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Madame: dal Forum di Milano ai teatri d’Italia

Madame: dal Forum di Milano ai teatri d’Italia
Un tour in cui l’artista si prende tanta libertà fra testi modificati, cover e reading.


Di Claudio Cabona
Lo scorso ottobre Madame è stata protagonista di un live, al Forum di Milano, spettacolare e scenografico. Un concerto a cui ha cercato di dare sfogo, musicalmente e visivamente, a tutte le sue anime: da quella più rap a quella più cantautorale e figlia della scuola di De André, da quella più intima a quella più provocatoria. In quella notte è passata dall’entrare sul palco vestita come una figura sputata fuori da una pellicola torbida di Lars von Trier, con un uomo e una donna al guinzaglio, a una dedica alla sua “anima gemella” Matilde sulle note di “Milagro”. Estremi diversi, ma legati dalle idee e dalle visioni di Francesca Calearo che, a soli ventuno anni, sembra già aver attraversato diverse epoche. Dopo quella data evento, Madame, alla faccia di ogni gigantismo, ha preferito dedicarsi a un tour più intimo e ricercato nei teatri italiani dove sta collezionando un sold out dopo l’altro. La band, collaudata, è sempre la stessa: Dalila Murano alla batteria, Karme alle tastiere, Estremo alla consolle ed Emanuele Nazzaro al basso.

Gli arrangiamenti di molti pezzi mantengono il cuore e la carica originaria, anche quelli più ballabili restano tali come “Marea” e “Aranciata” che spingono il pubblico a ballare tra le sedie rosse. A scandire lo spettacolo sono degli “atti” in cui la rapper e cantautrice mette in scena anche dei reading con al centro la donna e la libertà. Ma non c’è solo questo: viene dato un ampio spazio al potere della parola. Vengono aggiunte strofe ai pezzi, come successo nel proporre “Caos”, canzone scritta con Lazza e Fibra a cui viene aggiunta una nuova parte, c’è interazione con il pubblico e spazio anche per le cover, come quella di “Via del campo” di Fabrizio De André, portata sul palco dell’ultima edizione del Festival di Sanremo insieme a Izi. Madame rivendica il potersi esprimere, “il super potere” che tutti devono poter avere. Nel suo ultimo album “L’amore” esistono molte donne nelle quali Madame si cala vivendone empaticamente la storia, secondo l’insegnamento di De André: una prostituta, una ninfomane, una donna potente, una donna sottomessa, l’amica Matilde, una bambina, Madame stessa. E tutte, come fossero delle anime, appaiono sul palco, evocate, tra performance vocali potenti, musica elettronica e strumenti.

Questa è una parte degli intermezzi parlati di Madame: “Mi chiamo Francesca ho 21 anni, faccio un lavoro che amo da impazzire, ho un sacco di soldi, sto mettendo da parte 30 mila euro per comprarmi il ‘Programma 101’ il primo computer da tavolo della Olivetti, leggo quasi solo scrittori russi, Dostoevskij e Tolstoj, ho due case, un cane che è il mio amore e vorrei avere tantissime librerie piene di libri di autori russi. Non mi drogo, la mia unica droga è la nicotina…Io non posso stare ferma con le idee, devo scrivere, farle uscire, o rischiano di trasformarsi in mostri. Mi entusiasma il fatto che qualcuno paghi per ascoltare cosa io abbia da dire, è fantastico, l’entusiasmo e la voglia di dire e fare sono la unica mia droga. Sono libera”. Il tour nei teatri di Madame ne restituisce tutto il valore tecnico, interpretativo ed emozionale, paradossalmente in quantità maggiore rispetto al Forum, che è un grande show, ma che inevitabilmente permette di entrare meno in profondità dando più rilevanza al lato scenografico. Quella nei teatri è tournée che sprigiona libertà.