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Ricchi e Poveri: “Nelle nostre canzoni l’allegria è vincente”

Ricchi e Poveri: “Nelle nostre canzoni l’allegria è vincente”
Il duo torna a Sanremo per la tredicesima volta con un brano che spiazza e che fa ballare.

Di Luca Trambusti
La 74esima edizione del Festival di Sanremo vedrà in gara per la 13^ volta i Ricchi e Poveri. Il legame di quello che è ormai rimasto un duo con la manifestazione ha radici profonde e solide. È infatti proprio grazie al Festival che il quartetto genovese inizia a farsi conoscere.

La loro storia racconta di un debutto a Sanremo nel 1970 insieme a Nicola Di Bari con il brano “La prima cosa bella” (secondo posto). Tornano nel 1971 con “Che sarà” in coppia con José Feliciano e replicano il secondo posto. Seguono altre dieci edizioni sino ad arrivare a quella del 2024 che li vede presentarsi con “Ma non tutta la vita” un brano che ha sorpreso agli ascolti, con molto ritmo, quasi dance, spiazzante per la modernità eppure in linea con la filosofia del duo genovese.

Noi sentiamo che ha la stessa forza di “Sarà perché ti amo”, un brano allegro, positivo, fresco, vitale, un invito a non mollare, a seguire le proprie passioni con entusiasmo.

L’entusiasmo e la verve sono la cifra stilistica e la fortuna dei Ricchi & Poveri. Le canzoni leggere, contagiose che hanno interpretato sono diventate storia della musica leggera italiana, cristallizzate nel tempo hanno anche saputo superare i confini nazionali e diffondersi in tutto il mondo. Tutti cantano “Sarà perché ti amo”, “Mamma Maria”, “Voulez vous danser”, “Made in Italy” o ”Se m’innamoro di te”, tutte hit degli anni ’80.

Siamo legati alla melodia e all’allegria che viene sempre prima di tutto, insieme all’ironia. Noi siamo scherzosi anche nel nostro rapporto, sembriamo Sandra e Raimondo e poi anche l’interpretazione è importante. Ci diverte aver fatto canzoni giuste, pop, nel senso di popolari e che sono rimaste. Noi non siamo portati a cantarci addosso, a farlo solo per noi, ma vogliamo farlo per il pubblico e allora queste canzoni che arrivano a tutti sono quelle giuste. Portiamo allegria e spensieratezza senza essere clown ma spontanei.

Quello tra Angela Brambati (la famosa “brunetta dei Ricchi & Poveri” e Angelo Sotgiu (i due sopravvissuti, dopo l’uscita di Marina Occhiena - proprio durante il Festival 1981 - e la morte di Franco - il baffo - a ottobre 2022) è un rapporto consolidato.

La nostra è una relazione meravigliosa. Sono 56 anni di lavoro comune e 60 di amicizia. Da ragazzi, a 17 anni, eravamo anche fidanzati.

Nel 2016 Franco Gatti, per problemi personali decide di abbandonare il gruppo. Nel 2020 arriva però una reunion del quartetto originale che culmina con la presenza come super ospiti al Festival di Sanremo (targato Amadeus). Per l’occasione ricevono il premio alla carriera (50 anni). Prima il covid e poi la scomparsa di Franco non permettono al gruppo di dare un seguito discografico, come nei piani, al loro ritorno in formazione completa.

All’origine della storia del gruppo ci sono due illustri cantautori: Fabrizio De André e Franco Califano.

Fabrizio è stato il primo che ha creduto in noi. Qualcuno, nel 1963, gli ha raccontato che c’erano dei ragazzi interessanti che facevano musica e lui ci ha invitati a suonare a casa sua e poi, convinto, ci ha portati a fare un provino a Milano. Ma siamo stati scartati. “Questi di musica non capiscono nulla, ma voi avrete comunque successo!” ci disse in dialetto Fabrizio.

Ma la fortuna sembra non voler abbandonare quelli che diventeranno i Ricchi & Poveri. Ecco allora che entra in scena Franco Califano.

Qualche anno dopo, nel 1967, un amico ci disse che aveva un parente che lavorava alla Carosello e che poteva organizzarci un provino. Così fu e quando entrammo in studio a Milano ad accoglierci c’era Franco Califano, allora direttore artistico dell’etichetta. Ci mise sotto contratto e ci portava sempre in giro, a grandi cene con amici dove pagava sempre lui. Noi eravamo in imbarazzo, qualche volta volevamo offrire, ma non potevamo permettercelo. Così a un ulteriore invito dicemmo che non potevamo esserci per un impegno con dei fantomatici parenti. Lui abbozzò, non disse nulla. Andammo così a mangiare i nostri panini in macchina e subito apparve Franco che ridendo ci disse: “voi siete ricchi di spirito ma poveri di soldi. Vi chiamerò così: Ricchi e Poveri”. Provò anche la versione in inglese “Rich & Poor” ma non funzionò.

Ora a quasi sessanta anni di distanza, successi e riconoscimenti mondiali, canzoni divenute storia comune (che piacciano o meno) i Ricchi & Poveri, pur dimezzati, tornano ancora sul palco di Sanremo senza aspettative, oltre ogni possibile risultato, ma con grande energia, gioia (che diventa contagiosa) e la voglia di divertirsi e divertire. Avranno ancora ragione loro?