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Mina torna con l’Intelligenza Artificiale e un brano di Saturnino

Mina torna con l’Intelligenza Artificiale e un brano di Saturnino: «Solo lei può confrontarsi con questa tecnologia»

di Barbara Visentin

Il musicista è autore del suo nuovo inedito «Abban-dono», contenuto nel disco «Dilettevoli Eccedenze 2»



Se il tuo nome è Mina, non c’è Intelligenza Artificiale che spaventi: «Solo lei può confrontarsi con questa tecnologia, basta anche la sua fisicità per dare vita a un capolavoro». A dirlo è Saturnino, musicista e storico bassista di Jovanotti che in questi giorni, racconta, si trova a vivere «un’epifania anticipata». Il motivo si chiama «Abban-dono», brano di cui Saturnino ha scritto le musiche e il cantautore e autore Daniele Magro il testo: è l’unico inedito finito nel nuovo lavoro di Mina, «Dilettevoli Eccedenze 2», in cui la grande interprete prosegue la pubblicazione di «perle nascoste», fra canzoni usate per progetti cinematografici e pubblicitari e versioni mai uscite di titoli già noti.

E se la canzone ci regala una nuova prova della sua voce, il videoclip di «Abban-dono» ci restituisce anche la sua immagine, da lungo tempo lontana dai riflettori, grazie all’Intelligenza Artificiale: il suo volto viaggia fra passato e futuro, viene impresso su quello di tante grandi opere della storia dell’arte — dalla Gioconda all’Urlo di Munch — i suoi lineamenti tornano quelli di lei bambina, poi ragazza, e infine si increspano di rughe in quelli di lei donna più anziana, giacca di pelle e occhiali neri, con i capelli bianchi raccolti, come finora potevamo solo immaginarla. Oltre i confini del tempo, il video la celebra in un caleidoscopio di più di 30 rappresentazioni diverse: il merito è dello Iulm AI Lab, laboratorio di Intelligenza Artificiale dell’Ateneo milanese che usa diversi software all’avanguardia e porta avanti un approccio non convenzionale, unendo un lato umanistico a quello prettamente tecnologico.


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Mina, anche qui lo conferma, è sempre stata affascinata dal progresso tecnologico: fra i primi artisti ad avere un sito internet già dal 2000 (ora è appena andato online in una nuova versione), lo scorso anno si è confrontata anche con gli Nft, «trasformandosi» in opera d’arte digitale e scommettendo ogni volta sulle novità più all’avanguardia.

Vista l’aura di mistero che ormai la circonda, Saturnino sa che la curiosità più ovvia è sapere se il nuovo brano gli abbia dato modo di incontrarla: «Mina va ascoltata, non incontrata — ammonisce —. Ma avevo avuto l’onore e il privilegio di conoscerla nel 1997. Mi era sembrata straordinaria, dotata di una velocità di pensiero che mi aveva stupito. Incontrarla di persona è come avere una visione».

La storia di «Abban-dono», spiega, è stata «bizzarra»: «L’avevo scritta per Daniele e insieme a Daniele, ma poi qualche anno fa ero in auto insieme a Benedetta Mazzini, figlia di Mina, che conosco da tempo. Le faccio ascoltare il brano, ma solo per farle sentire come lo cantava Daniele, e lei mi dice che sarebbe stato perfetto per sua madre. L’ha anche chiamata al telefono, in viva voce». Poi nulla più fino alla chiamata di Massimiliano Pani, l’altro figlio di Mina, che si occupa della Pdu, etichetta di famiglia, con la notizia che ha dovuto tenere segreta fino a questi giorni: «È la prova che in un’epoca in cui il desiderio di tutti è quello di apparire, le cose invece è meglio ascoltarle», dice Saturnino.

Ma mentre lui è ancora incredulo che «Abban-dono» sia «andata all’orecchio di sua maestà» e proprio da lei sia stata cantata, viene da chiedersi se i prodigi dell’AI permetteranno di «rivedere» più spesso i mille volti di Mina: «Ma lei è già in ogni posto — sostiene Saturnino —. Alzi un sasso e trovi Mina, guardi un albero e vedi Mina».