentazione di quello in cui davvero crede. Non insegue la "moda" della cassa dritta e, nel marasma, si fa notare.

Maninni - “Spettacolare": 5
Altra canzone che in mezzo a trenta si perde: lui è anche bravo, l'interpretazione è pulita, ma la proposta non lascia il segno.


Fred DePalma “Il cielo non ci vuole”: 5
Si presenta con un brano di elettronica in 4/4 e non con il reggaeton che l'ha reso famoso, ma ci era piaciuto di più agli ascolti. Tra le tante proposte ritmate di questa edizione, sul palco suona come una delle proposte più deboli.

Santi Francesi - “L’amore in bocca”: 7
Un bel pezzo pop contemporaneo, soprattutto nella seconda parte, quando entra l'elettronica: arrivano dalla scuola di Amici e di X Factor, hanno familiarità con le telecamere e si vede da come tengono il palco.

Rose Villain - “Click boom”: 7
Rose ha personalità e presenza sul palco da vendere, sia nei momenti più aperti che in quelli più aggressivi. Il pezzo, infatti, è come Two Face, lo storico nemico di Batman: ha più volti. E come costruzione sonora, firmata da Sixpm, è uno dei più interessanti.

Dargen D’Amico - “Onda alta”: 6
Un brano in cassa dritta, ma dal testo tutt'altro che leggero: si parla di migrazioni e di resilienza. Il rapper e cantautore si presenta ricoperto di orsetti sul vestito da sera, ma la performance non è impeccabile a causa anche di qualche evidente problema tecnico. Il suo "cessate il fuoco", a fine esibizione, ci riporta, almeno per un momento, nel mondo reale fuori dalla bolla sanremese.


Gazzelle - “Tutto qui”: 7
Il cantautore romano porta sul palco un pezzo che lo rappresenta al 100%, non si snatura per inseguire i trend, ma è lui a tentare di dettarli. Il pezzo è una ballata agrodolce, con un ottimo arrangiamento orchestrale, interpretata senza mai andare sopra le righe, che fa bene al cuore, soprattutto in un Sanremo in formato Hit Mania Dance.

Bnkr44 - “Governo punk”: 5
Affrontano il palco come una boy band troppo intrappolata in balletti e coreografie scontate. Il pezzo è simpatico e piacevole, ma nulla di più.

Mr Rain - “Due altalene”: 5
Parte seduto al piano, poi inizia a cantare. La scelta scenografica pensata per il brano, che parte dalla storia di un padre che ha perso i suoi due figli, è un po’ creepy. Il pezzo non ci convince, ma sottovalutarlo, dopo il terzo posto ottenuto nel 2023, potrebbe essere un errore.

Renga e Nek – “Pazzo di te”: 5
Grande esperienza sul palco, grande vocalità, ma canzone che non lascia il segno e suona un po' (troppo?) già sentita.

Emma - “Apnea”: 7
Un po' Fred Again, un po' Umberto Tozzi: però tra le canzoni con la famigerata cassa dritta di questa edizione è forse quella con il sound migliore e a Emma va riconosciuto di essere una delle poche artiste in gara a non rifare se stessa. Funziona, brava.


Ricchi e Poveri - “Ma non tutta la vita”: 5
Momento Eurovision, dal fioccone iniziale alla coreografia sul palco, ma è il Festival di Sanremo...Tutto eccessivo, volutamente. Possiamo rispettosamente dire che non ci è piaciuta e che ci sembra una delle canzoni più deboli in gara?.

Big Mama - “La rabbia non ti basta": 6
Marianna, sul palco, porta intensità e bellezza: il pezzo ha un suo perché e può crescere, come un'onda, serata dopo serata. Buona la prima, nonostante il pezzo non esprima novità.

Il Volo - “Capolavoro”: 4
Il trio prova a svecchiarsi con un pezzo più pop' che, però, ha un effetto boomerang: torna indietro, colpisce e stordisce.

Angelina Mango - “La noia”: 8
Un pezzo difficile interpretato con sicurezza vocale, gioca con le telecamere da professionista esperta (e ha 22 anni) . Se vi diciamo sin dall'inizio che è tra le favorite, vedendola sul palco avrete capito il perché. "Totàl", come direbbe lei.

The Kolors - “Un ragazzo una ragazza”: 6
Scritta per essere un tormentone, con un ritornello killer e il balletto già pronto per TikTok. Tutto perfetto e impeccabile, persino troppo.


Alessandra Amoroso - “Fino a qui”: 6
Una canzone, nata nel solco di una ferita personale, che ha i numeri per arrivare in alto. Un brano "sanremese", nel senso più tradizionale del termine. L'artista lo interpreta sin da subito in modo liberatorio.

Geolier - “I p’ me tu p’ te’”: 6
La canzone ha un buon potenziale, ma il rapper napoletano deve ancora crescere sotto il profilo interpretativo e a livello di performance. Ci sono altre serate all'orizzonte. Nota di colore: Geolier, vestito così, è irriconoscibile.

Loredana Bertè - “Pazza”: 7
Le si vuole bene a prescindere, figurarsi se viene con il pezzo più rock di tutti, con un testo che è il suo ritratto: interpretazione imperfetta, ma è il suo bello. Primo applauso convinto della serata da parte della sala stampa, finora tranquilla.

Diodato - “Ti muovi”: 8
Un altro passo: voce potente, emozione e crescendo dell'orchestra. Bella la messa in scena con il corpo di ballo che entra e circonda Diodato, anche se la regia (uno dei punti deboli dei Sanremo di Amadeus) fa fatica a raccontare che cosa succede sul palco.

Mahmood - “Tuta gold”: 8
Baile funk, rap e canzone d'autore si fondono: un pezzo che sembra arrivare dal futuro. Mahmood lo interpreta a suo modo, surfando sulle tonalità della voce e con fisicità. La canzone, già a questo primo giro, mette le ali come Pegaso.

Annalisa - “Sinceramente”: 8
Canzone che valorizza tutti i lati di Annalisa, sia quello più tecnico e vocale che quello emotivo e dance. La voce ligure mostra una sicurezza sul palco invidiabile. Gioca con lo sguardo in camera, con il corpo, e canta in modo ineccepibile. Un pezzo e un'artista programmati per uccidere le classifiche.

Negramaro - “Ricominciamo tutto”: 6
Esempio di canzone che fatica nella resa televisiva, rispetto a quando l'abbiamo ascoltata per la prima volta a gennaio: sembra non partire mai, la mancanza di un ritornello si fa sentire sullo schermo. Bello il finale con il countdown e l'esplosione, ma appunto è il finale. Vediamo se cresce nelle prossime serate, per ora è un "ni".

Ghali - “Casa mia”: 7
Sotto lo sguardo di Rich Ciolino, il suo amico alieno in platea, il rapper italo-tunisino accende la miccia di una canzone ricca di ritmo che si candida a essere una delle hit di questa edizione della manifestazione. E Rich, statene certi, prima o poi, arriverà anche sul palco.

Irama - “Tu no”: 5
Molto, troppo enfatico, ma sulla voce non si discute. Irama prova a mettere il turbo con un pezzo che può crescere serata dopo serata, che non ha, però, alcun elemento di novità.

La Sad - “Autodistruttivi”: 7
Alieni dai capelli colorati che, vestiti con delle ossa argentate, portano una ventata di pop-rock sul palco. E lo fanno divertendo e divertendosi, ma anche veicolando un messaggio positivo di resistenza alle difficoltà della vita come dimostra la sinergia, attraverso dei cartelli, con Telefono Amico Italia. Messaggio per la regia: vogliamo vedere anche i volti delle signore impellicciate e dei signori in smoking delle prime file dell'Ariston durante le loro esibizioni.

Fiorella Mannoia - “Mariposa”: 6
La Mannoia fa il suo: non è una canzone che vi farà cambiare idea su di lei, ma è interpretata con esperienza e classe.

Sangiovanni - “Finiscimi”: 5
Un po' Blanco, un po' Calcutta nell'interpretazione, ma solo sulla carta, non nella resa. Un Sangiovanni più "tradizionale" e allo stesso tempo maturo rispetto ad altri episodi: il pezzo, però, non prende mai il volo.

Clara - “Diamanti grezzi”: 6
Il compito di rompere il ghiaccio: meglio delle prove, lei sembra sicura e tiene bene il palco. Ma la canzone è un po' stereotipata con frasi discutibili, diciamo ("Siamo la prima volta/quella che non si scorda/ quel bacio con la lingua che fa paura").