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Mr. Rain: “Sul palco di Sanremo ora porto i dolori altrui”

Mr. Rain: “Sul palco di Sanremo ora porto i dolori altrui”
“Due altalene” racconta una storia drammatica e tante altre emozioni riportategli dai fan

Di Luca Trambusti
Per presentare la sua seconda partecipazione al Festival di Sanremo Mr. Rain ha convocato la stampa al Gerolamo di Milano, uno storico teatro all’italiana oggetto anni fa di un bellissimo restauro. Finita l’introduzione di Francesco Facchinetti (il suo manager discografico) Mr. Rain appare sul palco e contemporaneamente dal soffitto scendono due altalene che rappresentano il titolo del brano in gara, appunto: “Due altalene”.

Sedutosi su una delle due Mattia Balardi (bresciano, classe 1991) inizia a raccontare del brano che porta in gara. “”Due altalene” - dice - discende direttamente da “Supereroi”.” Con la memoria ritorna a quel fortunato brano, che lo ha visto al terzo posto al termine dell’edizione 2023 del Festival ma che gli ha dato visibilità, successo e affetto da parte del pubblico. Ed è proprio quest’ultimo ad averlo portato a scrivere il nuovo brano. Lo racconta allargando l’orizzonte. “'Supereroi' era scritto per raccontare me stesso, i momenti difficili, un brano usato per darmi forza. Mi è servito - spiega - per non sentirmi solo, ma evidentemente ha fatto lo stesso effetto al pubblico. Da allora in tanti mi hanno scritto, parlato, contattato per raccontarmi le loro storie vere, per condividere con me le loro difficoltà ed emozioni. Tra le tante storie raccolte - spiega Mr. Rain - c’è stata quella di un papà che improvvisamente ha perso due figli e che mi ha colpito particolarmente. Su questa storia centrale - prosegue - se ne sono inserite altre, tutte raccontate dalle persone, che hanno portato l’ispirazione per la scrittura.”

“Due altalene” è dunque un collage di storie vere che Mattia ha assemblato per una canzone che parla di dolore e del suo superamento. “Non è una canzone descrittiva - precisa - non racconta UNA storia, ma è l’insieme di tante storie che mi sono rimaste addosso. Ogni singola persona che mi ha raccontato qualcosa - prosegue - mi ha straziato il cuore e io me le ricordo tutte, per cui loro sanno che questa canzone è scritta anche grazie a loro. Non sono un paraculo - afferma - faccio ciò che mi sento, secondo la chiave giusta per me. Io sono così, faccio musica per questo, non per raccontare cosa ho fatto ieri sera in discoteca. La musica è secondaria ai messaggi che trasmetto, che sono la cosa fondamentale.”

Le due altalene sono un’immagine molto poetica per rappresentare le due vite che non ci sono più. “L’immagine delle altalene mi è venuta da subito, poi ho elaborato tutto il resto.” Mattia non vuole, per privacy e rispetto, raccontare e approfondire la storia che ha innescato questo brano. Dice solo che “il padre è della zona di Milano, siamo ancora in contatto, l’ho invitato ai miei concerti.” Ammette poi, a mezza voce, che si tratta di due bambini piccoli.

Quello della perdita dei figli da parte di un genitore è uno dei dolori più grandi della vita e che Mattia non ha fortunatamente mai vissuto (e così gli auguriamo per il resto della sua vita). “Nell’interpretare il brano a Sanremo - confessa - farò riferimento al mio dolore più grande, alla perdita di una persona che mi è stata molto cara e vicina fin da quando ero bambino.”

Già lo scorso anno Mr. Rain aveva portato un messaggio positivo su quel palco: una positività che, pur nel dramma, ripropone anche quest’anno e che fa parte del suo stile personale. Vuole portare bei messaggi e condividerli con chi lo ascolta. “Da ragazzo, come molti d’altronde, avevo i mie modelli, i miei eroi, che erano impersonati dai cantanti. Non sempre i loro messaggi erano positivi e io cercavo ugualmente di ripeterli, di emularli e di fare quello che dicevano loro. Ho capito poi - prosegue - che non era sempre bene farlo. Così, quando mi sono trovato in questa situazione, ho deciso di trasmettere altro, di dire qualcosa che fosse positivo, dare un esempio diverso. So - ammette - che non siamo in molti a farlo, ma c’è chi lo fa. Non si può essere esempi negativi. Non ho mai cambiato modo di pensare, ho sempre fatto musica così. Poi - conclude - ognuno è libero di dire quello che crede e vuole e di fare le sue scelte.”

L’ultimo anno di Mr. Rain è stato sicuramente intenso e pieno di soddisfazioni, come ricorda lui stesso. “Sono stato due volte dal Papa, ho raggiunto ottimi risultati in classifica, ho fatto un Forum, sono in cima alle classifiche anche in Spagna con una versione in lingua locale di “Supereroi”, ma soprattutto - confessa - c’è questo strepitoso rapporto con il pubblico, che viene a raccontarmi della propria vita, mi affida le proprie emozioni.” Tutto questo è arrivato in un lasso di tempo abbastanza lungo (soprattutto oggigiorno), discograficamente iniziato nel 2011 con il suo primo mixtape. Anni in cui la sua visibilità è cresciuta sino a esplodere con il fortunato brano dello scorso Sanremo. Ma secondo Mattia c’è un punto di non ritorno, quello in cui ha capito che le cose potevano andare bene. “In realtà tutto è arrivato gradatamente - spiega - però da “Ipernova” (2017) ho iniziato a rendermi conto di qualcosa. Quel brano ha anticipato e preceduto “Fiori di Chernobyl” (2020) il brano che amo di più e che mi strappa il cuore ancora adesso. Lì - ricorda - c’è stata la svolta. Anche se - confessa - mi ha deluso il fatto che sia stato scartato da Sanremo. Non me lo aspettavo.” Ma quel brano ha aperto tante porte e una visione diversa a Mattia, e lo ha anche portato alla composizione di “Supereroi”. “”Ipernova”, “Fiori di Chernobyl”, “Supereroi” e ora “Due altalene” – afferma Mr Rain - sono tutte frutto di questo percorso, del cammino fatto e si legano tra loro, si tengono per mano.”

Intanto ha annunciato un nuovo disco a marzo, ancora in lavorazione e due date nei palazzetti a novembre: il 26 al Palasport di Roma e il 30 al Mediolanum Forum di Milano