MUSICA




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Da Jannacci a Gaber, il biopic musicale conquista

Da Jannacci a Gaber, il biopic musicale conquista
Fattore nostalgia per i grandi, riscoperta per nuove generazioni

di Alessandra Magliaro


Èla nostalgia canaglia che ci attira come una sirena appena dal titolo sbuca il nome di un grande del passato, ed è invece la scoperta che attrae le nuove generazioni che certi personaggi li hanno sentiti evocare dai grandi come leggende e guai chi li tocca.

E poi ci sono i social, TikTok soprattutto o YouTube, che nel gran frullatore della vita digitale ci porgono tutto con nonchalance, livellando ma anche dando ulteriori opportunità di reincontri specie ai giovani.

Fatto è che i biopic musicali sono diventati un macro genere di documentario tra i più frequentati, hit al cinema e in tv e sulle piattaforme, nuovi titoli che vanno in anteprima nei festival e poi con il tam tam che meritano queste delizie vintage diventano primizia. In attesa della docuserie su Disney+ del mito nazionale Raffa cui si è dedicato Daniele Luchetti (Il Portaborse, La Scuola, Mio fratello è figlio unico) apparentemente distante dal mondo della Carrà (ma chi può dirsi distante da lei obiettivamente?), sempre domani 27 dicembre arriva Enzo Jannacci su Netflix, il documentario di Giorgio Verdelli 'Vengo anch'io', presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia e il 1 gennaio Giorgio Gaber con il documentario di Riccardo Milani 'Io, noi e Gaber', il film-evento più visto del 2023 che avrà la prima serata alle 21.20 su Rai 3. Imminenti anche i Nomadi con 'Nomade che non sono altro' che sarà presentato il 7 gennaio, sempre su Rai3, in occasione dei 60 anni della band di Beppe Carletti. Rai Play soccorre chi non riesce ad intercettarli.
'Enzo Jannacci Vengo anch'io', sotto la guida del figlio musicista Paolo, è un ritratto prezioso e appassionato che a dieci anni dalla scomparsa ci mostra ancora l'irregolare cantautore milanese con la sua cifra unica, stralunata e surreale e ci sorprende sempre, oltre a farci canticchiare una colonna sonora che è colonna musicale di vita, dalla marcetta che dà il titolo al documentario a Ci vuole orecchio, resa leggenda dai partner in crime Cochi e Renato. I momenti topici, le collaborazioni con l'amico Giorgio Gaber, con Dario Fo, ma anche le avventure sui palchi, teatri, cantine e quella vocazione di medico che forse gli sarebbe piaciuto seguire di più, vengono raccontate in prima persona - è l'idea di Verdelli - recuperando le sue parole da un'intervista finora inedita, rilasciata nel 2005 allo stesso Giorgio Verdelli.
Il 1 gennaio c'è su Rai3 Gaber, un altro dei grandi che non si possono dimenticare, un altro dei geni liberi che tra gli anni '60 e '70 nella Milano intellettualmente più feconda, ha lasciato un segno profondo nella storia culturale del nostro paese. Sono venti anni senza Gaber ma anche venti anni con lui, ci suggerisce il documentario, scritto e diretto da Riccardo Milani, promosso dalla Fondazione Gaber e che dopo l'applaudita proiezione speciale alla Festa del Cinema di Roma 2023 (la stessa che ha lanciato C'è ancora domani della moglie Paola Cortellesi, come dire un'annata di Festa di Roma da incorniciare per la coppia), è stato tre giorni al cinema con Lucky Red sold out, il film-evento campione d'incassi. Girato tra Milano e Viareggio, nei luoghi della vita di Giorgio Gaber (morì a Camaiore il 1 gennaio 2003), Io, noi e Gaber è un ritratto non polveroso ma al contrario vivo e incisivo. Milani racconta con affetto da fan il signor G. e poi lascia spazio alle voci di colleghi e artisti che lo hanno vissuto e amato, da Bisio a Fossati per citarne appena due.
Infine i Nomadi il 7 gennaio con una produzione di Rai Documentari che festeggia un gruppo mitico. Sono i primi anni 60 quando tra Modena e Reggio Emilia Beppe Carletti e Augusto Daolio decidono di formare una loro band. L'esordio avviene nel 1963 e il nome scelto è Nomadi. Nel 1966 inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco Guccini. Da questo sodalizio nascono canzoni che segnano una tappa fondamentale nel panorama musicale italiano. E nel 1972 Io Vagabondo, ancora oggi canzone simbolo della band e inno per diverse generazioni. Il documentario 'Nomade che non sono altro' racconta attraverso la testimonianza di Beppe Carletti la storia dei Nomadi e accompagna fino al concerto evento di giugno 2023 a Novellara dove la band festeggia i sessanta anni di storia insieme al popolo nomade. Due attori, Andrea Avanzi e Marco Santachiara interpretano Beppe e Augusto e ci portano nei luoghi dei Nomadi, Novellara, le valli e la bassa, in sottofondo le riflessioni di Augusto Daolio estratte da un'intervista radiofonica Rai "Lo specchio del cielo" del 1989. Il racconto è arricchito dalle testimonianze di Francesco Guccini, Luciano Ligabue Caterina Caselli, Rosario Fiorello.