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Don Carlo apre la stagione della Scala senza Mattarella

Don Carlo apre la stagione della Scala senza Mattarella

di Bianca Maria Manfredi


La stagione lirica della Scala si aprirà il 7 dicembre con il Don Carlo, che è "una delle grandi opere del repertorio mondiale", come ha sottolineato il sovrintendente Dominique Meyer, una sorta di "Bibbia verdiana" per usare le parole del direttore d'orchestra Riccardo Chailly.

Non a caso finora quest'opera ha inaugurato la Scala otto volte. E la versione scelta (Verdi ne ha realizzate almeno cinque) è quella scritta appositamente per il teatro milanese nel 1884.

Insomma, sarà una inaugurazione che più scaligera non potrebbe essere, anche se quest'anno nel palco centrale non siederà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, applauditissimo dal pubblico negli ultimi anni, con tanto di standing ovation e richiesta di 'bis' quando era alla fine del suo primo mandato. "Problemi di agenda - ha spiegato Meyer - ma il presidente ci ha assicurato che tornerà l'anno prossimo". Ci sarà la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e anche il vicepremier Matteo Salvini oltre al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha chiesto tempo fin dopo il 7 dicembre per dare le indicazioni del ministero sulla nuova guida della Scala, quando nel 2025 scadrà il contratto del sovrintendente. "Ho fatto un buon lavoro, speriamo bene" si è limitato a dire Meyer che ha incassato l'appoggio di Giacomo Campora, ad e direttore generale di Allianz, ma soprattutto membro del consiglio di amministrazione del teatro che considera "fondamentale che questo sovrintendente venga sostenuto" ora e per il futuro.


Allianz è fra gli sponsor della Prima, fra cui figurano anche Bmw e Edison, che fornisce energia al teatro da 130 anni (anche se oggi con un breve blackout durante la conferenza stampa di presentazione). Una prima diretta da Chailly con un cast rodato, guidato da Anna Netrebko alla sua sesta inaugurazione, il basso Michele Pertusi, il baritono Luca Salsi e il tenore Francesco Meli. "Chiamo loro perché sono i migliori" ha spiegato Meyer replicando alle critiche sulla loro presenza frequente. E loro, insieme alla 'debuttante' (ma solo al 7 dicembre) Elina Garanca, hanno spiegato le sfaccettature dei personaggi, la difficoltà del canto. Sono tanti i temi del Don Carlo, il rapporto padre-figlio, l'amore corrisposto e non, e la lotta del potere. Un dramma che il regista Lluis Pasqual ha trattato come un dramma shakespeariano in cui Don Carlo assomiglia al dubbioso Amleto. Una "regia tradizionale con una recitazione moderna" ha sintetizzato Salsi. "Verdi ci fa vedere il dietro le quinte del potere, vediamo la solitudine dei personaggi - ha spiegato lo spagnolo - Ora è normale vedere regnanti quasi in mutande, in costume da bagno sui social. Una volta la gente li vedeva solo incisi sulle monete". Anche la scena dell'Autodafé mostra la preparazione di questo "atto di propaganda come sono ancora le sfilate militari di Russia e Cina,ad esempio". E in questo scontro di potere fra il re Filippo e il Grande inquisitore, fra potere secolare e religioso, ancora oggi è attuale, nei conflitti ad esempio in Medio Oriente: "ci sono due temi che ci portiamo dietro, due disgrazie del mondo - ha sottolineato il regista - nazionalismo e religione".

L'opera è sold out non solo per la prima e l'anteprima giovani del 3 dicembre, ma anche praticamente per tutte le altre date. Grazie alle riprese, fatte per la prima volta in 4k da Rai Cultura, si potrà vederla in diretta su Rai 1, in streaming su Raiplay (e in tutto il mondo sulla piattaforma Medicitv), in diverse televisioni estere e anche al cinema in Italia e all'estero.L'evento sarà pienamente accessibile alle persone cieche ed ipovedenti attraverso l’ audiodescrizione in diretta, grazie a Rai Pubblica Utilità.