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Quando Zucchero incontrò Miles Davis

Quando Zucchero incontrò Miles Davis
Un'anteprima dal documentario "Zucchero - Sugar Fornaciari”, con la storia di un duetto memorabile


Di Gianni Sibilla
"La maggior parte delle mie collaborazioni internazionali non sono state cercate o pianificate, sono successe", Zucchero raccontò a Rockol due anni fa. "Dissero che per incidere con Miles Davis gli avessi regalato una Ferrari: ma in quel periodo non avevo neanche gli occhi per piangere". Zucchero è il più internazionale dei nostri cantanti, ha collaborato con giganti come Bono, Clapton, Joe Cocker. Ma quella del suo incontro e della sua collaborazione con il più grande jazzista di sempre è una storia leggendaria. I due incisero assieme "Dune Mosse", canzone originariamente contenuta in "Blue's", 1987.


Se ne parla nel film documentario “Zucchero - Sugar Fornaciari” di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, che sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma il 21 ottobre per poi arrivare nelle sale cinematografiche il 23-24-25 ottobre. In questa clip in anteprima esclusiva, Zucchero racconta in prima persona come andò: "Io non ero neanche qui in Italia quando lui è venuto in tour, gli hanno fatto ascoltare la cassetta di “Blue’s”, ha sentito 'Dune Mosse' e ha detto: voglio conoscere e voglio suonare con questo musicista italiano", raccontò il cantante a Raffaella Carrà, pochi giorni prima di partire.
Nel video, anche le immagini di una performance dal vivo del periodo.


Una storia che ha dell'incredibile. Zucchero arrivò in studio e inizia a suonare il brano, Miles Davis lo accolse dicendo che la canzone era nella tonalità sbagliata: "forse lui ha ascoltato la canzone nel mangiacassette con le pile un po' scariche e quindi si abbassa un po' la tonalità, girando lento. Quando gliel'ho detto mi fa: "Maybe". Aaaah! ha ammesso che forse... allora umilmente si è messo là ha trasposto tutta la canzone in SI, come era l'originale, e finalmente ha cominciato a suonare".


Come andò in studio (e dopo)
Racconta Zucchero nella sua biografia "Il suono della domenica - Il romanzo della mia vita" (Mondadori, 2011)

Dopo un’ora mi domanda: “Sei felice?”. Si gira di nuovo e mi fa: “This song makes me cry”, questa canzone mi fa piangere. “Your voice makes me cry”. “*****, tank you!”. Certo che sono felice: ha registrato sette versioni una dietro l’altra. Diversi assolo, improvvisazioni, contrappunti. Era partito. E poi alla fine mi fa: “You want more?”. Ne vuoi di più? “No, però dimmi quale devo prendere. Qual è la migliore?”. Lui mi fa: “Quella che vuoi, forse la penultima è quella ‘more in the air’”, quella più sospesa in aria. “Basta che non prendi le note sbagliate, anche se il mio amico Gil Evans diceva che nel jazz e nel blues non esistono note sbagliate”. Miles mi dice che inserirebbe un rullante nel battere. “Senti come la farei io”. Ta-pum-pum ta-pum-pum ta-pum-pum. “Ho capito”, gli dico. Miles mi guarda: “No, non hai capito. Ta-pum-pum ta-pum-pum ta-pum-pum. Mi faceva: “You have to put a snare. Do you understand”, e rifaceva. Ce l’ho tutta, quella folle registrazione. La sto riascoltando. “Ho capito”. “No, non hai capito”. Penso: “Ma come ***** fa a dire che non ho capito?”. “Ascolta, Miles. Guarda che ho capito”. E faccio, con la bocca: ta-pum… Mi parte un grumo formidabile di saliva che lo colpisce in piena faccia. Mi manda a cagare. A me veniva da ridere. Io, quando sono imbarazzato, rido, mi scappa una grande risata. E lui imprecava. Ero imbarazzatissimo. Poi Miles scompare. Non lo vedo più.

Tra gli altri momenti memorabili di questa storia, il nastro perso sul taxi e poi ritrovato, nonché una cena iniziata con un episodio surreale


Arriva il suo autista, un omone nero. Dice: “Miles wants to go to have a dinner with you in an italian restaurant”, Miles vuole cenare con me in un ristorante italiano. Mi accompagna fuori dallo studio. Era notte. Eravamo in un quartiere sfigatissimo. Senza lampioni. L’autista, il nerone, mi apre la portiera della limousine nera, con l’interno in pelle nera. Io mi siedo di dietro e sento: “What **** are you doing?”. Mi sono seduto su Miles, nero, piccolino, tutto raggomitolato nell’angolo e non si vedeva un *****. Era tutto nero. Al ristorante, si scioglie. Si toglie gli occhiali e la corazza, Ha occhi verdi, scuri, bellissimi. Un leggero strabismo di Venere. Mangia come un uccellino. Sarebbe morto di lì a poco.

Davis sarebbe morto nel 1991.
La versione completa di "Dune Mosse", con Miles Davis sarebbe stata pubblicata solo nel 2004, per "Zu & Co.".


Il film
Il film documentario racconta Zucchero Sugar Fornaciari atraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici, con immagini provenienti dagli archivi privati del cantante dal “World Wild Tour”, il suo ultimo e tour mondiale. Raccontano i due registi Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano:


Zucchero è un personaggio che sfugge e che comunica quando decide lui. Importante è stato poterlo avvicinare lentamente. Gradualmente e in modo sempre più intenso da lui sono arrivate le suggestioni che poi sono state rielaborate in fase di scritura. Zucchero è coerente nelle sue contraddizioni e per questo interessante. È un personaggio vibrante che mete assieme la cultura emiliana a cui torna anche nelle canzoni che ha scrito in questi anni, ma anche il luogo dove ha iniziato la carriera: la Versilia. L’Emilia è il ponte con gli Stati Uniti, con il blues e con quella cultura contadina che l’emigrazione ha sparso nel nuovo contnente e che è tornata a noi e ovviamente a Zucchero atraverso la musica. Zucchero ha quindi messo in connessione la cultura rurale con quella nera e americana. Un’operazione rischiosa e dalla bassissima possibilità di successo che invece ha funzionato sopratuto tra gli anglosassoni. Per dei registi questa scoperta porta elementi interessanti: Zucchero è figlio del 900, innovatore musicale del suo secolo e sapiente mescitore del suono delle origini, alle tendenze musicali contemporanee.