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Il “vizio” della pittura jazz di Paolo Conte

Il “vizio” della pittura jazz di Paolo Conte
In mostra agli Uffizi di Firenze una selezione di 69 disegni realizzati in oltre 50 anni.

Di Michele Boroni

Dopo essersi esibito al Teatro Alla Scala, non senza alcune risibili polemiche, Paolo Conte entra dalla porta principale di un altro luogo sacro dell'arte, le Gallerie degli Uffizi. Lo fa con l'altra sua grande passione (“vizio” dice lui), la pittura, con 69 suoi disegni in mostra nelle sale dell'arte grafica del museo fiorentino appena inaugurate e che abbiamo visto in anteprima.


“Nostalgia di un golf, un dolcissimo golf di lana blu” è il titolo della mostra, citazione diretta dal testo di “Una faccia in prestito” che in questo caso ha un significato specifico: dopo la realizzazione di “Razmataz”, l'opera multimediale di Conte, una sorta di storyboard sonorizzata formata da 1800 illustrazioni, la sua frequentazione delle belle arti si era fermata “anche per la preoccupazione che quel tanto di notorietà acquisita come canzonettista potesse indurre a pensare che ne volessi appro*****re per affrancarmi ad un'altra diversa ribalta” aggiunge Conte. Così i suoi lavori sono tornati a vivere nei cassetti “appunto, come la nostalgia di un dolcissimo golf di lana blu” fino a quando Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi nonché appassionato ammiratore dell'arte a tutto tondo di Paolo Conte, non ha proposto questa mostra.

“Sono disegni che abbiamo scelto insieme dopo una sua iniziale scrematura” racconta a Rockol Eike Schmidt; “Non illustrano le sue canzoni, ma nascono dalla stessa volontà di creare arte, e soprattutto vi risuonano la musica, il ritmo e la sua poetica”.

Razmataz e gli inediti
La mostra si può dividere in tre parti: la prima, con opere risalenti agli anni '70 ispirate principalmente al mondo primordiale del jazz e ai suoi personaggi più o meno famosi e alle loro canzoni; una seconda parte con i disegni più rappresentativi di “Razmataz”, una vera e propria storia ambientata nella Parigi degli anni '20, e infine una recentissima produzione (2022-2023) dove il Maestro affronta l'astrattismo ispirandosi anche qui alla musica e alla letteratura.
Influenze espressioniste, moderniste e quelle in generale delle avanguardie del primo Novecento si ritrovano nei disegni del cantautore astigiano in una grande varietà di tecniche (pennarelli, pastelli, acquarelli).



Anche i soggetti sono i più vari: si va dai ritratti di vecchi musicisti jazz alle ballerine di Java, dai boxeur a trombonisti in concerto, tanti paesaggi urbani tra mitteleuropa e Manhattan e varie visioni oniriche.



C'è però un fil rouge che unisce tutti questi vari soggetti e stili, e riguarda il processo di realizzazione. Infatti Paolo Conte, soprattutto in passato, disegnava inizialmente la grafica in purezza con la matita, poi fotocopiava il risultato e iniziava a colorare e a creare varie versioni. Buona parte dei soggetti sono mostrati in tre fasi, la prima con il disegno puro e le altre due con varie colorazioni. “Conte lavora con la pittura come con la musica in sala di registrazione. Incide prima la base e, successivamente, arricchisce con nuovi strumenti e arrangiamenti” riflette Chiara Toti, la curatrice della mostra.

La mostra è breve ma ben strutturata e per chi ama Conte ritroverà i suoi amori, i suoi miti e le sue ossessioni che si ritrovano anche nelle canzoni, però con una differenza sostanziale: infatti, come ha dichiarato lo stesso Conte, “la musica manovra su di me in forma di eccitazione, mentre pittura e disegno mi danno calma e leggerezza”.

Al termine dell'esposizione Paolo Conte donerà al museo l'Autoritratto di un Pirla, del 1978, che entrerà così a far parte della più vasta e prestigiosa collezione di autoritratti d’artista al mondo.


Le opere e la Fondazione
Sì, ma quanto valgono le opere di Paolo Conte? Lo abbiamo chiesto a Rita Allevato, sua agente da più di 40 anni. “Noi non facciamo commercio dei suoi quadri. Abbiamo le serigrafie, che a volte vengono battute all'asta dando l'intero ricavato in beneficienza per associazioni legate all'infanzia. Una delle ultime serigrafie l'ha acquistata Rudy Zerbi per 2500 euro.
Gli unici originali sono stati battuti all'asta da Sotheby's negli anni '90 per 15 milioni di lire l'uno". La manager racconta poi che Paolo Conte è molto geloso dei suoi disegni, che sono più di 5000 e che confluiranno nella “Fondazione Egle e Paolo Conte” che è stata aperta anche se non è ancora attiva, e che si occuperà di tutte le opere di Conte. Sarà disponibile anche il catalogo della mostra, edito da Giunti, mentre nelle prossime settimane uscirà “Coffee table book”, un libro edito da Feltrinelli contenente 150 illustrazioni inedite di Paolo Conte intervallate da qualche aforisma e qualche titolo curioso.